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Napoli Teatro Festival 2012: i protagonisti del teatro argentino

Da stasera 15 giugno (in replica fino al 17 giugno) il Teatro Mercadante ospiterà gli spettacoli del regista, drammaturgo e attore Claudio Tolcachir, protagonista della nuova scena argentina che riscuote il suo successo internazionale con La omisión de la familia Coleman.

Per il Napoli Teatro Festival Italia l’argentino Tolcachir porta nella sede partenopea tre spettacoli: Tercer Cuerpo, El viento en un violín e La omisión de la familia Coleman.

Nel primo, attraverso generi televisivi come la telenovela e la commedia sudamericana, Tolcachir analizza l’impossibilità delle relazioni umane. La scena, composta da quattro ambienti diversi, viene percorsa dai cinque personaggi che tentano di comunicare, ognuno con la propria traiettoria. I protagonisti, ognuno dei quali è portatore di un mistero, di un enigma da risolvere, si distinguono per i dialoghi brillanti e l’umorismo tagliente. Lo spettatore assiste quindi ad un dinamico gioco di relazioni dove la realtà viene scomposta evidenziando le difficoltà del quotidiano.

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Una scena di El viento en un violin

El viento en un violín, ultima creazione della compagnia Timbre 4 (di cui Tolcachir è il direttore), racconta invece la storia di due diversissimi nuclei familiari, riuniti dal caso e dalle coincidenze della vita: una coppia omosessuale che vuole un figlio, un ragazzo giovane e confuso, ossessionato dall’invadenza della madre. Anche qui, dialoghi sarcastici e ritmo incalzante sono gli espedienti usati dal regista per indagare sulla ricerca della felicità. Avvenimenti al limite dell’assurdo dimostreranno così l’imprevedibilità delle dinamiche umane e l’universalità dei sentimenti.

Anche nella commedia grottesca La omisión de la familia Coleman ritroviamo dialoghi incalzanti, battute taglienti e battibecchi. Casa Coleman diventa un microcosmo quasi surreale e caotico in cui tutti, per la mancanza di un capofamiglia, perseguono i loro egoistici obiettivi. È proprio dietro questi sentimenti poco nobili che salta agli occhi dello spettatore l’umanità di ogni personaggio, portando il pubblico a condividere gioie e dolori di questo microcosmo caotico.

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Scena di La omision de la familia Coleman

Sempre nell’ambito del Focus sul teatro argentino del Napoli Teatro Festival, alle ore 20.00 e in prima italiana al Teatrino di Corte del Palazzo Reale andrà in scena El tiempo todo entero della giovane regista di Buenos Aires Romina Paula, per un riadattamento de Lo Zoo di vetro di Tennessee Williams. La protagonista qui è Antonia che, a differenza del testo originario, diventa una donna forte e responsabile, il cui cuore viene spezzato dalla partenza del fratello. Farà così della sua fobia un discorso, un modo di vedere il mondo. Romina Paula lavora sul tempo e sullo spazio e allontana i personaggi dalle simbologie tipiche del teatro di Williams. I suoi protagonisti, argentini che hanno sempre vissuto in Messico, sono rappresentativi della gioventù della fine degli anni Novanta e inizio del XXI secolo, caratterizzati da apatia e mancanza di combattività. «Molti argentini, soprattutto gli intellettuali, sono stati esiliati in Messico negli anni Settanta – spiega la regista – e molti sono ritornati in patria con l’istituzione della democrazia. La pièce affronta questo argomento senza chiuderlo in un “riferimento storico concreto”, del resto il Messico è per tutti i personaggi un luogo mitico, quasi creato dalla loro immaginazione».

Altro rappresentante del teatro argentino per il NTFI è Daniel Veronese che presenta Espía a una mujer que se mata e Lo hijos se han dormido. Nel primo, ispirato a Zio Vanja di Anton Čechov, il regista e scenografo argentino racconta la crisi argentina del 2001 attraverso un realismo disincantato in cui disillusione cechoviana e spirito romantico e passionale del teatro argentino si fondono.

I protagonisti, interrogandosi sul mondo e sul teatro portano lo spettatore alle radici del teatro d’arte, che si interroga e provoca. Niente costumi di scena o melodie bucoliche. Nelle note di regia Veronese descrive così il suo spettacolo: «Denudato fino all’osso, lo spettacolo pone interrogativi universali sull’amore, la natura, la ricerca della verità attraverso l’arte. Dio, Stanislavskj e Genet». La rappresentazione, da ieri al Teatro Galleria Toledo, replicherà stasera alle 23.30 e domani alle 22.30.

Tratto da Il Gabbiano di Čechov, Los hijos se han dormido presenta una versione corale del testo cechoviano in cui le peripezie di Kostantin, Irina e Trigorin si seguono come in un feuilleton televisivo. Tragedia e commedia si mescolano e ricollocano la vicenda in un ambiente popolare dell’Argentina di oggi. Ultima replica al Teatro Nuovo stasera alle 21.

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