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Nuovo esame di avvocato: ecco cosa cambia

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.81 del 7 aprile il decreto ministeriale che stabilisce le nuove modalità di svolgimento dell'esame per diventare avvocato. Tra le novità più eclatanti il divieto d'uso dei codici esplicati e la schermatura delle reti wi-fi.

Gli avvocati sono tanti e vanno ridotti. Come? Inasprendo le regole del gioco. E' una logica paurosamente banale quella che ha ispirato il nuovo decreto ministeriale sulle modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione di avvocato.

Il D.M. è stato pubblicato il 7 aprile in Gazzetta Ufficiale. Ma come funziona il nuovo esame?

Innanzitutto i candidati verranno sottoposti ad una vera e propria perquisizione poliziesca all'ingresso in aula. Non saranno ammessi codici esplicati e nemmeno carta per scrivere:

"I candidati possono portare per la prova esclusivamente testi di legge stampati e pubblicati a cura di un editore, ivi incluso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il timbro di riconoscimento della commissione distrettuale, la data in cui e' effettuato il controllo ed il visto di uno dei suoi componenti sono apposti sulla prima di copertina dei testi di legge ammessi. I candidati non possono introdurre nel locale degli esami strumenti informatici idonei alla memorizzazione di informazioni, carta da scrivere, appunti, manoscritti, libri o pubblicazioni non autorizzati, qualsiasi tipo di riproduzione di testi di legge diverso da quelli previsti al comma 2,ovvero borse o altri contenitori".

Ma non finisce qui. I candidati ovviamente non potranno comunicare con l'esterno e per evitare qualsiasi rischio di contatto, l'ambiente verrà blindato e isolato dal resto del mondo:

"Il presidente della Corte di appello adotta ogni provvedimento necessario per l'organizzazione delle prove scritte e, in ogni caso, dispone che i locali degli esami siano sottoposti, a cura del Ministero dello sviluppo economico - direzione generale attivita' territoriali, al monitoraggio dello spettro radioelettrico con schermatura delle frequenze della telefonia cellulare e dei collegamenti wi-fi".

Ma, a parte le restrizioni per i candidati, sono state introdotte alcune regole che vorrebbero migliorare la sicurezza dell'imparzialità dell'esame rispetto a tutti i candidati. Infatti i quesiti verranno inviati dal Ministero al presidente della commissione distrettuale attraverso una pec, protetti da un meccanismo di crittografia a chiavi asimettriche. L'invio dei quesiti avverrà entro due ore prima dell'inizio esame.

Inoltre cambia qualcosa anche per l'esame orale: le domande verranno estratte a sorte da un database informatico nazionale. Il candidato potrà assistere all'operazione di estrazione delle domande. Ciascun componente la commissione potrà comunque fare domande di approfondimento purchè inerenti al tema della domanda estratta.

In questo modo, assicurano dal Ministero, non si correrà il rischio di disparità di trattamento rispetto a ciascun candidato.

Bene, ora che l'esame è più serio che in passato dovremmo essere tutti più contenti perché gli avvocati che usciranno abilitati dal nuovo esame saranno sì di meno ma in compenso saranno davvero meritevoli e soprattutto bravi.

Oggi in Italia per diventare avvocati occorre la laurea in giurisprudenza e una pratica di di un anno e mezzo, nel 99% dei casi non retribuita. In più occorre sottoporsi alla prova dell'esame di abilitazione che assume la forma di un "terno al lotto". Verrebbe da chiedersi, come già espresso in altri articoli del sottoscritto, innanzitutto quale sia l'obiettivo da perseguire (Diminuire il numero degli avvocati? Migliorare il sistema giustizia?) e poi individuare le possibili soluzioni. A mio modesto parere un esame con tali modalità non serve a nulla e andrebbe abolito. L'unica abilitazione alla professione dovrebbe essere affermata dal mercato, nel senso che dopo un periodo di pratica certificata, il praticante diventerà avvocato e sarà il mercato a effettuare la selezione dei meritevoli e bravi.

La professione di avvocato oggi vive numerose problematiche, dalla questione economica ad una questione di immagine. Per cambiare davvero ci vuole coraggio.

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