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Mediterraneo tra respingimenti, imbarcazioni alla deriva e richieste di aiuto

Il nostro rimorchiatore, la Open Arms, in missione nel Mediterraneo centrale, ha ricevuto questa mattina (2 agosto 2023 ndr) l’avviso di un’imbarcazione in difficoltà con circa 50 persone a bordo. Mentre ci dirigevamo verso le coordinate indicate, abbiamo ricevuto un mayday relay da un velivolo Frontex per un’imbarcazione in difficoltà con persone in acqua.

di Proactiva Open Arms

(Foto di Open Arms)

Abbiamo dunque deviato la nostra rotta per verificare la situazione. L’imbarcazione in questione era in legno, molto precaria, aveva 24 persone a bordo, tra cui 6 donne, 9 minori e un bimbo di 3 anni. Quattro persone erano cadute in acqua. I nostri soccorritori hanno immediatamente effettuato il salvataggio e trasportato tutte le persone a bordo della nostra nave.

Dopo aver completato il soccorso e dopo aver avvisato tutte le autorità competenti, la nostra nave è tornata a dirigersi verso l’imbarcazione con 50 persone a bordo e verso una seconda imbarcazione segnalata dal velivolo Seabird. 

Mentre ci avvicinavamo, abbiamo ricevuto comunicazione dalle autorità italiane di sospendere la nostra operazione di ricerca perché una motovedetta libica era già intervenuta. 

Giunti sul posto, i libici ci hanno intimato di lasciare la zona; non abbiamo potuto fare altro che osservare la scia di fumo provocata dall’imbarcazione vuota, data alle fiamme.

La nostra nave, la Open Arms, si sta ora dirigendo verso il porto di Civitavecchia dove arriverà sabato pomeriggio e dove le persone soccorse potranno finalmente sbarcare.

Vogliamo ribadire ancora una volta che i respingimenti sono illegali come stabilisce la Convenzione di Ginevra, che la Libia non può essere considerata un porto sicuro, né può essere considerato un soccorso quello effettuato dalla cosiddetta Guardia Costiera libica. 

L’Europa non può continuare a permettere che a poche miglia dai propri confini le persone continuino a subire continue violazioni dei diritti umani, che vengano catturate, picchiate, lasciate morire.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Attilio Runello (---.---.---.243) 3 agosto 2023 23:12

    Voi fate un lavoro lodevole. Sarebbe ancora più lodevole con uno sforzo per capire il contesto generale. Purtroppo in Africa, Asia e America ci sono milioni di persone che vengono incarcerate, e non vengono applicati i diritti umani nei loro confronti, vivono in campi profughi vengono cacciati dai loro paesi perché parte di minoranze non desiderate. Sfuggono a guerre, povertà estrema. Anche nel vostro paese si fanno respingimenti. Ceuta e Melilla sono circondate da mura. I paesi europei sono disposti ad accogliere ma in numero limitato. Gli emigranti non arrivano solo via mare. Ne arrivano altri via terra, oltre a quelli che sbarcano in modo legale. In Italia al momento ne stiamo ospitando centodiecimila con accoglienza diffusa e il sistema è in difficoltà. Non sappiamo dove ospitare i prossimi Siamo attraversati ogni anno da circa quindicimila emigranti che attraversano il paese per entrare illegalmente in Francia, Svizzera, Austria. Attraversano i boschi nelle montagne, si nascondono nei tir pagano passaggi, si nascondono nei treni. Dormono per strada e vivono della carità delle persone. Nel sud Italia sono nate decine di baraccopoli di emigranti che lavorano per due euro l’ora nelle campagne. Non siamo i catalani superefficienti. Nel centro Italia cinque anni fa abbiamo avuto un terremoto che ha raso al suolo decine di paesi. Gli abitanti stanno aspettando che gli ricostruiscono la casa. Una proposta. Sappiamo che dietro la vostra ONG esistono imprenditori di successo. Perché non vi candidate per ospitarne un po’ in Catalogna? Anche voi fate parte fell’Unione europea.

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