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Meno male che Elio c’è...


Ultimo appuntamento con il Neapolis Festival. La serata offre una variegata scaletta, calcheranno il palco nell’ordine: Baustelle, Bluvertigo e Elio e le storie tese.
E come previsto alle 19 i Baustelle cominciano la loro performance. Stilosi e posati come sempre suonano per lo più brani tratti dall’ultimo album AMEN, da Antropophagus a La vita va, passando per i singoli Charlie fa surf e Colombo, oltre qualche brano tratto da “La Malavita”, del 2005, come la malinconica Corvo Joe e il singolo più famoso La Guerra è Finita. Unico brano del secondo album (La moda del lento) Alain Delon, riarrangiata in toni più soft. Diciamo che Francesco e Rachele non sono al massimo della loro forma vocale. Anche se nel corso dell’esibizione la loro condizione sembra migliorare. A bordo palco, vigile e attento Sergio Carnevale, batterista storico dei Bluvertigo in prestito ai Baustelle fino a qualche settimana fa. La mia attenzione è catturata da dei curiosoni d’eccezione: Faso e Mangoni (Elio e le Storie tese) in “borghese” spuntano dal backstage per spiare la performance e sondare il pubblico. Lo show si conclude con la trascinante Baudelaire in cui tutti si lasciano trasportare dal ritmo. Dopo qualche minuto rieccoli sul palco e si susseguono Romantico a Milano (singolo de “La Malavita”), un attesissimo medley Gomma e La canzone del Riformatorio dal primissimo album della band “Sussidiario illustrato della giovinezza” - tutta un’altra musica!- e il finale Andarsene così dell’ultimo album.
Secondo scaletta dopo un cambio palco di circa mezz’ora i Bluvertigo avrebbero dovuto iniziare il loro show, ma succede qualcosa. Durante la pausa noto che sul palco c’è una sola batteria: l’inconfondibile batteria con tanto di bandiera svizzera di Christian Meyer di Elio e le storie tese. Mi sembra impossibile che possa essere utilizzata dai Bluvertigo e infatti dopo circa 40 minuti di attesa, l’organizzazione ci informa che Morgan è rimasto bloccato in autostrada e la scaletta subirà una modifica: Elio suonerà prima. Ovviamente nessuno del pubblico ha creduto neanche per un secondo alla scusa dell’autostrada e cominciano a spargersi diverse voci tra la folla innervosita.
L’attesa diventa più lunga, la folla si sparpaglia.


Ecco che intorno alle 22 e 30 gli Elii calcano il palco in grande spolvero. Parola d’ordine della serata : ELEGANZA. Lo show è come al solito fantastico. Ogni concerto di Elio è come se il tuo chirurgo plastico avesse sbagliato le iniezioni di botox e la tua espressione è fissa in un sorriso a trentadue denti. La precedenza è data ai brani dell’ultimo album Studentessi. Si comincia con Plafone, (si proprio quello della doccia), poi con l’ultimo singolo Ignudi fra i nudisti, Buco nero supermassiccio e così via. Il pubblico tra le risate canta tutte le canzoni. L’apoteosi con Mio Cuggino, Tvumdb, El pube e poi un fantastico e trascinante medley con Pippero, La Chanson, Disco music e infine Born to be Abramo. Il tutto condito con fantastiche coreografie dell’ottimo e instancabile Mangoni da peperone a Lap dancer. Tra i vari siparietti di Elio abbiamo assistito a un ritorno di Sergio Conforti (vero nome del tastierista Rocco Tanica) che si è “esibito” al Sax.
Devo dire che l’attuale formazione live di Elio è davvero completa: si aggiungono due fiati, tromba e sax, e la splendida voce di Paola Folli che riesce stupendamente a sostituire le voci delle varie collaborazioni di cui si è avvalso Elio nella sua carriera ( una su tutte Giorgia). Lo spettacolo si conclude con Uomini col borsello (Ragazza che limoni sola). Il rientro della band è chiamato a gran voce al grido : “Forza Panino”. Ed infatti gli Eelst rientrano per regalarci l’evergreen Tapparella. Fantastico.
Gli spettacoli di Elio mi lasciano sempre soddisfatta e contenta e mi chiedo: cosa c’entrano i Bluvertigo dopo tutto questo?
In ogni caso paziento ancora un po’ e quando ero ancora lontana dal palco vedo dei puntini bianchi e sento la folla urlare. Morgan, Andy, Sergio e Livio sono schierati ai posti di combattimento. Lo scherzetto del ritardo è costato a noi spettatori non solo un interminabile attesa ( tra i Baustelle e gli Elii sono passate quasi due ore) ma probabilmente ha tolto tempo anche alle performance live. Infatti i Bluvertigo nell’eseguire i loro brani non si lasciano andare a divagazioni strumentali, ma eseguono tutto frettolosamente. Morgan c’è da ammetterlo dal canto suo fa il possibile, da showman quale è può permettersi il lusso di correre da una parte all’altra del palco, ballare e ancheggiare nei suoi skinny ( ma very very skinny) pants bianchi. Le prime note sono quelle di Sono=Sono brano dell’album Zero del 1999. Si prosegue con Assenzio, Complicità per poi arrivare alla celebre La Crisi che tutto il pubblico (o meglio i superstiti, perchè la gran parte del pubblico fugge dopo Elio e le storie tese) conosce a memoria. I brani sciorinati sono pochi seguono Zero, Cieli Neri, Io odio e in fine la scoppiettante Altre f.d.v. Si vede però che qualcosa non va. Tra i componenti della band non c’è complicità. Andy sembra rifiutare l’invito di Morgan a esibirsi nella sua solito robot dance. Ed il povero frontman è costretto a fare da solo. Devo ammettere che si è dato davvero da fare per cercare di camuffare la “musciaria” (per dirla in termini partenopei) della performance. Certo forse le mie aspettative erano un po’ alte. Dopotutto non è più la band di dieci anni fa. La prova delle divisioni del gruppo ci è data dal batterista Sergio, che a fine concerto lancia le bacchette e fugge via. E’ inutile il tentativo di Morgan e della folla di richiamarlo sul palco. Niente rientro per la band che all’ una e dieci conclude il Neapolis Festival. Conclusione un po’ deludente per una kermesse che ha saputo offrire tanto.

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