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Nonciclopedia: Vasco Rossi risponde

Nella risposta pubblicata sul profilo di Vasco Rossi è possibile cogliere tutta la distanza dalla realtà che permea la sua recente comunicazione in rete, essendo evidente che la libertà di stampa non è in questione in questo caso, poiché non si parla di notizie, ma del sottile confine che separa la satira dalla diffamazione.

Se lo scopo era quello di far cessare quella che si credeva una diffamazione, non ci sarebbe stato motivo di continuare l'azione legale una volta rimosso il materiale su Rossi, le mancate risposte alle offerte di collaborazione da parte dei querelati parlano di qualcosa di più di un'azione dispiegata per i motivi indicati qui sotto.

Togliete internet a Vasco prima che faccia la fine della Fallaci e ditegli di farsi consigliare da qualcuno capace.

 

A proposito di Nonciclopedia
pubblicata da Vasco Rossi il giorno lunedì 3 ottobre 2011 alle ore 14.44

A proposito di Nonciclopedia, prima di tutto fatti e non solo parole:

piu'di un anno fa, nel febbraio 2010, abbiamo sporto querela per diffamazione nei confronti del sito Nonciclopedia che degli insulti contro Vasco Rossi aveva fatto la sua bandiera. Insulti quotidiani e gratuiti, insulti a tempo perso e senza alcun motivo. A un anno e mezzo circa dalla denuncia per diffamazione il magistrato in questi giorni ha riscontrato che gli elementi di reato per diffamazione esistono tutti e lo ha comunicato alle parti. In seguito alla comunicazione del magistrato, gli ammministratori di quel sito hanno deciso autonomamente di chiudere il sito perché si sono evidentemente accorti di essere nel torto. Vasco non ha mai chiesto la chiusura del sito, ha molto semplicemente chiesto al suo avvocato di difenderlo in sede giudiziaria dalla diffamazione, persistente. E' evidente che non sono vittime, ed è un giudice a decidere che sussiste il reato per diffamazione, cosa ben diversa dal definirsi un sito di satira. Attenzione a pubblicare notizie solo unilaterali, chi si occupa di web sa bene che è molto difficile far chiudere un sito, se non addirittura impossibile. Difendersi dagli insulti che piovono in maniera gratuita e non si sa per quale motivo, non è solo lecito, E' DOVEROSO: libertà di stampa non è libertà di offendere.

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