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Notizie dal Medio Oriente e dal Nord Africa

Cosa sta accadendo nelle zone più calde del mondo? Da genocidio di Gaza, alla crisi in Libano, passando per la Cisgiordania e Gerusalemme est, fino agli accordi Israele-Marocco.

 

di ANBAMED

(Foto di https://www.facebook.com/unrwa)

Genocidio a Gaza

Nella giornata di ieri, l’esercito israeliano ha ucciso 71 civili e ferito altri 112. Secondo i dati forniti dal ministero della sanità palestinese, il totale delle vittime uccise, dall’inizio dell’aggressione, ha raggiunto le 40.405 persone e i feriti 93.468.

Libano

Il segretario generale di Hezbollah, Nasrullah, in una videoconferenza ha smentito la versione israeliana dell’attacco di ieri mattina.

“Abbiamo colpito gli obiettivi prefissati con precisione. Le nostre batterie hanno lanciato 340 razzi katiuscia e droni verso obiettivi militari.

Abbiamo dribblato la contraerea del nemico e colpito la base militare di … a un km e mezzo da Tel Aviv.
Abbiamo i video dell’attacco e li pubblicheremo in giornata.

È la nostra risposta all’assassinio di Shokr.

Non abbiamo colpito obiettivi civili e se ci sono stati esplosione ad Akka e Neharia erano per effetto della contraerea israeliana e non dei nostri droni”.

Una versione dei fatti che smentisce quella israeliana che ha parlato di un attacco preventivo. Nasrullah ha detto “ non sono stati lanciati missili balistici e che potranno utilizzarli in futuro se questo colpo non indurrà il nemico ad una condotta responsabile e di aver ritardato la data della risposta militare per dare spazio alle trattative per un cessate il fuoco a Gaza. Adesso la risposta è stata compiuta, ma il sostegno al popolo di Gaza continuerà”.

La stampa vicina al partito della resistenza libanese ha rivelato informazioni dettagliate su due basi militari israeliane, tra le 9 prese di mira durante questo attacco in risposta all’assassinio del dirigente Shokr: la base di Ghelilot, vicino a Tel Aviv ed a 110 km dal territorio libanese ed Ain Shimr, una base della difesa antiaerea.
Fonti giornalistiche USA riportano dichiarazioni di militari di Washington sul ruolo delle forze armate statunitensi nel respingere i droni di Hezbollah e nell’ aver fornito immagini satellitari e altre riprese da droni delle basi di Hezbollah nel sud Libano e nella Beqaa.

Lo scambio di bombardamenti e lancio di razzi è continuato anche stamattina, ma con una potenza limitata. Non sembra che vi sia ulteriore escalation del conflitto. Hezbollah è riuscito a lanciare 320 razzi e droni.

Situazione umanitaria

Un nuovo rapporto delle organizzazioni dell’ONU sulla fame a Gaza. “Il 96% della popolazione soffre di insicurezza alimentare”.

Secondo il rapporto la situazione è entrata nella fase 4 (su 5) della classificazione delle agenzie internazionali: “Siamo nella fase dell’emergenza e la prossima ed ultima fase (la quinta) è la carestia che si annuncia imminente in questo prossimo mese di settembre, se non si raggiunge un cessate il fuoco”.

Il rapporto rileva che un terzo delle famiglie trova da mangiare cercando tra i rifiuti e il 20% passa diversi giorni senza toccare cibo. A questo si aggiungono la mancanza di acqua potabile e la diffusione delle malattie infettive.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Due giovani palestinesi uccisi a Salfit durante scontri impari tra i giovani delle pietre e i soldati israeliani..
All’alba l’esercito israeliano ha compiuto un rastrellamento in un campo profughi di Qalqilia. È stato arrestato un gruppo di giovani.

Altri rastrellamenti hanno interessato il campo profughi di Fawwar, vicino ad El-Khalil e la città di Nablus.
Un attentato con una mina contro pullman di coloni a sud di Betlemme. Non ci sono state vittime, ma soltanto danni al mezzo.

Trattative

Le trattative indirette non hanno portato finora ad un accordo.

