Omo/transfobia, continuano le aggressioni: ma quando diremo "adesso basta!"
Ancora l’ennesima vile aggressione a Roma, dove botte e insulti per gay, lesbiche e trans sono ormai una incivile consuetudine. La violenza omo/trasfobica continua a mietere vittime e il Sindaco tace.
Come battere la omo/transfobia? Con l’informazione, la cultura e, magari, approvando una legge.
Per dimostrare sdegno e solidarietà i romani potrebbero partecipare alla manifestazione indetta per venerdì 22 giugno alle ore 19 in Piazza Farnese e sfilare al Roma Pride che si svolgerà sabato 23 giugno.
Ancora violenza. L’omo/transfobia non si ferma anzi a Roma e nel Lazio si registra una escalation di aggressioni.
Ecco il bollettino di guerra: ragazzo minacciato a Campo de’ Fiori, tentato stupro con taglio al viso a un gay ventenne a Tor Marancia, ragazza lesbica presa a bottigliate in testa nella gay street San Giovanni in Laterano, trans perseguitata da quattro ragazzi ad Ardea, coppia di ragazze lesbiche inseguite e insultate dal branco a Velletri e infine, l’aggressione a Guido Allegrezza all’Eur.
Tutte queste dimostrazioni di intolleranza generano rabbia, senso di impotenza, ma quello che poi colpisce sono le ragioni sottese a questi atti: senza motivo o con giustificazioni pregiudizievoli, come ad esempio la spiegazione fornita alla polizia dallo stupratore del ventenne a Tor Marancia: «Tanto è frocio, gli sarebbe piaciuto».
Come ho già avuto modo di scrivere, niente di nuovo sotto il sole, purtroppo questa risposta volgare e incivile è molto simile a quella utilizzata dagli aggressori quando stuprano una donna: «Lei non lo vuole ammettere, ma le piace».
E se ci pensate bene è lo stessa logica che porta certi “maschietti” a sostenere che una donna è lesbica perché è brutta o perché non ha ancora incontrato “un vero uomo”.
E poi qualcuno ha il coraggio di sostenere che siamo noi, persone LGBTQ, ad essere malate e a doverci sottoporre a terapie che ci curino e ci rendano “normali”.
Ma vi sembra “normale” insultare, aggredire, picchiare, sfregiare una persona perché si innamora di una persona dello stesso sesso?
Ma vi pare “normale” sostenere che siccome sei frocio o donna ti piace essere stuprato?
Ma vi pare “normale” dare libero sfogo al proprio machismo, bullismo e sadismo nei confronti di persone inermi?
A me sembra che queste persone siano gravemente malate, loro sì, e vanno prima disciplinate da una legge e poi curate.
Curare la omo/transfobia
Sono convinta che la omo/transfobia, come il razzismo, il bullismo e tutte le forme di violenta prevaricazione vadano curate. Ma credo sia ancora più importante prevenire perché questi atteggiamenti sono frutto di ignoranza, pregiudizi e cattivi insegnamenti. Quindi ritengo che la cura/prevenzione debba iniziare a scuola, dalle elementari e proseguire fino alla fine del percorso scolastico.
Penso che in ogni scuola dovrebbe esserci uno psicologo in grado di percepire atteggiamenti omofobi, sessuofobi e razzisti in modo da intervenire in tempo ed evitare che un ragazzo possa trasformarsi in un aggressore. E non solo nei confronti di omo/transessuali ma anche di donne e “diversi” in generale.
La scuola dovrebbe insegnare che la “diversità” è una ricchezza e non un limite o un difetto.
Ma cosa possiamo aspettarci da un Paese che annovera tra gli omo/transfobici deputati, senatori, arcivescovi, personaggi della cultura e dello spettacolo? Da un Paese che non solo non riesce a riconoscere i diritti alle persone LGBTQ ma non è nemmeno in grado di approvare una legge contro l’omo/transfobia?
Da un Paese che ha trasformato Senato e Parlamento da luoghi deputati a scrivere e votare leggi per il bene del cittadino a luoghi deputati a garantire privilegi e favori alla Casta divenendo così solo la culla della “privilegiocrazia”?
Da un Paese dove un calciatore della Nazionale si permette di affermare: «Froci in nazionale? Speriamo di no!».
Quello stesso calciatore però non dice una parola su calcioscommese e ruberie varie del suo splendido sport…
Ma sappiamo tutti che, per la morale del nostro Paese, è ben più grave essere omo/transessuale che “truccare” i risultati delle partite, vendere la propria squadra per guadagnare oltre il superfluo.
Però questo stesso Paese riesce a definire famiglia “quattro suore” mentre non ritiene che lo sia una coppia di gay o lesbiche. Non ci credete? E’ accaduto a Firenze, lo ha raccontato Claudia Livi, consigliere comunale del PD nel capoluogo toscano. Ovviamente questo consentirà alle suorine di godere di tutte le agevolazioni riservate alle famiglie. Claudia Livi ha votato sì sperando che questa decisione “consolidi il concetto di pluralità di famiglie”.
Beata lei che ancora ci crede, io mi indigno perché non vedo la società civile insorgere su questa palese incongruenza e diseguaglianza.
Dare un segnale forte
La società civile dovrebbe dare un segnale forte contro le aggressioni omo/transfobiche.
Come?
Partecipando alla manifestazione indetta dalle associazioni LGBTQ per venerdì 22 giugno alle ore 19 a Piazza Farnese e/o sfilare alla parata del Roma Pride che si terrà sabato 23 giugno.
Il concentramento è in Piazza della Repubblica alle ore 15, con partenza alle ore 16.
Ecco il percorso: Piazza della Repubblica, Piazza dei Cinquecento, Via Cavour, Largo Corrado Ricci, Via dei Fori Imperiali, Piazza del Colosseo, Via Celio Vibenna, Via di San Gregorio, Via dei Cerchi, Piazza Bocca della Verità
Marinella Zetti
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