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Maturità la traccia storica parla delle Foibe...

Maturità la traccia storica parla delle Foibe...


La traccia storica parla delle foibe. Partendo dalla decisione di introdurre il "giorno del ricordo" per conservare e ricordare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, "si chiede ai candidati di delineare la complessa vicenda del confine orientale soffermandosi in particolare sugli eventi tra il 1943 e il 1954". E’ la prima volta che la questione delle foibe viene affrontata in un tema di Maturità.

E’ una traccia di tema già indirizzata nel suo sviluppo, perché si ricollega al giorno del ricordo, perché parla di vittime delle foibe, la obiettività che dovrebbe connotare il percorso della complessa ed articolata vicenda delle foibe e della storia dell’Italia di confine viene compromessa nel nome di una sola veduta e prospettiva delle foibe come desumibile dal titolo della traccia.

Altra questione che mi viene da chiedere, ma in quante scuole italiane avranno studiato tale situazione storica? In quante scuole avranno raggiunto ed approfondito tale tematica a livello di programma scolastico?

Il rischio è che molti studenti sviluppino una traccia sul sentito dire, sulla ignoranza di stato e sul falso sentimento dell’emozione correlata al giorno del ricordo... Rilevato che il processo di revisione storica in corso in questo paese è fuorviante ed in linea con l’affermazione di una sola veduta degli eventi storici e politici, specialmente quando si parla di eventi ove è in gioco la resistenza posta in essere dai partigiani e compagni, o dove si lottava per l’affermazione di altro concetto e tipo di stato.

Bisogna riflettere sul tempismo di determinate scelte, sul perché per esempio la parola resistenza, liberazione, antifascismo è stata messa in discussione dal Ministro dell’Istruzione, sul perchè nascono associazioni e fondazioni culturali di destra, vedi quella di Fini, vedi quella della Gelmini e Bondi per esempio, che incideranno nel tempo sulla forma mentis dei giovani non pensanti e formeranno classi dirigenti di stampo autoritario che decideranno le amari sorti di questo malato paese.


La prima forma di rivoluzione da porre in essere è proprio quella culturale, ed è necessario intervenire subito prima che sia troppo tardi.

Molti commenti positivi sicuramente seguiranno al fatto che per la prima volta in una traccia di esame di maturità si parli di foibe. Nulla da dire su ciò. Il problema è come si parla delle foibe, come vengono ricostruiti i percorsi che hanno portato alle foibe, come verranno descritte le sofferenze patite da chi ha subito per giorni e giorni la dittatura fascista e la privazione di ogni libertà, gli omicidi di Stato Fascista, la repressione di ogni forma di resistenza e dissenso punita con l’atroce morte anche simbolica, ma pur sempre morte e sofferenza, devastante, è stata vissuta.

Il fatto di leggere una traccia di esame impostata in quel modo, concentrata sul giorno del ricordo che è figlio di una determinata impostazione e veduta storica ciò deve fare, ripeto fare, riflettere molto.

Il giorno del ricordo venne istituito con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, che concede anche un riconoscimento ai congiunti degli infoibati. Nel testo di legge si leggono le motivazioni: «La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero». (legge 30 marzo 2004 n. 92)

In realtà credo che questa traccia, provocatoria, sia riservata ad una parte limitata di questo paese a chi ha vissuto per esperienza indiretta storica le varie vicissitudini che hanno portato alle foibe, a chi vive in quelle determinate zone, a chi vive ancora il conflitto se le foibe devono essere oggetto di condanna o meno.

Ogni processo storico ogni conflitto ogni repressione ha degli effetti, le foibe sono l’effetto della repressione Fascista l’effetto della dittatura, l’effetto della negazione dell’esistenza dell’individuo, della libertà. E’ facile, troppo facile condannare ex ante ciò che non si vuole approfondire, ciò che per ragioni di Stato ed opportunità politche è stato incanalato in una determinata e specifica via di concezione dell’essenza delle Foibe; ed il fatto che una traccia di esame di maturità indirizzi,a priori, lo sviluppo dello svolgimento del tema , su una questione così delicata, è grave!

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