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Mi hanno tolto l’ultimo quattrino

Se pur qualche politico con ruoli istituzionali molto elevati faccia ancora orecchie da mercante, tutti quanti stiamo constatando a nostre spese che siamo nel bel mezzo della stramaledetta ’crisi economica’.

Inutile darne i dettagli, ma a partire dalle nostre piccole tasche di normali cittadini che si sono ristrette notevolmente nella capacità di spesa, fino alle più grandi società come Fiat che hanno ridotto i loro lauti guadagni, adesso non c’è un becco di un quattrino in più’.

In più vuol dire che quel quattrino, ieri ci permetteva di concederci qualche extra rispetto ai fabbisogni indispensabili al sostentamento familiare. Oggi, qualcuno, questo quattrino in più ce lo ha portato via.

E anche su questo sono state dette e fatte tante teorie, ma la sostanza rimane quella: stiamo tutti raschiando il fondo del barile (cittadini ed imprese). Le casse dello Stato e del paese Italia non sono mai state sottratte al sacrificio della ’mungitura’ dei denari da parte della struttura pubblica, fino ad arrivare ad oggi che con l’avvento della ’congiuntura globale recessionistica’ anche qui non c’è più un quattrino da spendere per stimolare la crescita del paese. Il ’conto corrente’ dello Stato è in profondo rosso.

Gli sprechi, gli esuberi, le inefficienze stanno continuando più di quanto avvenisse fino ai tempi del libro la ’Casta’ di Rizzo e Stella, parliamo quindi di 2 anni fa. In due anni gli sprechi della ’macchina pubblica’ sono sempre di più aumentati. Lo ’svergognamento’ pubblico delle istituzioni sprecone e dilapidatrici dei nostri beni non ha prodotto nessun pentimento e ripensamento. Qualcuno si farà anche una risata.

Tenendo conto che di risorse economiche, però, non ce ne sono più, a questo punto è obbligatorio andare al recupero e incominciare a ridurre ed evitare gli sprechi. Ma ora sia al punto di non ritorno, non ci sono alternative.

I nostri politici se lo devono mettere in testa una volta per tutte, occorre fare una ristrutturazione globale della ’macchina pubblica’ come questo governo aveva promesso e non ha ancora messo in atto, che sarebbe cominciata dalla riduzione dei rappresentanti parlamentari.


La politica doveva cominciare ad eliminare quelle strutture inutili come comunità montane, alcune provincie ed istituzioni sottoposte al gioco degli interessi politco/elettorali, che creano solo problemi alle casse statali.

Si doveva rivedere il funzionamento della sanità a partire dall’eliminazione della presenza della politica nel funzionamento delle strutture sanitarie che anche qui persegue la logica si sottrazione di denaro pubblico.

E via dicendo, eliminando l’immenso dispendio di risorse economiche per la costruzione di strutture pubbliche come nuovi ospedali mai utilizzati, stazioni ferroviarie nuove mai utilizzate, strutture carcerarie moderne mai utilizzate, ....mai utilizzate.

A questo punto siamo arrivati ad un bivio, dove la nostra classe politica potrà scegliere e decidere se proseguire l’attuale percorso dilapidante che porterà definitivamente il paese sulla direzione della stagnazione cronica e della bancarotta (ndr incrociamo le dita).

Oppure inboccare la strada del risanamento, dal quale si potranno tirar fuori quelle risorse per far ripartire la locomotiva ’Italia’ che potrà trainare il paese verso la rinascita. Senza un intervento pesante ed un cambio di rotta di questo tipo è indiscutibile che risorse economiche non potranno essere recuperate, se non con un buon recupero dell’evasione fiscale.

Ma anche da questo fronte la politica non è disposta a scoperchiare il calderone delle lobbies che si arricchiscono spropositamente con il ’modus operandi’ dell’evasione fiscale.

E’ comunque certo che il tragitto verso il prossimo futuro che ci attende non è cosparso di rose e fiori profumati.

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