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Moldovia, elezioni: brogli pro Europa ma Sandu non sfonda

Lo scorso 20 ottobre si è votato in Moldavia, uno dei paesi più poveri d’Europa, al centro dell’attenzione dell’Unione Europea e della NATO, che lo vogliono inserire nella propria sfera d’influenza per la sua posizione strategica. Oltre all’elezione del presidente, i cittadini erano chiamati a votare per un referendum che dichiarava come «irreversibile obiettivo strategico» l’integrazione del paese nell’UE.

I risultati, però, mostrano una nazione divisa. Questo vale sia per le elezioni presidenziali che per il referendum.

Una divisione ancora più marcata se si considera che i 455.000 abitanti dei cinque distretti secessionisti filo-russi della Transnistria non hanno partecipato al voto. Nonostante ciò, il governo di Chișinău continua a considerare la Transnistria parte del proprio territorio, ignorando la secessione avvenuta nel 1990.

La Russia mantiene circa 1.500 soldati, ed un importante deposito di munizioni, nella regione secessionista.

Per i due blocchi imperialisti – quello israelo-americano e quello russo – la Moldavia è un obiettivo strategico. Il primo cerca di aumentare la pressione su Mosca, mentre il secondo vuole proteggere meglio i propri confini. Non sorprende, quindi, che RT abbia riferito: «Le elezioni, che si preannunciavano molto importanti, sono state segnate da accuse di brogli e manipolazione degli elettori sia da parte del governo che dell’opposizione» [1].

Maia Sandu, la candidata filo-europea e presidente uscente, ha subito denunciato possibili irregolarità, come se volesse prepararsi a non riconoscere un voto contrario. RT riporta le sue parole: «La Moldavia ha subito un attacco senza precedenti. Gruppi criminali, in collaborazione con potenze straniere, hanno colpito il nostro Paese con bugie e propaganda». Sandu ha anche dichiarato di avere «prove e informazioni che un gruppo criminale ha tentato di comprare 300.000 voti». Secondo la stampa americana, centinaia di persone sarebbero state arrestate in merito [4].

Nel frattempo, come riporta ancora RT, per “salvaguardare la democrazia” Sandu «ha chiuso diversi canali televisivi critici nei confronti del governo».

L’uso del termine “democrazia” da parte dell’Occidente appare sempre più vuoto di significato.

Moldavia, referendum pro Europa: il “Sì” avanti di soli 13.600 voti

Per quanto riguarda il referendum sull’integrazione europea, i primi risultati mostravano una vittoria del “no”. Tuttavia, nelle ultime ore, i numeri si sono ribaltati a favore del “sì”. Il sito web Noi.md [2] riportava: «Secondo i risultati preliminari, con il 99,82% delle schede scrutinate, il 50,46% ha votato “sì” e il 49,54% “no”». Solo 13.600 voti separano le due fazioni.

Le opposizioni: la Sandu sta manipolando il voto

Con una certa malizia, RT ha commentato: «Sebbene inizialmente i risultati preliminari mostrassero il “no” in vantaggio di dieci punti, il margine si è gradualmente ridotto con il conteggio delle schede durante la notte».

Altre accuse gravi sono state sollevate da RT: «Un’osservatrice in un seggio elettorale a Perugia, per le elezioni presidenziali moldave, ha dichiarato di aver subito minacce dal comitato elettorale locale», e di essere stata allontanata dal seggio [3]. La stessa ha notato la presenza di 4.000 schede elettorali, nonostante solo mille persone avessero votato fino a quel momento, insinuando che il rischio di brogli fosse reale.

Le opposizioni filo-russe hanno denunciato anche altri episodi, sostenendo che «le persone sono state trasportate ai seggi elettorali in autobus, in maniera organizzata, suggerendo un voto controllato» [4].

Inoltre, hanno evidenziato che «solo due seggi elettorali sono stati aperti in Russia, che ospita una delle più grandi comunità moldave al mondo, con circa mezzo milione di cittadini» [4].

Moldavia, presidenziali: l’europeista Sandu costretta al ballottaggio

Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, Maia Sandu non ha raggiunto il 50% dei voti, fermandosi al 42,40%, e dovrà affrontare un ballottaggio contro Alexandr Stoianoglo, ex procuratore generale, che ha ottenuto il 26,01%. Un altro elemento importante da considerare è il terzo classificato, il candidato filo-russo Renato Usatii, ex sindaco di Bălți, la seconda città moldava per importanza, che con il suo 13,80% potrebbe giocare un ruolo decisivo nel secondo turno, previsto per il prossimo 3 novembre.

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Fonti:

[1] RT, 20 ottobre 2024, “Ex-Soviet state deeply divided on EU integration – vote tally”.

[2] Noi, 20 ottobre 2024, “Referendum: Rezultate preliminare”.

[3] RT, 20 ottobre 2024, “Moldovan election observer tells RT she was ‘openly threatened’ at polling station in EU nation”.

[4] RT, 20 ottobre 2024, “Hundreds of violations reported in Moldovan elections – opposition”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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