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Numbers Gang: la gang più pericolosa del Sudafrica

Quando si atterra a Cape Town si è accolti dall’imponente bellezza di Table Mountain che, pennellata dal sole al tramonto, sembra quasi sacra. L’uscita dall’aeroporto è invece un’esperienza pressoché opposta: la sacra visione dell’imponente monumento fatto da madre natura è sostituita da un drammatico profano. La prima cosa che si incontra uscendo dall’aeroporto è una delle più grosse baraccopoli della città, una decina di chilometri di instabili capanne, persone e qualche capra, che vivono ai bordi dell’autostrada e ai margini della società.

L’arrivo a Cape Town è una metafora che descrive perfettamente i contrasti che caratterizzano questa città – e l’intero Sudafrica. Infatti, se da un lato si trovano la bellezza naturalistica, il dinamismo sociale, una città artisticamente viva e invitante per i turisti, dall’altro povertà, contrasti sociali e criminalità sono all’angolo di ogni strada.

L’alto tasso di criminalità che affligge questo paese origina dalla povertà e dall’estrema disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza che l’Apartheid si è lasciato alle spalle. Nonostante le cose stiano gradualmente cambiando, uno degli aspetti che fa si che la criminalità si mantenga pressoché costante è che chi nasce povero in una baraccopoli non ha nessuna opportunità di fronte a sé – sia per fattori culturali che per il basso tasso di istruzione.

La criminalità può essere divisa in due macro gruppi: da un lato ci sono i poveri che rubano per sopravvivere, dall’altro la criminalità organizzata.

La Numbers Gang ha a che fare con il secondo gruppo: è una banda che opera principalmente all’interno delle prigioni sudafricane, sebbene le sue braccia si estendano anche al di fuori di queste. I numeri, 26, 27 e 28, rappresentano tre diverse divisioni della gang e i compiti assegnati ad ognuna di queste. Le gang sono strutturate gerarchicamente e perseguono una strategia del terrore tramite la quale si fanno rispettare da chi non è parte della gang. Tuttavia, per garantire il controllo interno, il terrore è nelle file della gang stessa: omicidi gratuiti come prova di coraggio, furti, sequestri e stupri, e infine disponibilità a farsi stuprare dal capo diventando la sua lady-boy in carcere. Queste alcune delle attività dei “Numbers boys”.

La Numbers gang deve le sue origini a due criminali di origini Zulu di fine ‘800: Nongoloza e Kilikijan, rispettivamente fondatori dei 28 e dei 27. La tradizione vuole che i due, in cerca di lavoro come minatori, si imbatterono in Po – che successivamente divenne la guida spirituale dei due gangster – che gli parlò delle precarie ed estreme condizioni lavorative dei minatori, sconsigliandogli di seguire quella strada e convincendoli a iniziare l’attività criminale. Guidati dall’illuminato Po, Nongoloza e Kilikijan, iniziarono a assaltare treni e carrozze, nonché attaccare e derubare gli stessi minatori neri a cui avevano inizialmente intenzione di unirsi. Il gruppo di Nongoloza era formato da otto uomini, mentre quello di Kilikijan da sette, tuttavia, nonostante fossero uniti da un vincolo di amicizia e rispetto, i due gruppi lavoravano separati. La tradizione aneddotica vuole che a inizi ‘900 i due gruppi iniziarono a collaborare con sempre più frequenza fino a quando, un giorno, Nongoloza chiese di non partecipare a un colpo per motivi di salute. Quanto Kilikijan trovò al ritorno diede ufficialmente vita alla Gang dei Numeri.

