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Nel 2021 sono morti 63 mila italiani in più della media annuale 2015-19

L’aumento di mortalità nel 2021 si concentra soprattutto tra gli anziani e nel Mezzogiorno.

 

di Lorenzo Ruffino

La scorsa settimana l’Istat ha pubblicato i nuovi dati sulla mortalità in Italia nel corso del 2021 a livello comunale e per fascia anagrafica. 

La pandemia, come per il precedente anno, ha avuto un importante effetto sulla mortalità complessiva italiana, innalzandola sensibilmente rispetto a quella che si registrava prima dell’arrivo del Sars-Cov-2 nel nostro Paese. 

Prima di procedere è importante evidenziare due considerazioni: in primo luogo, i dati che useremo non sono ancora del tutto consolidati a causa dei ritardi delle anagrafi a registrare i decessi; in secondo luogo, l’aumento dei decessi che si è verificato non può essere ricondotto interamente al coronavirus, anche perché dai dati non è possibile conoscere la causa dichiarata del decesso (questi dati ci saranno solo fra due anni e saranno comunque problematici). Quel che è più importante sottolineare, in ogni caso, è che una pandemia può causare morti dirette ma anche indirette, provocate ad esempio dalla pressione che subisce il sistema sanitario e che impedisce ad alcuni di essere curati tempestivamente per altre patologie.

 

L’eccesso di mortalità nel 2021

Nel corso del 2021 sono morte 709 mila persone in Italia, rispetto a una media – tra il 2015 e il 2019 – di 645 mila decessi annuali. Allargando lo sguardo agli anni tra il 2011 e il 2019, possiamo vedere che il massimo annuale di decessi registrato in un anno è stato di 659 mila unità nel 2017. Nel 2020, quando l’Italia fu colpita da prima e seconda ondata e non c’erano i vaccini, sono morte 746 mila persone. 

L’eccesso di mortalità, cioè la differenza tra il 2021 e la media del 2015-19, è stato quindi pari a 63,4 mila unità, mentre nel 2020 era stato pari a 100,5 mila. Complessivamente, quindi, nell’anno passato sono morte il 9,8% di persone in più dell’atteso, mentre nel 2020 la variazione era stata del 15,6%. 

L’aumento di mortalità, come nel 2020, ha riguardato più gli uomini che le donne. Tra i maschi si è registrato un eccesso di 36,2 mila decessi, per un aumento dell’11,7%, mentre tra le femmine ci sono stati 27,2 mila decessi in più, pari cioè all’8,2%. 

 

 

In tutti i mesi del 2021 si è registrato un eccesso di mortalità. I peggiori mesi sono stati marzo e aprile con 10,2 e 11,6 mila decessi in più della media del quinquennio 2015-19. A dicembre, quando l’Italia è stata colpita dalla variante omicron, si sono registrati 7 mila decessi in eccesso: questo è avvenuto nonostante la minore gravità di omicron.

 

 

A livello settimanale si vede che in quasi tutte le settimane del 2021 si è avuto un eccesso di mortalità, anche se a luglio si era arrivati vicino all’azzeramento. Le ultime due settimane di marzo sono state le peggiori, ma anche a fine novembre si è registrato un rapido peggioramento della mortalità da una settimana all’altra. 

 

 

La distribuzione d’età

I dati per fascia anagrafica decennale mostrano che le persone sino ai 49 anni non hanno registrato eccessi di mortalità. Il dato cumulativo sotto i 49 anni è di 1,3 migliaia di decessi in meno rispetto alla media del 2015-19, per una variazione negativa del 6,7%. Sopra i 50 anni, invece. tutte le fasce di età hanno registrato eccessi di mortalità: ci sono stati complessivamente 65 mila decessi in più, per un aumento del 10,5%. 

Sotto i 10 anni i decessi sono diminuiti del 25% (456 in meno), mentre tra i 10 e i 49 anni le variazioni sono state tra il 3,9% e il 5,5%. Andando a osservare i dati sui più anziani, invece, si vede che tra i 50-59enni i decessi sono saliti del 9,4%, tra i 60-69enni e tra i 70-79enni dell’8,8%, tra gli 80-89enni dell’8,5% e tra gli over 90 del 15,3%.

 

 

La distribuzione geografica

A livello regionale si osserva che la Puglia è stata la regione con il peggiore eccesso di mortalità nel corso dell’anno, registrando una variazione percentuale del 18,5% rispetto alla media del 2015-19. A seguire troviamo Friuli Venezia Giulia e Molise con aumenti del 14,6% e poi Sicilia e Calabria con aumenti del 12,8% e del 12,6%. Tutte le altre regioni sono sotto il 12%: si tratta quindi di un andamento molto diverso da quello che si era avuto nel 2020, quando l’eccesso di mortalità si concentrava in gran parte del Nord Italia – con la Lombardia che aveva registrato il 37% dei decessi in più della media del quinquennio precedente.

 

 

Tutte le province con l’eccezione di Alessandria hanno registrato un aumento di mortalità nel 2021 rispetto alla media del quinquennio 2015-19. L’aumento è stato comunque molto contenuto, tra lo 0 e il 2%, a Belluno, nel Verbano-Cusio-Ossola, a Piacenza e a Genova. Le province con gli aumenti maggiori sono invece state Bari (+24,9%), Taranto (+22%) e Prato (+21%). Tra le grandi province, quelle sopra i 2 milioni di abitanti, vediamo che Roma ha avuto un eccesso di mortalità del 7,8%, Milano dell’8,1%, Torino dell’8,6% e Napoli del 12,9%. 

Infine, possiamo vedere come l’anno passato i decessi siano calati rispetto all’anno precedente nelle province più colpite dalla prima ondata: Bergamo aveva registrato un eccesso di mortalità del 61% nel 2020 e nel 2021 è stato del 2%, mentre Cremona è passata dal 53% al 2% e Lodi è scesa dal 46% al 5%. 

 

 
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