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PD, Enrico Letta è l’ultima chance per evitare lo scioglimento del partito

Il 14 marzo 2021 Enrico Letta è stato eletto come nuovo segretario del PD con 860 voti favorevoli, 4 astenuti e 2 contrari. Un plebiscito per l'ex premier, che ora si trova davanti ad una nuova e difficile sfida: riconquistare gli elettori delusi del Partito Democratico.

Ius soli, parità di genere, voto ai sedicenni e la nuova legge elettorale sono alcuni dei punti dell'agenda Letta che verranno sottoposti ai circoli Dem, i quali entro due settimane dovranno fornire le proprie opinioni.

Perché Enrico Letta

Dopo le dimissioni relativamente a sorpresa di Nicola Zingaretti il Partito Democratico era alle soglie di una crisi di nervi. Le tensioni principali erano dovute a due tematiche: l'alleanza con il Movimento 5 Stelle su ampia scala e l'ingresso in una compagine governativa in cui è presente la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia. Numerose erano le voci critiche sulla conduzione delle trattative con il premier Mario Draghi. La colpa sostanziale è quella di non essere riusciti a rappresentare adeguatamente il PD nella partita dei ministri e dei sottosegretari. A seguito di lunghe polemiche interne al gruppo dirigente, Zingaretti ha deciso di rompere il silenzio con un post su Facebook in cui annunciava le sue dimissioni definendosi disgustato dall'atteggiamento all'interno del partito che, in un momento così delicato per il paese, pensava più allo smistamento di cariche e poltrone piuttosto che occuparsi di trovare nuove soluzioni per rilanciare l'economia una volta terminata la campagna vaccinale contro il Covid-19. 'La guerriglia quotidiana' - come lo stesso Zingaretti l'ha definita - rischiava di far collassare il partito e lo ha portato alla difficoltosa decisione di farsi da parte per dare un'ultima occasione al partito virando su un nome che potesse compattare le varie correnti interne al partito, ovvero Enrico Letta.

L'agenda Letta

Le priorità del nuovo segretario del Partito Democratico sono state delineate già nel suo discorso di investitura: Ius soli, voto ai sedicenni, nuova legge elettorale e parità di genere. La prima è è la riforma più avanti nel suo iter parlamentare ma al contempo è la più divisiva. Alla Camera esistono tre progetti di legge di Matteo Orfini, Laura Bodrini e Renata Polverini, su cui si è già svolta la discussione generale e un ciclo di audizioni, concluso il 4 marzo 2020. Il voto ai sedicenni è un vecchio dogma di Letta che anche nel 2019 lo ha ricordato come punto nodale per far aumentare la partecipazione giovanile alla vita politica del paese. La parità di genere l'ha definita una 'battaglia di civiltà' e l'ha messa al centro del suo programma come dimostra la composizione della sua segreteria: 8 donne ed 8 uomini. Infine, sulla nuova legge elettorale il segretario del PD auspica un ritorno al Mattarellum, offrendo così un primo punto d'incontro con le forze politiche del centro-destra

Le ripercussioni sul governo Draghi

L'elezione di Letta come leader del Partito Democratico ha messo in subbuglio tutte le altre forze politiche che hanno osservato con attenzione le nuove proposte portate sul tavolo dall'ex professore. Ovviamente è lo Ius soli quella che fa più discutere. Salvini ha affermato che forse 'vuol far cadere il governo' e che 'solo uno che arriva da Parigi o da Marte in un Paese con le scuole chiuse, gli asili chiusi, le università chiuse, le fabbriche in difficoltà e gli italiani che hanno problemi di salute fisica e mentale' può pensare di 'regalare la cittadinanza agli immigrati'. Pronta la replica di Delrio che definisce 'risibili le accuse a Letta e le minacce al governo'. Dunque, sono già partite le prime schermaglie e sarà compito di Draghi trovare la sintesi necessaria per mantenere in equilibrio l'esecutivo da lui presieduto.

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