Dopo un assalto a un porta valori, Kilikijan e il resto degli uomini scoprirono Nongoloza che faceva sesso con un uomo. L’incomprensione della situazione, e la sensazione di sentirsi tradito, fecero perdere la calma a Kilikijan, che aggredì Nongoloza. Solo l’intervento di Po calmò la situazione, prima che degenerasse in un evento fatale. Il santone portò i due capi banda a vedere come si comportavano gli uomini che, in condizioni di estremo sfruttamento, vivevano e lavoravano nelle vicine mine. Quando Kilikijan constatò l’esistenza di relazioni omosessuali anche tra coloro che estraevano diamanti, oro e altri metalli, decise di mettere da parte la rabbia, e fondare ufficialmente la Gang dei Numeri: 27 e 28 dunque sono i due gruppi originari, dove il 2 simboleggia i due uomini (Kilikijan e Nongoloza) e il 7 e l’8 i componenti originari delle due bande. Qualche anno dopo, nel 1906 circa, anche la terza gang fu fondata. I due leader si trovarono casualmente insieme nella prigione di Durban e diedero vita alla divisione dei 26, che oggi è quella che si occupa dell’accumulazione di ricchezza.

Con l’inizio dell’Apartheid il potere della Numbers Gang crebbe a dismisura e la gang consolidò il suo ruolo di Godfather delle carceri.

Le estreme condizioni di detenzione alimentarono la rabbia dei carcerati, già a livelli di massima tensione per la segregazione e il razzismo perpetrati tramite l’Apartheid. Le gang decisero di adoperarsi per ottenere condizioni migliori di prigionia, ottenendo così consensi anche da chi fino a quel momento se ne era tenuto a distanza. Fu questo che portò alla divisione dei ruoli della gang nel carcere per una più efficiente gestione della banda. In particolare, Nongoloza iniziò a lavorare in cucina, e questo aprì la via alla situazione attuale: sono i 28 che lavorano nelle cucine, in tutte le prigioni sudafricane. I 26 invece vennero incaricati delle pulizie, e sembra che ad oggi la tradizione si tramandi.

Oggigiorno gli “entry requirements” per accedere ad una delle divisioni, sono determinati dal capo di accusa con cui si entra in carcere. Le sentenze emesse dal South African Department of Corrections fungono da curriculum vitae per gli aspiranti gangster. A seconda che si sia accusati con un capo afferente ad un crimine economico, violento o ad un crimine sessuale, si ha possibilità di accedere, rispettivamente, ai 26, 27 o 28.

La struttura della gang, la violenza all’interno di questa, il significato dei tatuaggi, nonché varie tematiche legate alla sessualità e al “branco”, hanno spinto molti a investigare sul tema (anche la FBI ha studiato la Numbers gang nel suo report “National gang threat assessment”). Data la complessità del tema, per comprendere meglio la gang e il suo funzionamento, è necessario descrivere le tre sotto-gang separatamente, senza addentrarsi in giudizi di valore ma piuttosto lasciando il lettore libero di farsi una idea in merito a questo fenomeno.

I twentysixers:

twentysixers si occupano di accumulare ricchezza per la gang, nonché di gestire i flussi di droga, denaro e beni che entrano in carcere, affinché ai 27 e ai 28 non manchi niente. La struttura dei 26 è suddivisa in una branca armata (“Numbers One”) e una branca che non lo è (“Numbers Two”). In particolare, le file della divisione disarmata contano: un generale, un ispettore (che supervisiona l’inflizione delle punizioni stabilite dal tribunale interno e gestisce le uniformi), un dottore (che esamina le nuove reclute, è che ha “l’ultima parola” sull’ingresso o meno di un nuovo membro), un avvocato e un giudice, e un capitano (autorizzato a usare le armi per “pugnalare gli altri per punizione” e decorato con sei stelle tatuate sulle spalle). Nella fazione armata della gang, che si occupa di iniziare le nuove reclute spiegando le politiche della gang e le tradizioni e leggi, invece si trovano: il generale di combattimento (che può dare l’ordine di armarsi ai “Numeri Uno”), un ispettore (anche questo supervisiona gli accoltellamenti, ma si occupa anche di eventuali promozioni di membri), un dottore e un giudice (con ruoli ridotti rispetto ai membri della falange non armata), un avvocato difensore dei membri internamente accusati, un segretario (capace di scrivere e fare i conti, per questo usato anche come contabile del gruppo) ed infine un “Capitano Due” (identifica nuovi potenziali membri, supervisiona gli accoltellamenti, è esperto sulle decisioni prese ai meeting ed è decorato con quattro stelle sulle spalle).

