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Mario Monti… un baciapile a caccia di indulgenze

Probabilmente Mario Monti, dopo questa esperienza di governo, deve essere molto preoccupato di finire all’inferno, post mortem, per colpa delle molte sofferenze inflitte, in questi mesi, alle classi più povere e deboli del Paese.

A lui, educato a credere nel giudizio supremo, non deve piacere, per nulla, la prospettiva di rosolare tra le fiamme del castigo eterno, per cui si sta dando un gran da fare per ottenere l’indulgenza plenaria, ingraziandosi, con ogni mezzo, le gerarchie vaticane. E si sa che la Chiesa, nei secoli venale, ha sempre dimostrata ampia disponibilità a barattare indulgenze, di ogni tipo e grado, in cambio di ricchezze e beni materiali. Ora, avrà pensato Monti, se perfino peccatori che, dopo una vita dissennata e scandalosa, hanno potuto guadagnarsi il paradiso, donando una parte dei loro beni materiali alla Chiesa, perché non posso riuscirci anch’io?

Mario Monti, perciò, ha incominciato a rimuginare su come ottenere l’indulgenza plenaria per andare in paradiso, non rinunciando però alle sue fortune, ma unicamente a spese dei contribuenti italiani. Senza neppure scervellarsi troppo, lui la soluzione l’ha trovata! Per meglio apprezzare la subdola furberia del professor Monti occorre ritornare indietro di qualche mese.

Era il 6 dicembre 2011, quando con il DL 201 (noto come “decreto salva Italia”), il governo Monti anticipava al 1° gennaio 2012 l’applicazione dell’IMU (Imposta Municipale) già prevista dal D.Lgs. n° 23 emesso dal Governo Berlusconi. Anche la Chiesa, quindi, titolare di un immenso patrimonio immobiliare avrebbe dovuto pagare l’IMU, perlomeno sugli immobili destinati ad attività commerciali. Tra l’altro, la stessa Unione Europea era già intervenuta, intimando al governo italiano non solo di richiedere alla Chiesa il pagamento dell’IMU sugli immobili di sua proprietà, ma anche di recuperare gli importi relativi all’ICI che dal 2006 la Chiesa non aveva corrisposto. Perciò, pressato dall’opinione pubblica e dall’Unione Europea, Monti aveva preso l’impegno di emanare, entro lo scorso mese di maggio, una circolare che regolamentasse l’applicazione dell’IMU agli edifici di proprietà della Chiesa, destinati ad attività commerciali.

I mesi sono passati, gli italiani, non senza sacrifici, hanno pagata la prima rata dell’IMU, ma di questa circolare nessuna traccia. Evidentemente, il professor Monti era sicuro che il problema finisse nel dimenticatoio, confidando nel fatto che gli italiani se ne dimenticassero, troppo indaffarati a far quadrare i loro bilanci familiari, e che i partiti non avessero voglia di sollevarlo, distratti, come erano, dalle loro beghe interne su leadership ed alleanze. Porca miseria, il professore ha avuto ragione! Di far pagare l’IMU alla Chiesa non se ne è più parlato.

Sennonché, l'autentica ignobile indecenza il professor Monti la sta compiendo proprio in queste ore. Infatti, mentre gli italiani si apprestano a pagare il salatissimo saldo di IMU, il bigotto Monti sta per mettere in atto un trucco per esentare definitivamente la Chiesa dal pagamento dell’IMU. Il Governo, cioè, starebbe per varare una norma che contemplerebbe la possibilità, soltanto per gli immobili commerciali della Chiesa, di essere esentati per sempre dal pagamento dell’IMU se, entro il 31 dicembre, gli enti, proprietari degli immobili, inserissero nei loro statuti una semplicissima clausola che obblighi l’ente a reinvestire gli utili per finalità sociali, vietandone la distribuzione. Se questa norma dovesse essere emanata, si tratterebbe di una nuova ripugnante vergogna montiana!

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