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Nel Sud uno "tsunami" demografico?

Non è vero che “c'è un problema di crescita che riguarda soprattutto il Sud”, mentre da solo il Nord “sarebbe una molla pronta a scattare al primo segno di ripresa”.

Anzi: oggi il Mezzogiorno si propone come “opportunità strategica del Sistema Italia, a patto di puntare su tre direttrici: centralità del Mediterraneo, fiscalità differenziata, politica industriale centrata su logistica e fonti energetiche alternative e tradizionali”. Ad affermarlo è il presidente della Svimez, Adriano Giannola, nella relazione tenuta ieri a Roma alla Camera dei Deputati nell'ambito della Giornata di Studi della Svimez su “Nord e Sud a 150 anni dall'Unità d'Italia”. La dialettica tra unità politica e unificazione economica è il filo conduttore della nostra storia, ha aggiunto il presidente, “e l'impegno all'unificazione economica è dunque una condizione oggi più necessaria di ieri per essere Sistema e protagonisti nei mercati globali”. Per questo occorre “molto coraggio e visione condivisa per intraprendere questo progetto, lo stesso coraggio e visione che consentì nel secondo dopoguerra al Mezzogiorno di partecipare da protagonista al miracolo economico nazionale”.

Senza un progetto Sud forte e condiviso, infatti, il rischio è che, se non contrastato, il “silenzioso tsunami demografico ci consegnerà nel giro di poco più di trent'anni un Sud spopolato, anziano, cronicamente e ben più patologicamente dipendente di oggi per l' effetto congiunto di un declino nella fertilità, del progredire della speranza di vita e di una ben peculiare ripresa dell' emigrazione”. Per quanto riguarda gli interventi da realizzare, il presidente della Svimez ha precisato che occorre puntare sulla ritrovata centralità del Mediterraneo, in cui il Sud ricopre una posizione avvantaggiata; sulla fiscalità differenziata, da rivendicare con totale fermezza in sede europea, per permettere una maggiore attrazione di investimenti italiani e stranieri; su di una politica industriale contraddistinta da una notevole attenzione alla logistica, alle fonti energetiche (alternative e tradizionali) e alle risorse ambientali, la cui dotazione è nettamente superiore a quella del resto del Paese. “Così come la Basilicata rappresenta la Mecca petrolifera nazionale, e il Sud quello delle fonti rinnovabili e sostenibili - ha affermato il presidente -, la Campania e, in generale il Mezzogiorno tirrenico, rappresenta la Mecca dell'inesplorato ma promettente campo della geotermia... Ed è quindi misterioso ed assordante il silenzio e l'inazione dei nostri campioni: Enel ed Eni in primo luogo, che pur in altri continenti sono produttori leader proprio in questo settore”.

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