La delegazione israeliana guidata dal capo dei servizi esteri, Barnea, è tornata a Tel Aviv e quella palestinese guidata da Al-Hayya è tornata a Doha. Non c’è stato nessun avvicinamento. Le posizioni rimangono lontane, malgrado le dichiarazioni ottimistiche dei portavoce statunitensi.

La stampa israeliana scrive che la delegazione di ritorno dal Cairo si è incontrata con Netanyahu.
L’ufficio del premier ha informato che la proposta avanzata dai mediatori è quella di un ritiro parziale dal corridoio di Philadelphia (Salahuddine per palestinesi e egiziani) lungo il confine con l’Egitto, “ma non ci ritireremo del tutto”.

Hamas respinge questo nuovo approccio dell’amministrazione Biden e lo considera un cedimento alle richieste israeliane.

Solidarietà internazionale

Un gruppo di intellettuali di origine ebraica ha lanciato un appello nel quale chiede “un cessate il fuoco e una solidarietà concreta con la popolazione martirizzata di Gaza”.

L’appello continua: “Da più di dieci mesi, ogni giorno a Gaza, anziani, donne, bambini e uomini vengono deliberatamente presi di mira e uccisi. L’occupante attacca scuole, ospedali, campi profughi. Si accanisce contro medici, giornalisti, atleti. Organizza la fame. L’occupante tortura i prigionieri, come ha dimostrato il rapporto di B’Tselem.

Da mesi, centinaia di migliaia di abitanti di Gaza sopravvivono sotto le tende nelle peggiori condizioni, con una mancanza di igiene che favorisce le epidemie.

Il mondo lo sa e i leader tacciono. Alcuni si dichiarano «preoccupati», ma collettivamente permettono al governo di estrema destra al potere in Israele di distruggere ogni giorno un po’ di più il diritto internazionale.

Peggio ancora, continuano a fornire armi e munizioni ai genocidi.
Gli Stati Uniti hanno appena rinnovato il loro finanziamento di miliardi di dollari a Israele per armi ed equipaggiamenti militari”.

Per leggere tutto e firmare: QUI.

BDS

ColaGaza è un nuovo marchio di bevanda in concorrenza con la bevanda oggetto della campagna di boicottaggio dei comitati BDS.

Si produce in Svezia ed è diffusa commercialmente nei Paesi dell’UE e in GB, Paesi arabi e Sudafrica.
La società palestinese che ha promosso l’iniziativa, Safad Industries, ha affermato che in 5 mesi di commercializzazione sono state vendute 20 milioni di lattine e bottiglie.

Migranti

La Guardia Costiera libica ha tratto riportato in Libia due imbarcazioni con centinaia di migranti.
La prima un gommone in avaria di fronte alle coste di Zwara e con a bordo 123 migranti di nazionalità africane, arabe e asiatiche.

La seconda, una barca di legno, anche essa con il motore in avaria, è stata soccorsa al largo delle coste di Garabulli, ad est della capitale Tripoli. Su questa barca erano ammassati 52 migranti.

Tutti i migranti sono stati consegnati alla polizia per essere internati nei centri di detenzione, magari per essere “rivenduti” dalle milizie che custodiscono questi centri per i trafficanti di esseri umani e per una futura partenza nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Altro che lotta agli scafisti finanziata dall’UE.

Marocco-Israele

Secondo il sito specialistico in vicende militari, Military Africa, Rabat ha firmato un contratto con la società israeliana IAI (Israele Aerospace Industries) per l’acquisto di due satelliti spia del valore di un miliardo di dollari.

I due Ofek 13s sostituiranno il sistema di spionaggio satellitare marocchino attuale fornito dalle società europee di Airbus e Thales.

Il nuovo sistema satellitare marocchino di fabbricazione israeliana servirà a monitorare i confini. Dal 2020, con la firma dei cosiddetti accordi di Abramo, con il riconoscimento diplomatico in cambio del riconoscimento USA della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale, le relazioni di Israele con il Marocco in materia di vendite di sistemi di armamenti, in particolare droni, sono state intense e non si sono raffreddate malgrado il genocidio che si sta compiendo a Gaza per mano dell’esercito israeliano e malgrado le provocazioni degli estremisti sionisti a Gerusalemme.

Da ricordare che il re del Marocco è il presidente della Commissione della Lega Araba per Gerusalemme.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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