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 Home page > Attualità > Mondo > Paul e Sakineh due vite a costo zero

Paul e Sakineh due vite a costo zero

19 marzo 2010:

Paul Warner Powell, trentunenne bianco, è stato giustiziato sulla sedia elettrica del carcere di Greensville, in Virginia (USA). Era stato condannato a morte per l’omicidio, commesso nel 1999, di una ragazza di 16 anni, Stacie Reed.

Il condannato è stato giustiziato dopo che il governatore della Virginia Bob McDonnell ha rifiutato la grazia e che la Corte Suprema degli Stati Uniti non ha acconsentito a fermare l’esecuzione.

Si tratta della prima esecuzione dell’anno in Virginia e della numero 106 nello Stato dal 1976, anno in cui è stata riammessa la pena di morte negli Stati Uniti. Quella di Powell è l’11esima esecuzione dell’anno negli Stati Uniti. (Fonti: Afp, 19/03/2010).

All’evento l’opinione pubblica sembra essere assente, i media come struzzi nascondono la testa sotto terra!


08 Settembre 2010:

Sakineh Mohammadi Ashtiani

Condannata alla lapidazione per un’accusa di adulterio e omicidio da parte della Giustizia Iraniana. E’ in attesa di conoscere il giorno della sua annunciata fine.

Il mondo intero, sollecitato dai media, si sta muovendo per condurre il Governo di Teheran ad assumere posizioni diverse dalla condanna a morte, agitando in tal modo l’intero mondo arabo oltre che l’irreprensibile società occidentale!

Due situazioni apparentemente simili, due esseri umani condotti verso ’la pena di morte’ nello stesso anno 2010, due reazioni dell’opinione pubblica e del mondo dell’informazione completamente opposti.

Per uno si materializza la condanna, per l’altra si sta cercando la sospensione della pena.

Alla prima situazione come per un imposizione dall’alto non ci sono state né reazioni né diffusione allargata della notizia da parte dei media nazionali ed internazionali.

Alla seconda situazione come per magia si è infervorato il mondo che per affezione disinteressata (?) porta alla ribalta delle cronache una vicenda che assumerà in breve tempo un carattere politico internazionale!

Vi chiedo allora quali possono essere i motivi per cui questi due accadimenti trovano un riscontro d’opinione così differente pur essendo accomunati da molti caratteri comuni?

Forse il valore della vita ha un peso diverso in stati come gli USA e in Iran?

Quanto conta la pressione dei media in queste vicende nell’amplificare situazioni che all’origine hanno uno stesso valore legato ai diritti umani?

Dite la vostra.

Commenti all'articolo

  • Di Karim METREF (---.---.---.183) 9 gennaio 2011 23:25
    Karim METREF

    Grazie Paolo.
    Sono giorni che voleo scrivere qualcosa, una riflessione su questa vera e propria epidemia di "sakinite". Stranamente tutti s sono svegliati e si sono scoperti difensoi del diritto alla vita. Bene.
    Peccato che non c’è mai stata nessuna campagna per fermare le numerose lapidazioni in Arabia Saudita. poche per femare le esecuzioni negli USa. E nessuna informazione é filtrata su casi come quello consociuto come il caso Joy, in cui l’Italia ha espulso in Nigeria una ragazza che era condannata a morte per gli stessi motivi che Sakineh.

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.42) 10 gennaio 2011 22:29
    Paolo Praolini

    Noi occidentali siamo troppo spesso trainati dai media che riescono ad imporre quello che spesso viene definito ’il pensiero comune’.
    Per questo mi vengono tanti dubbi quando per mesi le TV ’sparlano di Sakine’, ma non si accorgono di migliaia di altri casi di soprusi e calpestio dei diritti umani che ogni giorno vengono attuati.
    Senza andare tanto lontani in un paese come gli Stati uniti ritenuto un paese civile, democratico e moderno, ancora oggi viene praticata la pena di morte, allo stesso modo di come viene praticata in Cina o altrove.
    Allora mi guardo bene dall’appoggiare questi movimenti un po’ troppo ’modaioli’.

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