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Malagiustizia: un aiuto per salvare una vita

Scrivo questa lettera per rendere pubblica una storia allucinante e disumana, che avviene oggi 2010 a Roma.
 
Mi riferisco alla situazione di una signora, invalida civile al 100% per gravi patologie (cito solo per brevità alcune: asportazione di rene, asportazione di tratto intestinale, ed altro), vessata da un marito violento e disumano che la obbliga, in un condominio in piena Roma, a vivere, in questo grave stato di fame e stenti, senza corrente elettrica, acqua calda, riscaldamento e senza telefono.
 
Tutti sanno, tutti sono stati informati, ma nessuno interviene e questa persona sta letteralmente deperendo di malattia e di stenti.
 
Chiedo che chiunque legga questa lettera e possa intervenire lo faccia subito per salvare la vita di un essere umano che per le gravi condizioni in cui è ridotto non può più attendere.

Questa è la storia ed i fatti , tutti documentati e dettagliati :

- residente a Roma, sposata da anni con un marito violento, irrascibile e litigioso, appartenente alle forze dell’ordine

- giugno 2004: dopo anni di liti e tradimenti, venuta allo scoperto una sua relazione extraconiugale il marito aggredisce con estrema violenza verbale e fisica moglie e parenti in casa, tenendoli sotto tiro con l’arma di ordinanza, cosa che gli è usuale, e minacciandoli di morte

- interviene la polizia, in casa e nella sua caserma dove lavora gli vengono anche sequestrati ingenti ed abnormi quantitativi di munizioni; è processato d’ufficio per direttissima, subisce anche altro procedimento penale d’ufficio per violenza privata, minacce a mano armata e sequestro di persona , con relativa condanna ed anche con ingiunzione a non reiterare il reato entro 5 anni.

- ciònonostante, cosa incomprensibile, il corpo/caserma di appartenenza commina una lievissima sanzione, gli restituisce arma e pieno reintegro, e addirittura gli concede un alloggio di servizio nella caserma/comando in cui opera, nonostante abbia casa propria e residenza nella stessa città. Roma. Perché?

- 2005-2009: il marito riprende i rapporti con la moglie, avvia una breve nuova convivenza con il solo scopo di riempirla nuovamente di botte, liti e insulti per vendicarsi e per 5 anni rimane sempre accasermato, usando la moglie come serva: torna a casa i fine settimana per lasciare i panni sporchi e prelevare quelli puliti.
 
- giugno 2009: prima dello scadere dei 5 anni reitera reati del 2004, in casa aggredisce nuovamente la moglie con violenza, fugge dal domicilio prima dell’arrivo della polizia e si rifugia in caserma. Viene avviato nuovamente d’ufficio una procedimento penale per violenza privata. Sembra che le cose, estremamente chiare, debbano risolversi velocemente: un giudice si interessa immediatamente ai fatti, visti anche i gravi precedenti, ma poi tutto scivola immediatamente ed inspiegabilmente nel silenzio e, a tutt’oggi, nulla se ne sa più, nonostante tutto sia chiaro e palese. Perché?
 
- settembre 2009: il marito fa scrivere alla moglie da un avvocato, impone l’avvio di separazione e dichiara che non dà più alcun soldo alla moglie per sopravvivere ne paga più utenze domestiche (acqua, luce, gas, telefono, condominio, tutte a lui intestate) con la motivazione “non pago per gli estranei" e “ti devo buttare per strada”.
 
- la moglie è ridotta alla fame. Non ha alcuna entrata : INPS ha sospeso la erogazione della pensione ( euro 250 mensili ) per rivedibilità e l’ente impiega , per effettuare visita domiciliare, riammettere pienamente la pensione e calcolare gli arretrati, più di un anno (12 mesi) solari, nei quali nulla viene erogato.

- la invalida vive di stenti e di carità : fa vendere a qualche mercatino i suoi vestiti, qualche mobile e oggetto di casa, Vive della saltuaria carità altrui, non ha soldi per mangiare e acquistare medicinali, mangia ogni tanto saltuariamente quando un conoscente le porta un pacco viveri che una associazione umanitaria elargisce (un pò di pasta, un litro di latte e qualche pacchetto di biscotti).La malattia, gli stenti e la sofferenza la riducono allo stremo.
 
