Mondiali Sud Africa: sarà la fiera del controgioco?
È iniziato il gran ballo e quello di cui avevamo paura, o meglio speravamo accadesse (perché unica nostra ancora) solo durante le partite dell’Italia, è accaduto. Nessuna squadra, anche se nettamente migliore dal punto di vista tecnico e fisico, lascia giocare l’1 contro 1 senza un raddoppio del centrocampista in zona centrale e della punta esterna in fascia. Questo porta ad un intasamento della fascia mediana del campo (e a questo eravamo abituati), ma soprattutto ad un isolamento dell’unica punta che deve fare i conti con almeno 3 uomini bloccati. Le premesse della vittoria di Mourinho e del nuovo modello di controgioco c’erano e nessun allenatore è così fesso da non ricorrere ad una tattica poco dispendiosa (l’Inter con una tattica di gioco aperto avrebbe finito le energie al 60’), capace di portare risultati buoni contro tutte le squadre (contro i pari grado il pareggio non lo butti, contro i più scarsi, aspetti l’errore che ti da la vittoria: vedi gol di Marquez). Passi per l’Uruguay con il suo calcio da sempre spezzaritmo e cadenzato e per il Sudafrica, in chiara difficoltà contro il centrocampo messicano, ma se il Messico fa retrocedere fino alla sua area dos Santos e Vela, e la Francia di Domenech invece di girare palla con le mezzeali, le costringe a giocare da mediani, allora il calcio difensivo è davvero un virus inarrestabile. Messe così le cose in questo Mondiale ci saranno pochi gol e soprattutto partite lente, frenate dalla difficoltà di guadagnare spazio libero inserendosi nello stesso. Sagna non ha mai guadagnato il fondo, Ribery non è mai riuscito ad arrivare al tiro, Anelka non ha avuto una palla in corsa. Per me non è un problema solo di Francia, ma di assetti di squadra che annullano gli spazi di corsa e gli scambi lunghi. Resta il fraseggio ballato, giocato a due tocchi. Vuoi vedere che il Brasile…
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