• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Matrimoni misti e imprese di stranieri in aumento

Matrimoni misti e imprese di stranieri in aumento

A scapito delle leggi sulla limitazione (regolamentazione?) del flusso degli stranieri in Italia, e ai vari tentativi di blocco dell’integrazione con leggi miranti a rendere difficile l’italianizzazione dello straniero, in Italia, gli italiani stanno agendo secondo il loro giudizio e, sembra, infischiandosene di quei partiti che, della lotta alla clandestinità (o agli stgranieri?) hanno fatto la loro bandiera. Basta vedere il numero di italiani/e hanno sposato uno straniero/a e alle imprese con titolari stranieri aperte in Italia.

Matrimoni misti e imprese di stranieri in aumento

Secondo l’Istat, i matrimoni di italiani/e con stranieri/e sono in aumento. Nel 2008 ne sono stati registrati 36.918, il 15% di tutti i matrimoni celebrati. Ancora nel 1995 erano il 4,8%. Se si considera tutte le difficoltà imposte dalle nuove leggi sugli stranieri, bisogna ammettere che l’aumento è notevole e che dimostra, al di la di ogni considerazione negativa, la volontà sia degli italiani sia degli stranieri ad una integrazione reale, cioè, non basata su presupposti etnici.

Il matrimonio tra individui di diverse etnie, provenienti da ogni parte del pianeta, presuppone un’accettazione dell’altro senza riserve di nessuna natura. Inoltre, la CGIA ci fa sapere che le imprese, con un titolare straniero, in Italia hanno raggiunto quota 599,036 e che danno lavoro a 2 milioni di persone.

Di contro, a Losarno, è stato grazie agli extracomunitari (e non agli abitanti che, come italiani, avrebbero, per primi, dovuto denunciare gli abusi), che le forze dell’ordine sono riuscite a individuare e arrestare una trentina di persone coinvolte nello sfruttamento e riduzione in schiavitù della manodopera straniera nel settore agricolo. Il tutto si sapeva già da prima ma, come sempre, ci deve scappare il "morto" o quasi prima che si intervenga.

Questo significa due cose:
 
1) I dati ci indicano che l’Italia, a differenza dei politici, è ben disposta alla convivenza con persone di altre culture e che, pur con tutti i problemi che ne derivano, è disposta a "integrarsi a sua volta con i "diversi".
 
2) in certe zone d’italia, in modo particolare dove la popolazione è soggetta a ricatti di forze illegali o a una propaganda sempre indisposta nei confronti dello straniero, la popolazione tende a rigettare lo stesso, sia come entità economicamente dannosa sia come entità socialmente pericolosa per le tradizioni.

Ma le cifre non mentono! I dati dell’ISTAT e quelli della CGIA indicano chiaramente, e in modo particolare riguardo alle imprese, che la popolazione coinvolta nel processo autonomo, dai partiti, di integrazione e convivenza è maggiore rispetto a chi lo rigetta.

Le 600.000 imprese, non si limitano a dare lavoro a 2 milioni di persone, ma coinvolgono i cittadini in genere nel momento in cui, queste, devono proporre il loro prodotto; prodotto che viene accettato, anche se proposto da stranieri.
Da ciò deriva che le regole fatte da alcuni comuni del nord riguardo alle attività e ai prodotti proposti dagli stranieri, non sono affatto in linea con quanto richiesto dai cittadini, la tipica frase del centro destra, "i cittadini ce lo chiedono" è perlomeno opinabile, quando addirittura falsa.

Sicuramente, cittadini che chiedono queste regole, ma anche leggi nazionali, ci sono, ma chi siano è facile presupporlo.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares