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Ostiense: Demolita la memoria di un quartiere produttivo

L’Ostiense ha cominciato a cambiare la sua “destinazione” d’uso da alcuni anni, trasformandosi da quartiere industriale a quello dedito alla ristorazione con il proliferarsi di locali con dei menu sempre più fantasiosi.

Prima con i ristoranti e poi le pizzerie, hanno offuscato il passato dell’Ostiense e ipotecandone il suo futuro culturale, scommettendo su di un rilancio immobiliare che trova nel mega complesso residenziale che sta sorgendo su via del Porto Fluviale, con vista non solo sulla ferrovia, ma soprattutto sul Tevere e sul Gasometro, il simbolo più appariscente di un’edificazione che sembra voler divorare anche lo spazio stradale.

Meno visibile è stata la demolizione della torre, pericolante da un anno, che negli anni gloriosi dell’industrializzazione serviva di raccolta e smistamento del carbon coke, detta tramoggia, nell’area industriale dismessa attigua alla Montemartini.

La torre, con la caratteristica forma di tronco di piramide e munita di un’apertura sul fondo, minacciava di frantumarsi sul lungotevere e oltre ad impedire l’apertura del collegamento ciclabile tra via Ostiense e il Ponte della Scienza, è stata l’ennesima occasione di scontro tra la Soprintendenza di Stato e la Sovrintendenza Capitolina. La prima, propensa alla demolizione, ha prevalso, come spesso accade, sulla seconda che auspicava il suo consolidamento, per dare inizio al recupero dell’intera area, ma i fondi continuano a scarseggiare, come dimostra la mancanza di continuità nei lavori di recupero urbanistico di Porta Portese e dintorni.

Per ora l’Amministrazione ostenta una Porta Portese con una nuova pista ciclabile che cerca di riallacciarsi con il tratto del lungotevere Ripa per poi finire prima del piazzale della Radio.

I lavori, programmati da un paio d’anni, hanno timidamente interessato non solo un edificio nell’area dell’ex arsenale pontificio e la ristrutturazione del capannone utilizzato dai Vigili urbani come rimessa per i veicoli, ma progettando anche di sostituire dei box fatiscenti con strutture degne di una capitale europea, sino all'avvenuta eliminazione, in via Bargoni, delle "colonne" dei tombini che da anni svettavano, nella prospettiva di una sopraelevazione della via alla quota di viale Trastevere.

Il restyling dell’area di porta Portese ha già visto lo smantellamento delle strutture posticce del capannone nell’area dell’autoparco della polizia municipale.

Il capannone in realtà era l’hangar che Hitler donò a Mussolini e nel futuro, dopo essere stato riportato alla sua struttura originaria, verrà integrato da un altro edificio per accogliere l’arte contemporanea, in mostre e spettacoli, nonché residenze per artisti e ristorazione. Un futuro centro sociale e culturale, di settemila metri quadrati coperti e cinquemila aperti, che dovrebbe accentuare lo spostamento dell’asse del “divertimento”, già in atto con i numerosi locali di ristorazione, da Trastevere a Porta Portese.

Oltre la Porta lo spiazzale davanti al Complesso del san Michele è stato ridisegnato con la nuova panchina per la fermata del trasporto pubblico, ma non si è ancora messo mano al trasferimento del chiosco dei panini e bibite, oltre al maleodorante parcheggio dell’Ama, come l’altro parcheggio dell’Ama in programma in viale delle Mura Portuensi, che continuano a deturpare le Mura.

 

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