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Nessuna Festa

Ed ora? Cosa ti toccherebbe fare?

Sono mesi che denunci che la strategia dell'emergenza era solo campagna elettorale permanente. Sono mesi che denunci che la monnezza era solo un furbo stratagemma. Sono mesi che denunci le elevate percentuali di diossina, le discariche abusive a cielo aperto, le terre malate, il mare inquinato, i continui roghi, gli eterni cumuli, i copertoni che bruciano ancora.
 
Ed allora? Che cosa aspetti?
 
Hai la preda in trappola. Ce l'hai in pugno. Sbranalo. Chiedi le sue dimissioni. Sputtanalo. Sparagli contro merda a raffica.
 
Ed io? Io cosa dovrei fare?
 
Se rigalleggio nella monnezza. Se rivivo l'incubo. Se i cumuli mi riarrivano al primo piano. Se centinaia di sacchetti ricosteggiano il mio palazzo. Se ho i polmoni che rirespirano miasmi e fetori.
 
No. Mi dispiace. Non ci sto.
 
Non esulterò se vedrò cadere la sua testa, mentre migliaia di miei concittadini rinasconderanno la testa come struzzi. Non marcerò sul carro dei vincitori assetati di vendetta, quando si dirà che l'emergenza in realtà non è mai finita. Non mi rallegrerò a rivederlo a Napoli tra tonnellate di rifiuti, con i sondaggi che lo condannano alla resa.
 
Che tristezza. Che ipocrisia. Che sofferenza.
 
Affogare nella merda e ridere per la disfatta altrui. Sguazzare in questo putridume e godere per la pusillanimità altrui. Sopravvivere nel caos e prendersi gioco del fallimento di un pagliacco.
 
"Amame quand nun mo merit. Tann n'aggie bisogn".
Chiedo scusa, ma io oggi per amore di Napoli non gioirò.
 

 

"Qui si può solo perdere... ed alla fine non si perde neanche più."

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