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Padre vostro

Venerdì 28 agosto 2009 mio padre, che il 21 giugno dello stesso anno ha compiuto settantanove anni e non ha letto Nietzsche né tantomeno conosce due fra i miei maestri Michel Foucault e Gilles Deleuze o l’ultimo libro di Giorgio Faletti di cui a questo link, mi ha assegnato un ‘compito’ davvero speciale: quello di scrivere un libro che testimoni la ‘divinità’ dell’uomo quale produttore del suo futuro alterego, un uberman che lui ritiene di ascrivere alla categoria dei robot.
 
La proposta ‘indecente’ è avvenuta durante una telefonata fra Torino, dove egli è rientrato dopo il consueto periodo di vacanza trascorso nella ‘protestante’ val Pellice, e la più ‘chiesastica’ Sirolo, dove io vivo da oltre vent’anni una consistente parte dell’anno, sul Monte Colombo, nel cuore del Parco regionale del Conero, una delle più belle perle marchigiane. Finchè dura...
 
Visto che, durante la medesima telefonata, mio padre ha anche espresso il rammarico di non avere brevettato all’epoca la sua idea di trasformare l’energia sprecata nella frenata dell’automobile in quel sistema che mi dice adesso essere adottato in Formula 1, e che, addirittura, ed auspicando l’iscrizione al Politecnico del nostro nipote diciassetenne Edoardo, è arrivato ad ipotizzare testualmente e direi taoisticamente “di trarre energia dalla differenza fra il bianco ed il nero, nonché fra il giorno e la notte”, garantito dal fatto che i 29°C di quel mezzogiorno torinese ed i suoi quattro bypass non influivano affatto negativamente sulla sua ‘tradizionalissima’ mens ecologica dalle antiche radici contadino/montanare, maturate fra le campagne astigiane e l’alta valle Maira, non ho potuto sottrarmi al compito assegnato, lusingato altresì dall’ulteriore paterno auspicio che, a dir suo, “con un libro simile sarei finito sulle prime pagine dei giornali”. Devo dunque scrivere questo libro e, ancora nietzschianamente lo devo fare, rammemorando anche quel “prima il dovere e poi il piacere”, che da bambino segnava in me l’autorità paterna classica e che nei ‘tempi moderni’ torinesi ha poi condotto mio padre, elettore tradizionalmente ’moderato’, a dare il voto a Di Pietro prima ed a Pannella poi con mia sorpresa, in quelle stesse europee il cui mancato 4% dei ’Resistenti Radicali’, ritengo presuntuosamente sia la giusta ‘punizione’ per aver snobbato la mia proposta di candidatura, di cui si trova ampia documentazione in rete ed in modo particolare nell’intervista che Francesco Piccinini, direttore di Agoravox Italia, ha fatto all’”only real PD” in tempi ancora ‘non sospetti’, qualora mai ve ne siano nel nostro (?) ‘dannato’ Belpaese.

Dunque, stimolato da tanta ambizione, poco prima del tardo pranzo di un caldo fine agosto, nel boschetto di pini marittimi sopra casa, reso idealmente un po’ più fresco dalla piccola vaschetta prefabbricata famigliare che vi si trova incastonata, mentre mia figlia Barbara si stava preparando per rientrare in Libano, dove lavora con il locale Ministero dell’ambiente, nel quadro di un progetto per la salvaguardia del Mediterraneo, ho atteso alla prima parte dell’arduo compito, pensare il titolo, lo stesso del presente articolo, giusto per dire che, intanto, qualcosa l’avevo cominciata a fare... 


 
Dedico, oltre che beninteso al mio ‘suggeritore’, alla Redazione di Agoravox ed ai sempre più numerosi ‘colleghi’ citizen journalists il piccolo parto agostano di un prossimo cinquantenne le cui ambizioni sono state fin qui davvero ben poco ripagate, come già ho narrato in uno dei miei più o meno ermetici articoli invernali. Del resto, come si usa dire, ognuno ha quello che si merita. O no...?
 
Nel compito assegnatomi parto almeno in una certa misura avvantaggiato, oltre che da quanto ho prodotto a partire dalla metà degli anni Novanta, anche grazie a quello che un altro dei miei ’maestri’, (in questo caso quello di yoga tibetano che nel ’96 mi iniziò alla nobile disciplina) mi ha di recente stimolato a fare. Quest’altro ’paterno’ ottantenne dalla ’carica’ davvero invidiabile, due estati orsono, mi ha sollecitato a scrivere il libretto  Imagery poi pubblicato nella collana della associazione culturale La casa dei ciliegi di Macerata. Imagery, scaricabile sul mio sito alla pagina www.eprouverture.com/disseminazione/sips.php , rappresenta già la sintesi di quanto, a partire dai primi anni Novanta, ho a mia volta iniziato a fare, anche attraverso il mio seminario di studio R&S-Reseaux et Sens e la relativa S-vacanza.  

Circa questa mia nuova ’impresa’ dunque, come si suol dire, e detto altresì da radicale resistente, se son rose... chissà che, prima o poi, non fioriscano.

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