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Passodopopasso: numeri sotto tortura

Ieri è nato il portale passodopopasso, che servirà a Matteo Renzi per vendere pentolame online mostrare ai cittadini lo stato di avanzamento del programma dei mille giorni. Mentre attendiamo che quei mille giorni, verosimilmente di calendario, si volgano in lavorativi, e che vengano identificate le fattispecie interruttive di tale countdown (sino alla prescrizione, immaginiamo, Silvio-style), vi segnaliamo una perla degli psico-successi governativi, little by little.

E’ questa. Prezioso, vero? Certo, è un piccolo progresso, ma appunto si procedepassodopopasso. E perché da febbraio e non da inizio anno, diranno i miei piccoli lettori? Forse perché il mese di gennaio forniva un dato sfavorevole per il raffronto? D’acchito si direbbe di no, anzi: usare il dato di gennaio avrebbe aumentato la creazione totale di occupazione nel 2014, ed anche il dato di dicembre 2013 avrebbe mostrato cose simili.

Oppure perché è a febbraio che Renzi è entrato a Palazzo Chigi? Forse questo ma se le cose stanno in questi termini, questo fattoide del nuovo sito suggerisce in modo neppure troppo subliminale che l’economia italiana ha svoltato nel preciso momento in cui Renzi ha messo le mani sul timone. Perché la fiducia è tutto, nella vita. E ovviamente, ragionando in questi termini, l’impatto degli 80 euro sui consumi non può certo vedersi a soli tre mesi dall’arrivo, giusto? Interessante asimmetria, davvero. Dallo sprint alla maratona, à la cartead usum gonzini. Silvio, sei morto e sepolto: il tuo Contratto con gli italiani è pura paccottiglia, rispetto ad un programma dei mille giorni che entra in scena 180 giorni dopo l’insediamento di un governo che, secondo il suo stesso suggerimento subliminale, ha iniziato da subito a dare il famoso shock positivo al paese.

I numeri, sotto tortura, confessano ogni cosa. Per arrivare a confessare la propria disonestà intellettuale, invece, servono ben altri sforzi. Giova ribadire quanto già detto: questo modo assai dozzinale di fare propaganda finirà con l’impiccare il premier all’albero maestro, quando la realtà presenterà il conto. A meno che la nota inumeracy degli italiani non lo soccorra.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.194) 7 settembre 2014 12:40

    Classe negletta >


    RENZI promette di cambiare il paese?

    Sarà bene allora notare che, per Renzi, chi supera i 60 anni entra in una categoria di cittadini senza più bisogni ed aspettative.


    A cominciare dalla sua “staffetta generazionale” che nulla ha da spartire con quella di tipo “familiare” da anni in uso nelle medie/piccole unità lavorative.

    Ancora.

    I pensionati “indigenti” non beneficiano del bonus di 80 euro.

    Anche le “normali” pensioni non hanno più diritto alla rivalutazione.

    In compenso stanno per diventare d’oro (vedi contributo “solidarietà”) le pensioni da 2500 euro mese.


    Nella ricca raccolta di interventi “annunciati” dal Premier non un passaggio è riservato ai problemi di vita degli anziani (sanità, assistenza, ricreazione, …).

    Perfino nelle classi dirigenti gli ultrasessantenni, salvo eccezioni, sono tutti da “rottamare”.


    L’età è discriminante?

    Emarginare è penalizzare.

    Detta da un neo 40enne è una chiave selettiva che ricalca i toni di un Dossier Arroganza

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