Storicamente, i 26 lavorano nelle prigioni come cleaners. Tuttavia, come precedentemente menzionato, i 26 gestiscono i flussi di ricchezza che accumulano attraverso furti, contrabbando, sequestri e altre attività che afferiscono alla sfera dei “crimini economici”. Un Ventisei deve avere un profilo attivo all’interno della gang ed essere sempre all’opera per identificare nuove reclute, ungere il sistema tramite mazzette e favori, e allargare il network al di fuori della prigione – dove i 26 sono i più attivi delle tre fazioni. Ciò che caratterizza i 26 è che sono (relativamente alle altre due gang) poco violenti e spesso entrarne a farne parte è una alternativa allettante per coloro che lavorano più d’astuzia che di violenza – anche se per arrivare agli alti ranghi della gang è necessario spargere molto sangue. Una delle regole della gang per controllare il fenomeno della violenza è proprio quella che, qualora uno diventi eccessivamente violento, venga trasferito nei 27.

Per essere accettato dai 27, il prigioniero dovrà soddisfare la “richiesta di sangue” fattagli dal capitano dei 27 e, una volta che l’avrà soddisfatta, non potrà più tornare alla gang di partenza. Un’altra situazione che compromette l’accettazione da parte del clan dei 26 è se l’uomo è stato stuprato in precedenza (o se ha stuprato, in qual caso, sarebbe un candidato per il gruppo dei 28). Infine, se la persona ha subito danni alla testa – ferite o traumi che siano – non verrà accettato tra le file della gang (i dottori controlleranno prima dell’ammissione) a meno che non si “riprenda il sangue perso”, aggredendo un guardiano della prigione. 

I twentyseveners:

Nonostante le varie ricerche e studi condotti sul fenomeno, i 27 rimangono la sezione della gang sulla quale si conosce meno. Sono indubbiamente i più violenti tra le schiere della Gang dei Numeri, e per questo vengono selezionati tra i condannati accusati di omicidi, o altri crimini violenti.

I 27, proprio come la relazione che lega i tre numeri, svolgono una funzione intermedia tra 26 e 28. Sono un ponte, che permette la comunicazione tra le altre due branche della gang. Svolgono funzioni di monitoraggio e controllano che il codice della gang sia rispettato e messo in pratica dagli altri membri. Ancora, sono coloro incaricati di negoziare i problemi che si possono venire a creare tra le fazioni della banda, e consegnano i messaggi tra i vertici dei 26 e dei 28.

I 27, come i 26, sono contrari alle unioni tra persone dello stesso sesso. La ragione di questo è da ricercarsi nella storia di Kilikijan che, sebbene accettò la natura di Nongoloza, non vide mai di buon occhio l’omosessualità. Infatti, proprio da questo derivano le condizioni per accedere o lasciare i 27. Se uno è un 28, può diventare un 27 se abbandona la pratica del sesso tra uomini e se dimostra la sua affidabilità saldando un “grosso debito di sangue” che dimostri ai tribunali interni delle fazioni, l’innata violenza dell’uomo e la maggiore vicinanza alle attività dei Ventisette.

Sebbene si possa speculare sull’esistenza di una struttura gerarchica simile a quella dei 26 non si hanno dati, né confessioni rilasciate da qualche membro, che aiutino a identificarne l’esatta struttura.

