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Pakistan, coppia di religione cristiana nel braccio della morte per “testi blasfemi”

Ieri, mentre stava arrivando il momento dell’esame del loro ricorso, il giudice dell’Alta corte di Lahore ha deciso di chiudere l’udienza. Era successo anche la volta precedente, il 15 febbraio.

 

Così, Shagufta Kausar e Shafqat Emmanuel, due cristiani arrestati nel 2013, continuano a rimanere nel braccio della morte, a rischio di esecuzione della condanna a morte emessa nell’aprile 2014.

Le leggi contro la blasfemia in vigore in Pakistan rischiano dunque di fare altre due vittime (la più illustre, salvata alla fine dal patibolo, è stata Aasia Bibi): la coppia è stata giudicata colpevole di aver inviato all’imam di una moschea dei messaggi offensivi nei confronti del profeta Maometto.

Entrambi hanno negato l’accusa sin dall’inizio, sostenendo che la sim del telefono dal quale erano partiti i messaggi era stata acquistata da qualcun altro usando una fotocopia della carta d’identità di Shagufta.

Questa è l’ennesima storia emblematica dei rischi che corrono le minoranze religiose in Pakistan, cristiane e non, e che continueranno a correre fino a quando le leggi contro la blasfemia rimarranno in vigore.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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