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Pannelli solari costruiti su discariche e scavi archeologici? La Soprintendenza approva

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Il sito di Prato Cecco nel comune di Bassano Romano (10 marzo 2013)
 
“Come è noto, nel territorio del nostro comune è stata scoperta una discarica in località Prato Cecco di ben 7000 mq, considerata dalla Regione Lazio sito inquinato di alta priorità”. Inizia così un comunicato dei Cittadini contro le mafie e la corruzione, circolo di Bassano Romano, un piccolo paese del viterbese, di quelli dove non succede mai nulla d’importante e proprio per questo meta di turisti provenienti dalla capitale, in cerca di tranquillità e di prodotti genuini.

Eppure qualcosa di quest’immagine non risponde a questo cliché se è vero che da anni viene tollerata la presenza di una discarica di piccole dimensioni che dopo essere stata utilizzata per qualche decennio è stata "dimenticata" senza che si procedesse agli interventi di bonifica previsti dalle leggi in vigore. Anzi non esattamente dimenticata perché qualche particolare rende diversa questa storia dalle tante altre simili già lette.

Il primo fatto è che sia stata autorizzata l'installazione di pannelli fotovoltaici su parte di una discarica abbandonata da anni. Un sistema davvero originale ed economico per nascondere una vera bruttura ma non sufficiente a impedire al percolato di inquinare le falde acquifere e anche con le piogge di trasportare attraverso i fossi circostanti le sostanze inquinanti nei corsi d’acqua. Intorno non c'è un deserto, troviamo allevamenti e coltivazioni agricole mentre a poca distanza scorre il Mignone, un fiume le cui acque sono utilizzate dalla rete idrica del comune di Civitavecchia.

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Il sito di Prato Cecco nel comune di Bassano Romano (22 ottobre 2013)

E se questo non bastasse a porsi almeno qualche interrogativo sui controlli dei corsi d’acqua, un altro particolare di tutt’altro genere rende l’area di Prato Cecco quasi unica. Il comunicato dei Cittadini contro le mafie e la corruzione ritiene infatti incomprensibile che, “nonostante nel 2009 ci sia stata un’interrogazione all’Università Agraria di Bassano Romano” sia stata autorizzata la messa a dimora di olivi su una parte del terreno una volta utilizzato come discarica.

Per finire non certo in bellezza è difficile non chiedersi come il Comune di Bassano Romano, la Provincia di Viterbo e la Regione Lazio abbiano espresso parere favorevole all’installazione dei pannelli fotovoltaici e come la Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria Meridionale non si sia opposta ma abbia solo rilevato:

“Tuttavia si rileva che l’area risulta prossima ai resti di un sepolcreto di epoca romana ed è interessata in superficie da frammenti fittili archeologici, come si è riscontrato nel corso dei sopralluoghi preliminari”.

Sarebbe interessante scoprire come sia possibile che, si legge dal comunicato, un “sepolcreto romano”, che contribuirebbe a valorizzare il territorio comunale e sviluppare nuove attività imprenditoriali e occupazione, “possa essere compatibile con una discarica mascherata con pannelli fotovoltaici che rappresenta un potenziale pericolo per la salute della popolazione e degli animali”.

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Parere Soprintendenza Beni Archeologici Etruria Meridionale (18 aprile 2011)
Fonte http://www.provincia.viterbo.it/alb...

Così in attesa di interventi decisivi da parte dei tanti enti coinvolti, non è confortante scoprire che il paesaggio, la natura, il patrimonio artistico siano valori ignorati pur rappresentando gli asset sui cui basare la ripresa economica dell’Italia. E inevitabilmente quello che una volta era il bel Paese sprofonda sempre di più in una discarica.

 

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