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Napoli: abbattuto un cedro secolare al centro storico. I cittadini non ci stanno

Il Comune di Napoli sembra aver preso sul serio la questione verde pubblico dopo la tragedia di Via Aniello Falcone in cui un pino marittimo secolare è rovinato sulla auto in transito colpendo una Fiat Panda provocando la morte di una donna di 44 anni. 
 
Questa mattina gli abitanti del centro storico di Napoli si sono ritrovati orfani dell’imponente cedro libanese che s’innalzava dall’aiuola centrale in Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli. Una squadra comunale, stando alle dichiarazioni del Vice Sindaco Sodano, questa mattina ha proceduto al taglio dell’albero viste le sue pessime e pericolose condizioni: «Il cedro era un albero malato e pericolante, da tempo».
 
La nota comunale che segue le proteste levatasi tra i cittadini dice che: "L'abbattimento del cedro posto in piazza San Giovanni Maggiore è stato motivato da ragioni inerenti la pubblica incolumità. La pianta presentava una grossa necrosi (carie) nel segmento basale e anche su alcune branche: fattori, questi, che ne pregiudicavano la stabilità. La suddetta carie è ancora visibile. La scorsa settimana, gli uffici comunali preposti al verde erano stati contattati dall'ufficio della municipalità, che aveva segnalato lo 'sbrancamento' di un grosso ramo, tanto che la pianta era stata oggetto di delimitazione. I tecnici recatisi subito sul posto avevano constatato il precario stato in cui versava la pianta e l'assoluta necessità di provvedere all'abbattimento per la tutela della pubblica incolumità. Abbattimento svoltosi questa mattina. Gli uffici competenti si sono già attivati per lavorare alla sua sostituzione”.
 
Tuttavia sono state durissime le critiche da parte degli esponenti di rilievo della società civile. Fabrizio Caliendo, proprietario e fondatore del locale Kestè, punto di riferimento della movida del centro storico, sottolinea che sarebbe bastata una semplice manutenzione, come quella già effettuate nel resto delle aree verdi della piazza e sostenuta con finanziamenti privati da parte delle associazioni e dei cittadini. Proprio per domani, dichiara lo stesso Caliendo, era previsto un sopralluogo con un esperto botanico per verificare le condizioni dello storico albero.
 
Ancora più duro Pino De Stasio, il consigliere di Municipalità, che dal suo profilo facebook chiede un eventuale controllo della Procura della Repubblica sulla correttezza dell’intervento dei tecnici comunali. Aldilà di ogni critica resta l’amaro e lo sgomento per la perdita di un simbolo da sicuro valore storico, in quanto alcune immagini riportano la presenza del cedro dal 1200 e per una mancata concertazione dei cittadini per un intervento così traumatico, per il quale gli stessi cittadini avevano già approntato degli strumenti di monitoraggio e di messa in sicurezza.
 
Credits Foto: Pino De Stasio e Fabrizio Caliendo

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.211) 12 giugno 2013 19:01

    ahahahahahahahahah
    il bobbolo prende atto dei problemi solo quando questi premono sul suo fondoschiena
    Addirittura ci sono delle teste d’ovo che ribadiscono il principio che ogni anno il comune deve farsi carico di cogliere tutte le pigne che ci sono sui pini, e sì, perchè anche la pigna che cade e colpisce il solito sfortunato motociclista mandandolo all’altro mondo fa parte del rischio pini_teste_di_ovo.
    Ma come i comuni non hanno i soldi per fare gli asili nido e le materne per consentire ai morti di fame che producono il vero reddito di questo paese di continuare a produrlo e consentire alle teste di ovo di prolificare e si mettono a buttare soldi per cogliere le pigne?
    Ma lo sapete quanto costa al giorno una misera squadra di 3 operai con autogru con cestello ed il tempo per raggiungere 1 sola pigna?
    Ma ve lo immaginate quante ne occorrerebbero per fare il lavoro in 2 o 3 mesi?
    Purtroppo le teste_d’ovo si arrogano posti di comando ed invece di pianificare quale tipo di albero si possa piantare sul ciglio delle strade e quali altri tipi invece DEBBONO essere piantati a distanze di almeno 10 metri si mettono a fare prediche facili e lagrimevoli tali da colpire la fantasia del nostro amato bobbolo che sappiamo immaginifica.
    Ora i discorsi lagrimevoli invece andate a farli ai parenti di tutte le vittime dei pini della cristoforo colombo qui a roma, ognuno di quali col suo bell’ altarino , fiori e foto del bravo giovine schiantatovisi contro.
    Ai bordi delle strade ci va il guard-rail, i pini i cui rami e pigne anche se verdi si schiantano col vento piantateli nei parchi od almeno a 10 metri dal ciglio di strade o piazze, prendete esempio dalle metropoli civili

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