Noi umbri siamo tutti ignoranti?

Noi umbri siamo tutti ignoranti? O quanto meno molti di noi lo sono? Oppure, siamo più ignoranti degli abitanti di molte altre regioni?
Queste domande risultano legittime se si esaminando i dati relativi al 2014, forniti dall’Istat, riguardo alla lettura di libri e di quotidiani.
Infatti i dati a cui ho fatti riferimento sono piuttosto sconfortanti per la nostra regione.
Si possono analizzare anche solamente questi quattro dati, tutti relativi al 2014:
a) persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nei dodici mesi precedenti all’intervista sul totale delle persone di 6 anni e più
b) persone di 6 anni e più che non hanno letto nemmeno un libro nei dodici mesi precedenti all’intervista sul totale delle persone di 6 anni e più
c) persone di 6 anni e più che hanno letto o scaricato libri online o e-book sul totale delle persone che hanno utilizzato internet
d) persone di 6 anni e più che hanno letto quotidiani almeno una volta a settimana sul totale delle persone di 6 anni e più
In tutti e quattro i casi i valori medi percentuali che contraddistinguono l’Umbria sono peggiori dei valori medi nazionali, oltre che dei valori attribuibili alle altre regioni del Centro Italia, e sono molto vicini ai valori che caratterizzano le regioni meridionali.
Nel caso a) il valore percentuale per l’Umbria era 39,0 e il valore medio nazionale 41,4.
Nel caso b) il valore percentuale per l’Umbria era 59,0 e il valore medio nazionale 56,5.
Nel caso c) il valore percentuale per l’Umbria era 14,6 e il valore medio nazionale 15,6.
Nel caso d) il valore percentuale per l’Umbria era 45,1 e il valore medio nazionale 47,1 (in questo caso è disponibile anche il valore medio percentuale per il Centro Italia pari a 48,7).
Nell’ultimo caso sono disponibili anche i dati relativi agli anni precedenti, e in Umbria si è passati, negli ultimi 5 anni, dal 50,2% del 2010 al 45,1% del 2014 (occorre aggiungere che una diminuzione simile si è verificata anche considerando tutta l’Italia).
Quindi noi umbri leggiamo molto poco sia libri che quotidiani e, per quanto riguarda i libri, anche quelli disponibili solo su internet.
In un precedente post ho sostenuto che la crisi economica sta avvicinando l’Umbria alle performances, che sono quelle peggiori nell’ambito del nostro Paese, che contraddistinguono le regioni meridionali.
Quanto scritto in questo post dimostra che le stesse considerazioni possono essere formulate relativamente alla situazione culturale.
E sia il peggioramento della situazione economica che il peggioramento della situazione culturale devono essere oggetto della stessa attenzione, soprattutto da parte del Governo regionale, che deve essere pienamente consapevole di quanto sta avvenendo in Umbria.
Ed inoltre la Regione dell’Umbria deve promuovere le iniziative più opportune per affrontare con decisione entrambe le problematiche.
Foto: QuattroStagioni/Flickr
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