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Nell’esercito statunitense da oggi combattono anche le donne

Il segretario della difesa statunitense Leon Panetta ha deciso di concedere ruoli di combattimento alle donne nell'esercito americano. Si tratta di un'apertura storica per le forze armate USA.

Nel febbraio 2012, per preparare il terreno, il Pentagono aveva già messo a disposizione 14.500 posti di combattimento riservati alle donne, ma le precludeva ancora dal ricoprire cariche nella fanteria, nelle unità blindate e nei reparti speciali da sbarco o da assalto.

La decisione, il cui annuncio ufficiale avverrà giovedì 31 gennaio, prevede un'apertura graduale alle postazioni femminili da parte del "machissimo" esercito statunitense. Sebbene le funzioni di combattimento più semplici saranno rivestite sin da subito dalle donne soldato, per le posizioni speciali tra le forze del Navy SEAL o del Delta Force le women soldiers dovranno attendere qualche anno.

E si va ancora cauti, come precisa alla stampa un non ben identificato senatore della difesa: "Questo piano d'azione dà avvio a un processo in base al quale attueremo pianificazioni per rendere attiva tale decisione". Dietro il verdetto oracolare, la conclusione è che le autorità militari hanno tempo sino a gennaio 2016 per valutare eventuali ruoli speciali dai quali sarebbe consono continuare ad escludere le donne.

Negli ultimi dodici anni, nonostante non rivestissero direttamente posizioni di comando, un gran numero di donne soldato è stato coinvolto nelle guerre mediorientali e, secondo i dati riferiti dal Pentagono, se ne contano 139 uccise e più di 800 ferite. Le donne costituiscono il 14% delle forze militari americane, nelle quali sono attualmente coinvolti (e coinvolte) 1,4 milioni di soldati.



Voci recenti dal Campidoglio riferiscono che, accanto all'entusiasmo dei Democratici, la notizia è stata accolta con perplessità dai Repubblicani. Lawrence Korb, portavoce del Centro Informazione per la Difesa statunitense, spiega così la diffidenza: "Ci saranno magari alcune resistenze tra i tradizionalisti del Congresso, ma sono in minoranza, ed è evidente che hanno perso la causa. Quello che succederà è quello che è già successo quando ai soldati gay è stato permesso di servire l'esercito, ovvero niente".

Affinché "virasse" su questa decisione, particolare pressione è stata fatta su Leon Panetta da parte di quattro donne soldato, nel novembre 2012, che con il supporto dell'ACLU (American Civil Liberties Union), organizzazione non governativa statunitense per difendere i diritti civili e le libertà individuali, denunciavano il Dipartimento della Difesa per le restrizioni che tengono fuori la frangia femminile dell'esercito dai combattimenti in prima linea.

L'ACLU ha accolto cautamente la deliberazione (ancora non ufficiale) di Panetta, come precisa Ariela Migdal, membro della Ong: "Accogliamo questa dichiarazione con prudenza, sperando che il progetto venga realizzato equamente e in tempi veloci, in modo che le donne per il loro servizio possano ricevere lo stesso riconoscimento della controparte maschile".

Ma quello che la senatrice Patty Murray ha definito "un passo in avanti storico per l'uguaglianza", sembra tanto rispondere alla necessità di rimpolpare le fila dell'esercito americano, che potrà così contare su una quantità enormemente maggiore di truppe disponibili. 

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