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Parlamentari deficienti Vs Codice della Strada

Parlamentari deficienti Vs Codice della Strada

La particolare situazione politica italiana offre poco spazio d’espressione a deputati e senatori, il parlamento è da tempo esautorato delle sue funzioni e alla propensione a governare per decreto di Berlusconi si è aggiunto il blocco della borsa da parte di Tremonti.

È quindi abbastanza normale che, discutendo delle modifiche al Codice della Strada, i parlamentari abbiano approfittato del terreno sgombro da impedimenti ideologici e di bilancio per sbizzarrirsi. Peccato solo che questa insperata occasione di vedere all’opera i nostri rappresentanti, si sia trasformata in una parodia della politica, subito virata in commedia dai tratti lisergici.

L’elenco delle modifiche assurde al Codice della Strada proposte e approvate è impressionante, le motivazioni addotte sono spesso lunari e l’effettiva utilità delle proposte è tale, che per lo più si tratta di levate d’ingegno destinate a produrre esattamente l’effetto opposto a quello annunciato.

La palma d’oro per la proposta meno popolare (approvata) spetta di diritto al senatore Gallo (PDL), che nel sostenere la norma che procura l’immunità agli autisti dei potenti, è riuscito a dire senza alcun imbarazzo che serve a proteggere gli autisti, ai quali i politici chiedono di violare le regole della strada. Non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello che un motivo del genere non sia ammissibile, semplicemente perché i membri del governo, i funzionari, i deputati e i senatori non dovrebbero istigare nessuno a violare le leggi e ancora meno a commettere violazioni che potrebbero mettere a rischio la vita di altri cittadini.

Per Gallo quando lui e quelli come lui hanno fretta le regole devono diventare un optional, altrimenti si verifica l’ingiustizia per la quale il povero autista viene punito per colpa del datore di lavoro. La preoccupazione di Gallo non è evidentemente per gli autisti, e nemmeno per l’ingiustizia, altrimenti avrebbe proposto di togliere i punti al politico che istiga a delinquere. La preoccupazione di Gallo è solo quella di poter ordinare al suo autista quel che gli pare, senza che questi possa eccepire che ci rimette i punti della patente. Inguardabile.

L’attuale revisione del Codice della Strada è stata decisa perchè la sicurezza sulle strade italiane è un optional e le nostre statistiche in tema sono tra le peggiori d’Europa. Purtroppo di sicurezza vera se ne è vista poca tra le proposte al voto.

Diverse sono le proposte che, richiamandosi alla sicurezza, mirano ad introdurre misure controproducenti quando non addirittura l’impossibile.

Tra le misure controproducenti c’è sicuramente l’obbligo d’indossare il casco in bicicletta, promosso da una decina di teste di casco (del PD) e votato con entusiasmo dai colleghi,anche se come provvedimento è poco efficace sul piano della prevenzione e addirittura malvagio nel disincentivare l’uso della bicicletta, dopo la rivolta nell’opinione pubblica rimarrà solo per i minori di 14 anni.

Alla sicurezza è informato uno dei provvedimenti più assurdi che si siano mai sentiti, senza uguali al mondo: l’obbligo per i motoveicoli di dispositivi di ritenuta(seggiolini) per i minori di 12 anni. Ora, se dispositivi del genere non esistono sul mercato ci sarà un perché, che è sfuggito ai volenterosi legislatori: negli incidenti in moto - è meglio- che i passeggeri si stacchino il prima possibile dalla moto in caduta, poichè questa, oltre ad essere contundente, ha una massa maggiore, che la porta percorrere molti più metri dei corpi dei passeggeri, aumentando così esponenzialmente il rischio di colpire altri ostacoli. Senza considerare che è difficile immaginare che catafalco occorrerebbe per proteggere efficacemente un undicenne seduto sul sellino. Ai motocicli, pericolosissimi strumenti dello dimonio, perfetto bersaglio per le demagogie, è stata dedicata anche un’altra proposta, poi affossata, che obbligava i conducenti ad indossare un’armatura sempre più completa all’aumentare della potenza del mezzo.

Grosse risate anche per gli automobilisti, si comincia dall’obbligo di tenere in macchina un estintore, un martelletto frangivetro e la cassetta del pronto soccorso, proposta tutto sommato ancora decente, per finire con vere e proprie perle come "l’emendamento grappino" (in discussione).

Alla faccia della sicurezza, l’emendamento introduce una "finestra" giornaliera di tre ore, nella quale chi ha subito il ritiro della patente perché colto a guidare ubriaco, potrà comunque guidare per recarsi al lavoro o ad altre attività. Come svuotare la legge sulla guida in stato d’ubriachezza con un comma. Comma fortemente voluto dai leghisti, con la singolare motivazione che l’abitudine al grappino di certe popolazioni nordiche e il loro isolamento in montagna porrebbe l’alternativa secca tra la rinuncia alla cultura locale (al grappino) e quella alla patente. L’ex-ministro Zaia, ora governatore del Veneto, ha addirittura falsificato i dati sull’impatto dell’ubriachezza sugli incidenti, minimizzandolo, pur di sostenere la libertà di grappino per i conterranei.

Un altro schiaffo alla sicurezza è la proposta di alzare i limiti di velocità a 150 all’ora in certi tratti autostradali. Nonostante che l’evidente crollo delle vittime e degli incidenti nei tratti controllati dai sistemi Tutor abbia confermato l’influenza della velocità nel determinare gli incidenti e nonostante che oltre i 130 km/h. i consumi di carburante crescano molto, gli astuti deputati ritengono che andare a 130 sia troppo poco e ponga limiti alla loro libertà di spostarsi velocemente.

Sembra la fiera dei matti, ma soldi per la sicurezza non ce ne sono e Tremonti ha addirittura azzerato i fondi per la manutenzione delle strade, mentre i comuni non reinvestono i soldi delle multe come dovrebbero, perché ne avrebbero l’obbligo, ma non essendoci sanzioni a sua protezione, i comuni spendono i soldi delle multe per altro, alla faccia della sicurezza,quella vera che si misura in cose fatte e non in voci dal sen fuggite.

Secondo il Libro bianco sulla sicurezza stradale, mentre in Italia per le strade si spende in media 1 euro per abitante, in Svizzera spendono 26 euro, Svezia 23, Francia 22, Belgio 10, Regno Unito 5. Non che le risorse non ci siano, è che Tremonti ha altre priorità misteriose, visto che i frutti dei suoi mostruosi tagli (agli enti locali, alla sanità, alla scuola) non rispuntano da nessun’altra parte.

I peones stretti tra l’avaro Tremonti e il disprezzo di Berlusconi per il Parlamento, cercano sfogo nel dibattito sul Codice della Strada e ognuno spara la sua come al bar. Già, il livello è proprio da bar e accanto a proposte assassine si leggono vere e proprie sparate da bar, che però rischiano di diventare, e a volte diventano, legge dello stato.

In effetti a preoccupare è proprio il livelo del dibattito, perché una tale dimostrazione d’incultura tecnica e giuridica da parte dei rappresentanti parlamentari, testimonia un pericolo ben maggiore di qualsiasi preoccupazione per la circolazione stradale. Perché se la cultura dei nostri rappresentanti è quella di chi propone l’immunità per il proprio autista e per i compaesani ubriachi, si conferma che il parlamento è ormai occupato da ignoranti arroganti e che quindi il destino di questo paese è affidato, oltre che a un governo d’irresponsabili,a una classe politica che in quanto a ignoranza, arroganza e pericolosità non è seconda a nessuno.

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