Negli Usa si prepara di nuovo il plotone d’esecuzione
Ha chiesto di morire così e lo stato lo ha accontentato. Se non vi saranno sospensioni e rinvii da qui al 5 aprile, l’esecuzione di Michael Archuleta nello stato dello Utah avverrà mediante plotone d’esecuzione .
Archuleta è stato condannato a morte per un omicidio commesso nel 1988. Secondo gli atti del processo, insieme a un complice prese un passaggio a una stazione di benzina. Il guidatore, uno studente di 28 anni di nome Gordon Ray Church, fu costretto a dirigersi verso una zona desolata, lungo un canyon. Qui venne picchiato, torturato, stuprato e ucciso.
Lo Utah ha messo al bando il metodo della fucilazione nel 2004, ma fino ad allora ai condannati a morte veniva offerta l’opzione: plotone d’esecuzione o iniezione di veleno.
Archuleta ha fatto la sua scelta prima del 2004. Teoricamente, potrebbe cambiare idea ma, ha precisato il procuratore generale dello Utah Mark Shurtleff, se insiste lo stato non si opporrà.
Il plotone d’esecuzione è composto da cinque tiratori scelti, ognuno dei quali è munito di un fucile calibro 30. Uno dei cinque fucili è vuoto. L’identità dei tiratori non viene resa nota, per ragioni di riservatezza e di incolumità.
Se l’esecuzione di Archuleta avrà luogo con queste modalità, sarà la quarta del genere negli Usa da quando, nel 1976, la Corte suprema federale ha ripristinato la pena di morte. Le altre tre esecuzioni sono avvenute sempre nello Utah.
La più recente è stata quella di Ronnie Lee Gardner, fucilato il 18 giugno 2010 (nella foto la sedia su cui è stato fucilato).
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