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Nel 2014, pressione fiscale al 44,5%. Anche grazie alla manovra

"Nell’ipotesi più ottimistica, ovvero senza effetti depressivi sul Pil, l’aumento della pressione fiscale dovrebbe risultare nel 2014 di 2 punti percentuali rispetto al livello attuale". Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso dell’audizione sulla manovra di fronte alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Secondo Giampaolino il ricorso prevalente alla leva fiscale, quasi i tre quarti della manovra, e in particolare "le modalità d’intervento prescelte determinano la compressione del reddito disponibile e accentuano i rischi di effetti depressivi".

Il peso del fisco salirebbe così dal 42,6% al 44,5%. "Peraltro, – ha proseguito Giampaolino – la crescita della pressione fiscale potrebbe subire un’ulteriore accelerazione a causa degli aumenti impositivi indotti dalla manovra sul versante del federalismo fiscale: l’attivazione fin dal 2012 dei margini di autonomia tributaria riconosciuti a Regioni e Comuni, come contropartita dell’anticipo e dell’inasprimento della stretta finanziaria sui bilanci delle amministrazioni locali".

"Pur approvata in condizioni di emergenza l’adeguatezza della manovra deve essere esaminata alla luce degli elementi di novità", osserva Giampaolino. Per questo, in una valutazione di sintesi, la Corte dei conti avanza delle perplessità sulla scelta che ha condotto a formulare e quantificare la manovra correttiva senza un aggiornamento del quadro economico previsionale" (traduzione: il buco è molto più ampio di quanto non siano i saldi della manovra).

Secondo Giampaolino, "appare ribaltata la logica originaria della delega fiscale: da strumento per redistribuzione del carico fiscale a strumento per reperire ingenti risorse aggiuntive per la correzione del disavanzo". [Questo lo avete già letto mesi fa, qui].

Ma altre lodi alla manovra sono venute dalla Banca d’Italia:


"Tra il 2011 e il 2014 l’incidenza delle entrate sul prodotto crescerebbe di 1,9 punti percentuali. La pressione fiscale salirebbe soprattutto nel 2012 e nel 2013 rispettivamente di 1,1 e 0,7 punti. Nel 2014 si attesterebbe al massimo storico del 44,5%": così il vice direttore generale della Banca d’Italia Ignazio Visco, nel corso dell’audizione al Senato sulla manovra del governo.

Nulla però smuove le certezze granitiche del premier, l’uomo che, dopo aver divorziato dalla realtà, rifiuta di pagarle gli alimenti:

"Io avevo detto che introducevo il contributo di solidarietà con il cuore che grondava sangue perché da sempre ho promesso che non volevamo mettere le mani nelle tasche degli italiani. Siamo riusciti a levarlo con altre fonti di risparmio". Lo sottolinea il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato da Studio Aperto​.

"Non dobbiamo dimenticare che a inizio agosto in meno di quattro giorni abbiamo varato la manovra. Credo che nessuna altro governo ci sarebbe riuscito. Abbiamo dovuto farlo per ottenere l’intervento della BCE, una sorta di ombrello fidejussorio a tutela dei nostri titoli di Stato sotto attacco della speculazione".

"Abbiamo detto subito che quella manovra sarebbe stata migliorata con il tempo. Io credo che avere lavorato in questi giorni alla vigilia di Ferragosto, praticamente senza aver fatto ferie, abbia portato al risultato di una manovra più equa e sostenibile".

“Ombrello fideiussorio” non è male, se fosse vero (ma non lo è). I mercati oggi stanno riportando lo spread Btp-Bund sulla scadenza decennale intorno ai 300 punti-base che, come ha puntualizzato Ignazio Visco, è un livello ancora troppo alto. Ma è anche basso, perché mantenuto artificiosamente compresso dagli acquisti della Bce. I quali acquisti non potranno continuare indefinitamente. È solo questione di tempo, poco tempo.

Che dire? Siamo di fronte a degli irresponsabili, economicamente analfabeti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.234) 31 agosto 2011 20:09

    Dita incrociate >

    Il 9 giugno scorso Berlusconi dichiarava che “l’attività del governo ha del miracoloso” tanto da meritare “un monumento”. Per arrivare al pareggio di bilancio, aggiungeva, basterà “un intervento inferiore a 1 punto di Pil”.
    Erano forse parole profetiche?

    A luglio il Parlamento ha approvato “di corsa” una manovra da 70 miliardi. A ferragosto, incalzato da Trichet, Merkel e Sarkozy, il governo ha varato una manovra bis da 45 miliardi per pareggiare il bilancio nel 2013.
    Ora, dopo l’atteso vertice di Arcore, Berlusconi si dichiara “molto soddisfatto” di una manovra che “è molto migliorata senza modificare i saldi”.

    Passano 24 ore ed i conti non tornano più per circa 15 miliardi, cioè per 1 punto di Pil.
    Metà della cifra dipende dal contributo di solidarietà cancellato e dai maggiori trasferimenti agli Enti locali.
    Il resto dal ½ punto in meno che registrerà di fatto il Pil rispetto alle stime “ufficiali” di crescita per il prossimo biennio. Tant’è che Bankitalia e Bce insistono da tempo sull’adozione di interventi e misure efficaci per lo sviluppo economico.
    Basterà una manovra ter?
    Intanto la crisi, la ex ripresa passata a semi crescita e poi a ricaduta, grava sul paese come Se fosse Stagnazione

  • Di (---.---.---.127) 31 agosto 2011 20:24

    buon articolo...

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