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Mutui e prestiti: il grande boom di Lordonia

Continua il nostro viaggio a Lordonia, il paese del Sud Europa che sta vivendo un boom economico senza precedenti ma solo sui dati lordi. Oggi vi presentiamo l’exploit dei mutui immobiliari, quello che qualcuno prima o poi vi spiegherà essere figlio non solo del vibrante clima di fiducia instauratosi nel paese dall’avvento del governo Renzi ma soprattutto della credibilità dell’annuncio di eliminazione per omnia saecula saeculorum della tassazione sulla prima casa.

È di pochi giorni addietro la reiterazione da parte dell’Associazione bancaria italiana dell’impressionante dato di crescita delle erogazioni di nuovi mutui. Nell’anno di grazia 2015 siamo già a più 92%, di cui solo il 30% sono surroghe. È tornata la fiducia, i tassi sono crollati ma non azzardatevi a pensare che sia per il QE della Bce: il direttore generale dell’Abi è già pronto a bacchettarvi argomentando sui prodigi della “concorrenza”, che sta letteralmente demolendo gli spread. Ma quello che colpisce la fantasia popolare, ed i nostri giornalisti, è quel numero: più 92%.

Ma dove possiamo riscontrare questo dato? “Riscontrare”, che verbo misterioso…forse significa “confermare per mezzo di fonte alternativa” o una cosa del genere. Beh, l’unico posto dove frugare, per svelare gli arcani delle banche italiane è la base dati statistica della mamma, pardon, di Banca d’Italia. Quindi andate qui, aprite la sezione “Moneta e banche“, trivellate su “Statistiche bancarie: bilanci ed altre informazioni“, poi aprite il livello “Prestiti ai residenti in Italia, per durata e tipologia“, e cercate la voce “Istituzioni creditizie: prestiti oltre 5 anni a famiglie ed istituzioni non a scopo di lucro; mutui – residenti“.

Scoprirete che, a settembre 2015, sugli attivi delle banche italiane figuravano mutui oltre 5 anni di scadenza per 357.304 milioni di euro. Ora scorrete verso il basso col ditino, e fermatevi su dicembre 2014. Troverete che, a quella data, il valore era di 357.587 milioni. Con un complesso algoritmo, pare che la variazione dei mutui a famiglie residenti, da inizio 2015, sia diminuita, sia pure di pochissimo. Se scorrete col ditino su settembre 2014, troverete il dato di 358.071. Anche ad un anno, quindi, la variazione è negativa.

Detto in altri termini: sui dati Bankitalia non c’è traccia del boom di nuovi mutui di cui parla l’Abi. Ohibò! E quindi, il +92% di nuovi mutui nel 2015 di cui favoleggia Abi? Non è difficile, suvvia: le banche hanno reintegrato con nuove erogazioni i mutui giunti a scadenza e completamente ripagati, così come quelli che erano stati stralciati dagli attivi a seguito di esecuzione per procedura concorsuale. È il famoso lordo, quello su cui il governo Renzi sta guidando il paese alla riscossa, in Europa e nel mondo. E poi, diciamola tutta: quel +92% a che importo corrisponde? E potremmo anche chiedere rispettosamente all’Abi di dirci a quanto ammonta l’importo di mutui estinti/stralciati nel periodo?

Poi, se siete sufficientemente cinici, potete anche intuire il motivo del reintegro del volume di mutui erogati da parte delle banche: alle medesime serve redditività, ed i mutui rendono; la situazione macro si è stabilizzata, e con essa il mercato del lavoro, quindi la probabilità di rimborso di quei mutui è aumentata. La Bce regala denaro alle banche, sia pure vincolato all’aumento delle erogazioni: perché non metterlo a frutto? Il rischio su questi impieghi è diminuito, dopo tutto. E poi, volete mettere poter emettere comunicati come quelli dell’Abi, con quel numerone?

Al di là di queste sottigliezze, a Lordonia stiamo vivendo un interessante esperimento di ingegneria sociale: bombardare la popolazione di messaggi entusiastici, non necessariamente veri, e vedere se in tal modo riusciamo a sollevarci da terra tirandoci per le stringhe. Vale la pena accomodarsi in poltrona e vedere come va a finire.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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