- marzo 2010 per morosità viene tagliato prima il telefono fisso e poi, l'azienda elettrica romana
 
1) Senza preavviso (il contratto prevede un preavviso di 15 giorni con riduzione della potenza erogata),
 
2) Senza avvisare o contattare nessuno in casa ne verificare che la casa sia abitata pone i sigilli al contatore.

Da marzo 2010 a tutt’oggi (settembre 2010) l’invalida vive in casa senza corrente elettrica, senza illuminazione, riscaldamento e acqua calda, senza frigorifero ed elettrodomestici.

Dopo il distacco l’invalida, dovendosi muovere senza luce riporta numerose e ripetute cadute in casa con gravi traumi, e da allora finisce e riversa in condizioni pietose, che superano ogni realtà immaginabile e superano ogni limite di sopportazione umana, distrutta dalle sofferenze fisiche, dalla malattia e privazioni di ogni sorta, con un pesante declino giornaliero. Sfido chiunque a vivere 6 mesi nella malattia, senza energia elettrica, senza acqua calda e riscaldamento (a marzo/aprile il freddo era ancora ben presente e la signora contrae febbre/bronchite e forme influenzali), senza elettrodomestici , con biancheria sporca, nessun contatto con l’esterno poichè priva di telefono fisso, nessuna voce umana neppure di radio o televisione.

A fronte di ciò cosa fa la Giustizia Italiana?

- settembre-dicembre 2009: la signora contatta ripetutamente il corpo di appartenenza del marito, sia telefonando ai numeri pubblici sia parlando telefonicamente con ufficiali e superiori della stessa caserma/comando in cui lavora il marito. Espone i fatti e tutto ciò che ha subito. Inspiegabilmente (si tratta di reati perseguibili d’ufficio: in caso di reati perseguibili d’ufficio, il tutore dell’ordine che ne venga semplicemente a conoscenza nell’esercizio delle sue funzioni, anche senza querela di parte è obbligato ad avviare un procedimento e farne segnalazione all'Autorità Giudiziaria.In caso contrario compie un reato), inspiegabilmente riceve solo risposte quali: “non ci riguarda/ non possiamo fare nulla/non è compito nostro/non spetta a noi/ si trovi un avvocato).Come e perché sono possibili comportamenti di questo tipo?

- viene denunciato il marito per violazione degli obblighi di assistenza familiare/abbandono di persona inabile per motivi di salute, aggravato dallo stato coniugale. I Carabinieri sono raccapricciati, descrivono e comprendono la situazione come chiara e semplice, affermano che convocheranno immediatamente il marito, che, vista la gravità degli atti compiuti, immediatamente dovrà trovarsi un penalista o glielo troveranno loro d’ufficio, che la magistratura interverrà subito, in un caso così pesante e con i precedenti del 2004... In realtà il marito non viene nemmeno mai convocato anche solo per notificargli o consegnargli copia denuncia, nulla più si sa in merito a tutt’oggi.
 
Come è possibile e come si spiega tutto questo?
Copia della denuncia viene inviata per posta al comandante della caserma in cui il marito soggiorna e lavora indisturbato. Nessuna risposta. Perché?
 
- vengono allertati servizi sociali e vigili urbani. Rimangono inorriditi, sconcertati e atterriti dallo stato di abbandono e da quanto sta accadendo. Si pongono a disposizione per qualsivoglia testimonianza in sede giudiziale ( quando e se vi sarà un giudizio,) contattano la azienda elettrica per chiedere un riallaccio, nulla da fare.Impotenza assoluta.

- la azienda elettrica romana viene contattata ripetutamente per telefono, anche per lettera da un legale, chiedendo loro interessamento. Viene spiegato che il distacco della utenza sta mettendo a rischio la sopravvivenza di una invalida, che l’utente moroso è pesantemente perseguito da magistratura civile e penale e pertanto, con totale sicurezza, riceveranno sicuramente i loro soldi che gli spettano e che, vista la circostanziata e chiara situazione, provvedano per motivi umanitari al riallaccio, sino alla pronuncia della legge, per salvare la vita di una persona.

