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Nigeria, nessuna giustizia per gli omicidi di polizia

Cadaveri di “sconosciuti” accatastati sulle panche o fuori dall’obitorio perché dentro non c’è più spazio. Autopsie firmate senza neanche aver esaminato i corpi. Sepolture negate, lutti che non si concludono. Il ghigno di chi sa che il giorno dopo potrà uccidere ancora. La rabbia di chi si sente tradito dalle istituzioni.

Ogni anno, nello stato di Rivers, in Nigeria, centinaia di uccisioni da parte della polizia hanno quell’epilogo. Finiscono nel nulla, con l’impunità per i responsabili e il dolore delle famiglie delle vittime.

Un rapporto di Amnesty International, pubblicato 48 ore fa e frutto di recenti ricerche effettuate nello stato di Rivers, punta il dito su una piaga antica della Nigeria: l’assenza di indagini adeguate sull’operato delle forze di polizia. Il rischio, sottolinea l’organizzazione per i diritti umani, è che quanto accade lì possa replicarsi anche in altri stati della Nigeria.

La mancanza d’indagini, l’inosservanza delle regole più elementari per sigillare la “scena del crimine” e raccogliere gli elementi di prova, insieme all’assenza di collaborazione da parte delle forze di polizia, contribuiscono alla vasta impunitàdi cui beneficiano i loro uomini, anche quando pare evidente che abbiano fatto uso illegale della forza letale.

La maggior parte degli omicidi di polizia si verifica nella capitale dello stato, Port Harcourt. Nel corso degli ultimi anni, la “zona franca” per eccellenza è stataAbonnema Wharf, l’area portuale nella quale si erano ammassate centinaia di migliaia di famiglie. Secondo la polizia, luogo esclusivo di spaccio e delinquenza. Secondo le organizzazioni nigeriane per i diritti umani, luogo di miseria assoluta.

Luogo che comunque non esiste più. Il 27 giugno dell’anno scorso, dopo un intenso lavoro di bulldozer durato cinque giorni e cinque notti, Abonnema Wharf, come si può vedere nella foto, è stato raso completamente al suolo. A molti abitanti non è stato dato neanche il tempo di raccogliere i loro beni personali, che sono rimasti tra le macerie.

Amnesty International ha nuovamente sollecitato il governo federale e quelli statali della Nigeria a indagare su tutti i casi di morte violenta, assicurare che le autopsie siano svolte in modo adeguato e da parte di personale qualificato e garantire che gli autori degli omicidi illegali siano chiamati a risponderne.

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