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Palestina, una terra troppo promessa

di Francesco Cecchini

Giovedì 21 maggio 2015, a Roma, presso L’Ambasciata Palestinese (via Baccelli, 10) sarà presentato il libro della giornalista e scrittrice Antonella Ricciardi, “Palestina-una terratroppo promessa”, una disamina storico-analitica sul conflitto pluridecennale, tra il popolo palestinese e lo stato sionista d’Israele. Tra i relatori ci sarà l’ ambasciatrice palestinese a Roma, Mai Alika, del medico della Mezza Luna Rossa Palestinese Youssef Salman e di Salameh Ashour, rappresentante della comunità palestinese a Roma.

Antonella Ricciardi afferma che i Palestinesi sono in Palestina perché la Palestina è la Patria, l’unica patria del popolo palestinese.

La presentazione della casa editrice Controcorrente racconta bene il libro di si legge:

«Palestina, una terra troppo promessa mette in luce la tragedia del popolo palestinese e gli aspetti più sconcertanti del modo in cui i padroni del mondo trattano il conflitto in Palestina.


Si moltiplicano le cariche di odio e di violenza per cancellare gli effetti di una forte identità che non si arrende e combatte per una terra ricca di memoria e di sentimenti, simboleggiati dall’attaccamento dei palestinesi alle chiavi di casa.
Se qualcuno pensa di comprare il dolore dei palestinesi con un fiume di dollari, si sbaglia. L’appoggio americano e israeliano ai politicanti palestinesi è solo fattore di divisione e di corruzione e non produce che una ulteriore destabilizzazione: una guerra civile, una guerra senza fine, con il rischio di diventare mondiale perché la Terrasanta è troppo piccola per tre Religioni monoteiste, è una zona geostrategica molto importante e molto ricca.
E’ molto difficile, infatti, uscire dalla situazione attuale, nella quale, al di là di tutte le occasionali condanne, nulla di sostanziale viene fatto per impedire che i governanti di Tel Aviv continuino in una politica che ha come fine ultimo la creazione di una “Grande Israele”.»

 

Palestina ieri ed oggi

La presentazione del libro avviene pochi giorni dopo la alla data nella quale il popolo palestinese ha commemorato l’anniversario della Nakba (catastrofe in arabo), l’espulsione dalla loro terra e l’inizio di una vera e propria pulizia etnica. A 67 anni dalla Nakba, il popolo palestinese non ha rinunciato al ritorno e alla riconquista della Palestina: “I vecchi moriranno ed i giovani ed i giovani non ricorderanno”. Ma non è così il popolo palestinese non dimentica e non perdona e continua a lottare per la propria patria.

L’ONU afferma che 700.000 palestinesi furono espropriati delle proprie case e delle proprie radici con la creazione di Israele. Oggi i loro discendenti sono più di 5 milioni e vivono, innanzitutto, tra Gaza, Cisgiordania, Giordania, Siria e Libano. Sempre l’ONU nella sua risoluzione 194 riconosce il diritto al popolo palestinese al ritorno. Durante questi giorni il popolo palestinese ha celebrato con moltissime manifestazioni la Nabka ed il loro diritto alla patria. Vi furono, discorsi, proiezioni di video, sotto l’immagine di una chiave, simbolo dei focolari perduti che ancora oggi molti conservano decisi a non arrendersi, con il passare del tempo. Ricordando, anche che la Nabka continua, come continua la loro lotta per la Palestina.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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