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PDL attacca Napolitano: la costituzione di Arcore

Il PDL non si smentisce mai. Napolitano rilascia un’intervista e subito puntuale arriva una dichiarazione fuori delle righe, a confermare i dubbi sul senso delle istituzioni di questo partito.
 
Il Presidente della Repubblica ha espresso le sue preoccupazioni per la fine anticipata della legislatura in un momento di crisi per il Paese e, in tale contesto, ha criticato la campagna di fango contro il Presidente della Camera e rivendicato le sue prerogative in merito alla scioglimento delle camere. Osvaldo Napoli, vicepresidente del gruppo dei deputati del partito di Berlusconi, ha così commentato l’intervento del Capo dello Stato: “E’ con qualche amarezza, ma con profondo rispetto per la sua carica leggo l’invito del Presidente Napolitano a cessare gli attacchi contro il presidente della Camera. Le sue parole avrebbero avuto ben altro effetto sull’opinione pubblica se fossero già state pronunciate senza cambiare una virgola quando, due anni fa, una campagna di veleni ancora più ampia e devastante era stata lanciata contro il presidente del Consiglio". E poi aggiunge che i rischi per il paese derivanti da una crisi di governo e quindi da elezioni anticipate sono ben minori rispetto a quelli conseguenti ad una stagione di instabilità politica delle alleanze. "Il vuoto politico non esiste in democrazia, esso viene colmato dalla sovranità popolare, ed i governi tecnici sono contrari alla volontà popolare".
 
In sostanza il deputato Napoli legge le parole del Presidente come un attacco alla linea politica del PDL orientata allae dimissioni di Fini e alle elezioni anticipate,
 
In particolare:
 
  • la difesa di Fini da parte di Napolitano viene vista come un’abdicazione al ruolo di neutralità del Presidente della Repubblica;
  • le preoccupazioni e i rischi per le elezioni anticipate, come una propensione per il governo di transizione assunto come atto patologico della democrazia.
 
Le parole di Napolitano vanno lette senza fretta, capite e considerate nel contesto in cui sono state pronunciate, specie quando si vogliono criticare. E veniamo al dunque:
Il consenso dell’opinione pubblica non c’entra niente con le azioni del Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato non agisce per ottenere consensi ma nell’esercizio dei suoi compiti istituzionali. Pertanto ogni giudizio su tali azioni va commisurato alla loro coerenza rispetto tali compiti. Il richiamo all’opinione pubblica è solo una maniera subdola per dire: Caro Presidente avresti fatto più bella figura se, a suo tempo, avessi difeso anche il Presidente del Consiglio. Quanto sia appropriato e garbato un siffatto linguaggio,si può facilmente constatare.
 
Non si possono porre sullo stesso piano il presidente della Camera che garantisce lo svolgimento dell’attività di questo ramo del Parlamento in una posizione di terzietà garantita dalla irrevocabilità e il presidente del Consiglio che assicura il governo del Paese in una posizione parte e quindi di revocabilità attraverso il diniego della fiducia. Legittima è la difesa del Presidente di una istituzione terza, perché non lo coinvolge nella lotta politica. Illegittima è la difesa di una istituzione di parte perché coinvolge il Capo dello stato all’interno della lotta politica. Alcun rilievo hanno le motivazioni politiche che hanno suggerito l’attacco del PDL a Fini quando esse non investono il rispetto dei regolamenti parlamentari.
 
Peraltro l’invito di Napolitano è un atto neutrale e coerente con i suoi compiti istituzionali, perché è funzionale alla difesa della continuità della legislatura che, in assenza di atti formali di denuncia dell’assenza di una maggioranza, va comunque preservata. Ed infatti il Presidente dice “è ora che cessi una campagna destabilizzante sul piano istituzionale, quale quella volta a delegittimare il Presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità della legislatura”. Più chiaro di così, non si può. E’ d’accordo deputato Napoli?
 
L’invito del Presidente è anche finalizzato a ricomporre un quadro politico lacerato e, quindi, a scongiurare proprio quella instabilità politica delle alleanze, richiamata da Napoli come fonte di “rischi per l’Italia e le nostre prospettive economiche”. Il riferimento del Presidente ai pericoli di un vuoto politico appare doveroso rispetto alla situazione economica del Nostro Paese. Un vuoto che in una repubblica parlamentare senza vincolo di mandato si colma con il ricorso alle urne ma anche con accordi tra forze politiche. I governi di transizione son dunque espressione di democrazia e non di patologia. Patologico per la democrazia è ritenere, come in una repubblica presidenziale, che un vuoto politico possa essere colmato solo con il ricorso alle urne. Patologico per la democrazia è considerare vigente la repubblica presidenziale mentre essa è ancora da venire. Patologici per la democrazia sono i richiami alla costituzione materiale che non trova spazio nel nostro ordinamento. Vale la costituzione formale fino a quando non viene cambiata e su questo punto è bene che il PDL si rassegni e la finisca di fare pressioni anche attraverso le minaccie della piazza che non spaventano nessuno.
 
Quanto rispetto istituzionale nei confronti del Presidente della Repubblica, quanta conoscenza della Costituzione, ci sia nel comunicato del PDL, giudicate voi.
 

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