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Peggiora la fiducia dei consumatori

Secondo un’indagine realizzata dall’Istat, nel mese di marzo 2011 l’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso a 105,2 da 106,3 del mese precedente. Il peggioramento rispetto a febbraio è dovuto a una caduta dell’indicatore sul clima economico del paese (da 78,5 a 75,8) e da una riduzione contenuta (da 120,5 a 119,7) di quello relativo alla situazione economica personale. Scendono anche gli indici relativi alla situazione corrente (da 114,8 a 113,9) e alle prospettive future (l’indice passa da 94,7 a 93,7).

In particolare, peggiorano le valutazioni sull’andamento atteso della disoccupazione e sulle opportunità correnti di risparmio. Peggiorano leggermente anche le previsioni sulla situazione economica del paese, sul bilancio familiare e le valutazioni sul mercato dei beni durevoli. Per contro, recuperano lievemente i giudizi sulla situazione economica del paese e le valutazioni presenti e prospettiche sulla situazione economica della propria famiglia. Migliorano in misura maggiore quelle relative alle possibilità future di risparmio. Riguardo ai prezzi, i giudizi dei consumatori sulla dinamica degli ultimi 12 mesi indicano una accelerazione e le attese sull’evoluzione futura sono orientate a una ulteriore risalita.

La flessione del clima di fiducia dei consumatori registrata a livello nazionale è diffusa in maniera disomogenea sul territorio: il calo è particolarmente marcato nel Nord-ovest del paese e moderato nel Mezzogiorno e nel Centro. Nel Nord-est, invece, l’indice è invariato rispetto al mese precedente. I risultati dell’indagine dell’Istat sono stati commentati dai rappresentanti di due associazioni dei consumatori, la Federconsumatori e l’Adusbef: “Purtroppo, non ci sorprende affatto il calo della fiducia dei consumatori rilevato dall’Istat” – hanno dichiarato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti, rispettivamente, di Federconsumatori e Adusbef. “Semmai siamo piacevolmente sorpresi del fatto che, finalmente, si torni a diffondere dati sulla reale situazione del paese, senza dare spazio alle mistificazioni ed all’ottimismo di chi vorrebbe farci credere che vada tutto nel migliore dei modi. Sfortunatamente così non è, se ne rendono conto bene le famiglie, costrette a tagliare i consumi persino nel settore alimentare. Secondo quanto rilevato dall’Istat diminuisce la fiducia relativa non solo alla situazione attuale, ma anche quella relativa alle prospettive future. Una tendenza confermata anche dal minore ricorso all’indebitamento da parte degli italiani: nel 2010 il credito al consumo ha registrato una contrazione del -5,3%. Come denunciamo da tempo, siamo di fronte ad una situazione estremamente grave, alla quale bisogna porre rimedio con estrema urgenza, attraverso un adeguato sostegno alle famiglie a reddito fisso, quelle maggiormente colpite dalla crisi, un maggiore controllo sull’andamento di prezzi e tariffe, fino a ricorrere ad un vero e proprio blocco e un consistente piano di investimenti per lo sviluppo tecnologico e per la ricerca, fondamentale per la competitività della nostra economia sul piano internazionale, nonché per l’occupazione”.

E’ opportuno rilevare, infine, che indagini sulla fiducia dei consumatori, come del resto quelle sulla fiducia degli imprenditori, benché non si basino su dati oggettivi ma su rilevazioni campionarie di natura qualitativa tendenti ad accertare le valutazioni soggettive degli intervistati, sono comunque molto utili, perché il ruolo delle aspettative, sia dei consumatori che delle imprese, sono fondamentali in economia. E, nel nostro caso, se le aspettative degli operatori economici non miglioreranno, non si verificherà di certo quella notevole crescita della domanda dei privati, indispensabile per promuovere una notevole ripresa economica. Infatti non si potrà fare certo affidamento, esclusivamente, sull’aumento delle esportazioni e della spesa pubblica.

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