I twentyeighters:

La struttura dei 28 è senza ombra di dubbio quella più complessa, nonché le relazioni che sussistono all’interno di questo gruppo sono estremamente interessanti da un punto di vista antropologico. I 28 sono reclutati tra i criminali accusati di crimini sessuali: violenze, stupri, mutilazioni di genitali e così via. E, a seconda dei casi, sono stuprati dagli altri membri della gang oppure sono nuovi stupratori (normalmente il generale, ha la sua schiera di lady-boy, chiamati wyfies). Per le stesse ragioni per cui i 27 non credono e rifiutano relazioni omosessuali, i 28 le accettano e vi credono: quando Nongoloza fu guidato da Po a vedere le mine, capì che relazioni tra esseri dello stesso sesso esistono da sempre in natura, e fece suo e della sua gang questo “rituale” senza più nasconderlo.

Come accennato in precedenza, lavorano nelle cucine delle prigioni sudafricane. La loro struttura è costituita da tre sotto-ripartizioni: la Gold line, la Silver line e la Third division.

La Gold line, o sezione del sangue, è la parte armata e violenta della crew dei 28. Vi si accede “prendendo sangue” e la struttura è altamente militarizzata. Il “Lord” supervisiona l’alto commando dell’ala militare dei 28. I suoi sottoposti sono: il giudice (si occupa di stabilire le sentenze di morte, che poi deve presiedere. Il giudice si riconosce per le sette stelle che porta tatuate su ogni spalla – che in teoria dovrebbero essere d’oro sulla destra e d’argento sulla sinistra); il generale (ruolo per gli assetati di sangue, che comprende i compiti relativi a distribuire armi e dichiarare guerra); il colonnello (non armato, ma esperto conoscitore della legge dei 28); il “wireless operator”, dotato di una memoria eccezionale, rappresenta gli occhi e le orecchie della gang; infine il Luogotenente, controlla i flussi di informazioni che dal basso vanno verso gli alti ranghi e si occupa, tra le altre cose, della selezione di nuove wyfies.

La Silver line è anche nota con il nome di “gruppo delle femmine”: questa parte della gang è composta da coloro che sono stati scelti come wyfies per i membri dei 28, e prestano il loro corpo per soddisfare i desideri degli altri uomini del clan su richiesta di quest’ultimi. La Silver line ha una sua ulteriore ripartizione in sotto gruppi: divisione uno, divisione due e apprendisti. Nella divisione uno, si trovano uomini che hanno lavorato come wyfies ma che hanno elevato il loro status. La carica più importante è quella di Governatore generale (che ha 7 stelle su ogni spalla), ed altre posizioni sono quelle dell’impiegato (segretario e contabile), del dottore (valuta se “il cuore di un carcerato batte due o tre volte”, per stabilire la natura del membro e reclutarlo come soldato o come prestatore di favori sessuali). Infine vi sono un magistrato, un sotto magistrato e un ispettore.

La seconda divisione della Silver line supervisiona gli apprendisti, i ruoli più importanti sono: Goliath One e Goliath Two e Silver One e Silver Two. La figura più interessante è quella dei Goliath One: wyfies più rispettate nonché “troie del gruppo”. Possono decidere cosa fare all’interno del campo dei 28 senza chiedere permessi e possono andare dove preferiscono e far sesso con chi vogliono. Quando una sentenza di morte è approvata dalla corte interna ai Ventotto, un Goliath One danza intorno al condannato prima della esecuzione materiale per “riempire la mente del boia con pensieri eccitanti e ispiranti”.

Infine, l’ultima divisione è quella degli apprendisti: il rango più infimo nella struttura sociale della Numbers Gang. Devono mostrare la loro disponibilità a essere violentati vestendosi con abiti che lasciano scoperte alcune parti del corpo e riportando tatuaggi che indichino il loro ruolo (hanno un tatuaggio di un “Moliva Boy” sulla spalla sinistra). Sono gli schiavi sessuali dei boss: sono esclusi da ogni combattimento e relegati a soddisfare i desideri dei membri “decorati”.

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Per coloro che volessero saperne di più questo è un ottimo documentario sul tema:

Philipson, A. (Director). (2007). Ross Kemp on gangs: South Africa [Motion Picture].

 

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