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Non riduciamo la figura di Peppino Impastato alla lotta per la "legalità". È ben altro

Mentre per qualche giorno le varie bacheche di facebook, i blog e i vari giornali si occuperanno della condanna (e comunque si aspetta la cassazione) di Berlusconi e tutti saranno entusiasti (e di cosa non si sa), vorrei ricordare l'anniversario dell'uccisione di Peppino Impastato. Ma a modo mio.

Dopo anni è stato dichiarato ucciso e condannato il mandante perché, come ben sapete, sia la questura che i magistrati e i soliti giornali avevano raccontato che si fosse suicidato. Pensate, c'era l'Unità (all'epoca comunista) che scrisse un trafiletto dicendo che un ragazzo estremista, forse mentre preparava un attentato, fu vittima di un incidente. Storie che si ripetono.

E mi dispiace che la figura di Impastato sia diventata simbolo della legalità. Riduttivo, estremamente riduttivo. L'assassinio di Peppino, badate bene, non è stato un semplice omicidio mafioso come si potrebbe immaginare. Riporto una frase di Erri De Luca : "È stato un omicidio fatto con sapienza, è stato eliminato lui per troncare tutti."

Si perchè questo ragazzo è stato un rivoluzionario e l'Italia negli anni '70 sfondò una quantità enorme di tali militanti. Oggi questo attributo è vago e subordinato a quello di terrorista, oggi i terroristi sono considerati anche i gruppetti di tifosi che si scontrano con la polizia. Oggi i terroristi sono anche chi brucia una bandiera, chi manifesta contro il G8, chi occupa i binari di un treno per reclamare i propri diritti. Io voglio, in questo mio scritto, ridare il suo vero significato a questo aggettivo. Terrorista è la strage di Piazza Fontana, è la strage di Stato, è anche l'informazione che fa "terrorismo". Terrorista è il bombardamento aereo di una città, che ha lo scopo di seminare terrore tra indifesi ed inermi. Il terrorismo comincia a Guernica nel 1937, sotto le bombe tedesche. Quelle sganciate durante un giorno di mercato. Nella sala dell'ONU c'è il quadro di Picasso che rappresenta quella strage, ma che poi ogni tanto viene coperto dalla vergogna quando approvano una risoluzione di guerra. Il terrorismo non aveva niente da spartire con i ragazzi degli anni '70, erano dei rivoluzionari.

Le loro lotte non avevano obiettivi estremisti. Si organizzavano per occupare le case lasciate vuote dagli speculatori, si lottava in fabbrica per ottenere più sicurezza sul posto di lavoro, si lottava addirittura nell'esercito perché i soldati li consideravano dei "proletari in divisa".

I rivoluzionari, definiti la meglio gioventù da Pasolini, puntavano ad obbiettivi pratici e moderati. Ma la repressione contro di loro fu talmente massiccia che li trasformò in rivoluzionari a tempo pieno. I militanti di sinistra rivoluzionaria (ostacolati anche dal PC) sono stati i più incarcerati per motivi politici. Anche rispetto al ventennio fascista. E ovviamente fu anche un bene perché anche lì, in carcere, hanno organizzato scioperi per richiedere una qualità della vita decente per gli incarcerati.

E in questo periodo triste dove va di moda il giustizialismo oppure quel garantismo solamente per le persone che contano, la Giustizia e il Sistema Carcerario produce morte, repressione, detenzione preventiva e non vige più la presunzione di innocenza, specialmente per le persone comuni.

In quegli anni non esisteva internet dove noi comodamente possiamo fare controinformazione, quei ragazzi dovevano sudare per praticala! E quindi aprivano delle radio clandestine, le cosiddette radio libere. Peppino aveva aperto Radio Aut. Apriva i notiziari con cronache dal mondo, quelle che i media non dicevano, poi parlava della mafia locale. Qui c'era giornalismo vero e già solo per questo rivoluzionario.

Questa forza incredibile di rivoluzione è stata fatta sparire, non è svanita da sola. Perché quando Peppino è morto in concomitanza con l'omicidio di Aldo Moro (coincidenza?), tutto è finito. C'è stata la sconfitta del movimento grazie al terrore pianificato.

Sono arrivati i bui anni '80, l'appiattimento culturale degli anni '90 e l'attuale rassegnazione di questo nuovo millennio e il tintinnio delle manette che un tempo apparteneva alla destra sociale e al vecchio partito comunista. Ma ci vuole un inversione di rotta. Perché la libertà non ci viene regalata da nessuno, la libertà va conquistata. E senza farsi manipolare.

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