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 Home page > Tribuna Libera > Oriana Fallaci: una scrittrice e giornalista in chiaroscuro

Oriana Fallaci: una scrittrice e giornalista in chiaroscuro

Fin da ragazzo, ho sempre avuto una grande stima di Oriana Fallaci sia come giornalista (i suoi servizi in giro per il mondo hanno fatto epoca) sia per la sua intensa attività di scrittrice.

 Il suo stile era diretto, asciutto e pungente, di un realismo che non lasciava spazio a mezze misure e a compromessi di parte. Per questo motivo (ma non solo) ho apprezzato tantissimo le sue prime fatiche letterarie, a cominciare da "Un Uomo" (romanzo che ancora oggi rimane in assoluto il mio preferito fra tutti quelli degli autori che ho letto). 
 
Donna dalla professionalità indiscussa, di notevole personalità e con una forza d'animo fuori dal comune, ha poi però conosciuto una netta involuzione negli ultimi anni della sua esistenza. Lei che aveva girato tutto il mondo, visto di persona orrori e tragedie indicibili e conosciuto modi di vivere e di pensare radicalmente diversi da quelli dominanti in Occidente, ha cominciato incredibilmente a denigrare parte di quei mondi che aveva diffuso e difeso caparbiamente in gioventù.
 
Accuse, generalizzazioni e luoghi comuni sprezzanti soprattutto nei riguardi del mondo musulmano accompagnate nello stesso tempo da elogi di superiorità e di civiltà "incontestabili" verso l'Occidente (che però troppo spesso risulta essere stato coinvolto nelle tragedie e sofferenze che hanno afflitto e affliggono il Sud del mondo), mi hanno portato a ripensare la stima che nutrivo nei suoi confronti. Dov'era finita quella coraggiosa reporter ferita gravemente in un attentato a Città del Messico, che aveva condannato senza mezzi termini i fascisti trasformisti greci che erano stati responsabili della morte di Alekos Panagulis (il grande amore della sua esistenza) e tutti i conflitti che avevano insanguinato il mondo, dal Vietnam al Libano?! In lei sentivo e leggevo soltanto parole di odio, di rancore e di risentimento verso altri esseri umani che avevano nella stragrande maggioranza dei casi come unica colpa quella di credere a un Dio diverso dal nostro! 
 
Confesso di non avere mai trovato la risposta e se ce n'era una, Oriana se l'è portata via con sé nella tomba. Probabilmente una esistenza non facile, spesso vissuta in solitudine e intrisa di tante, troppe delusioni l'avevano portata a pronunciare quelle affermazioni che contraddicevano tutto il percorso della sua stessa vita?! Non lo so. Ciò che è certo, è che le opere da lei lasciate prima di questa deriva sono lì a raccontarci una donna che comunque vada ha lasciato in eredità pensieri e riflessioni importanti che ancora oggi possono essere utili nella ricerca di un mondo migliore rispetto a quello da lei così tanto intensamente vissuto.
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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