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Festival di Sanremo: non solo canzonette

La canzone d’autore vince al Festival di Sanremo. Canzone di indignazione, lucida fotografia della nostra società, ma anche di speranza nel cambiamento, nella presa di coscienza: affinché sia possibile "riempire l’immenso vuoto con musica e parole".

Neppure la censura può frenare la forza della musica, delle note, delle idee, "poiché sono come le farfalle, che non puoi togliergli le ali", poiché "sono come le stelle, che non le spengono i temporali".

"Chiamami ancora amore, e questa maledetta notte dovrà pur finire": anelito di dolce speranza, mista a rabbia ed indignazione, per tutto ciò che viviamo e che, passivamente, abbiamo imparato ad accettare. 

Dopo le vittorie nelle scorse edizioni dei vari "Amici", sfornati dalla tv dei reality, tanto dotati vocalmente quanto omologati nel loro ruolo di bambini prodigio, sognanti il successo e la rapida scalata al mondo patinato, Sanremo 2011 ha, invece, reso giustizia alla migliore fra le canzoni in gara.

Ma non solo. Questa vittoria ha reso giustizia a quello che è il grido di rabbia dell'Italia, trasversalmente. Degli operai che perdono il lavoro, degli studenti che vanno in piazza per difendere un libro, la loro cultura, il loro futuro, dei poeti che non possono cantare, di chi a vent'anni muore in un deserto polveroso, ma non per i propri ideali, degli emarginati dalla nostra ipocrita società.

Non è un caso che sia proprio il professor Vecchioni l'autore di questa riflessione ed il protagonista di questa piccola rivoluzione. Non è un caso se queste tematiche, anche se affrontate nel tempio della musica popolare, incendino l'animo di chi le ascolta, emozionandolo ed indignandolo. La nostra società ha bisogno di questi sentimenti, di ritrovare queste passioni, di salvaguardare la sua cultura, le sue radici e la sua memoria. 

Ritornare in piazza, svegliandosi dal torpore, informarsi di ciò che realmente accade, non fermandosi alle notizie distorte ed edulcorate dai Tg. Andare oltre.

Riscoprire l'importanza della nostra importanza, in quanto esseri pensanti. Riempire di musica e parole questo vuoto immenso che ci avvolge è l'unica soluzione per evitare che i "bastardi al sole" continuino ad appiattire ogni slancio ed ogni speranza di miglioramento. 

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