Ci si reca direttamente ai loro sportelli, si mostra ogni documentazione, una funzionaria nega decisamente e senza appello ogni iniziativa. Alla domanda testuale “Quindi, per la vostra azienda questa persona può anche crepare in casa?" risponde “A noi interessa solo se qualcuno paga le bollete insolute. Tutto il resto non è di nostra competenza. Arrivederci”.

- viene reperito un avvocato in gratuito patrocinio
 
- marzo 2010 : l’avvocato presenta al Tribunale Civile di Roma provvedimento d’urgenza/ richiesta di udienza urgente, motivata dalla grave situazione in atto.
 
- nonostante l’urgenza, la udienza viene fissata a fine maggio. In tale data ovviamente la signora è assente, con abbondante e dettagliata documentazione medica che ne spiega i motivi.

Inspiegabilmente, il giudice, pur di fronte ad una gravissima situazione, si limita a constatare che la signora è assente e senza alcuna altro commento fissa una nuova udienza a fine settembre (peraltro, a fine maggio il marito si presenta con un nuovo avvocato: quello precedente , preso atto della sua condotta e stato penali, si è ritirato giudicandolo indifendibile).
 
Come è possibile un comportamento di questo tipo da parte del Giudice ?
 
- visto il risultato dell’avvocato in gratuito patrocinio, la signora deve forzatamente indebitarsi da un privato e, in tal modo, incarica un nuovo avvocato a pagamento. Questi apprende la situazione e la ritiene chiarissima ed evidentissima: si riappella al giudice, spiega dettagliatamente e senza fraintendimenti possibili la gravissima situazione di violenze e vessazioni fisiche e psicologiche, il grave stato fisico e di debilitazione e quant’altro e chiede, per i gravi motivi suddetti, di anticipare la udienza fissata.

Il giudice, in modo totalmente irreale, non recede minimamente dalle proprie posizioni, dichiarando che la udienza rimane a settembre poiché “non vi sono motivi di urgenza”.
Come è possibile comprendere, giustificare o motivare un tale comportamento? Con quale ragione si può fare e disporre una affermazione di tale tipo?

Quindi, posto che secondo la Giustizia Italiana questa persona deve continuare a morire in silenzio, cosa che sta effettivamente avvenendo, contestualmente avviene anche che:

-luglio 2010 la azienda elettrica continua imperterrita e, sempre senza verificare se l’appartamento sia abitato o meno, si reca nel palazzo della signora e sradica letteralmente dal muro il contatore elettrico, portandoselo via

-il marito viste le denunce,approfitta della sciocchezza ed inconsistenza della Giustizia Italiana, per alleggerire la propria posizione: con la compiacenza di un medico amico si pone in malattia per avere una momentanea decurtazione dello stipendio e fingersi in Tribunale povero e spiantato (egli può permetterselo poiché continua, anche in “malattia”, beatamente a vivere, mangiare, dormire in caserma).
 
Contemporaneamente inizia a inviare mensilmente, sempre per alleggerire la propria posizione, la somma di 200/250 o 300 euro una sola volta al mese, con i quali (egli addirittura afferma tramite il suo nuovo legale, che la moglie è pienamente d’accordo, cosa ovviamente totalmente falsa) la invalida dovrebbe vivere, nutrirsi, curarsi e pagarsi le utenze. Pienamente avvisato che la moglie è caduta in casa con grave impedimento e non può uscire, continua a inviare tale ridicola elemosina con vaglia online e assegni postali non trasferibili, che tutti regolarmente gli ritornano, poichè la invalida ovviamente non si reca alla posta per i traumi subiti.

Il tutto in attesa (il marito, come detto, è ormai da un anno utente moroso per luce, gas, telefono, condominio) che a giorni si presentino gli ufficiali per effettuare pignoramento dello scarso mobilio rimasto o che giunga una ingiunzione di vendita all’asta dell’immobile (già ampiamente ipotecato dal marito nel 2004 per pagarsi le spese del penalista che lo assistette nei diversi procedimenti),pignoramento che al marito non solo non importa (come spiegato egli mangia,beve e dorme a spese dello stato nella accogliente e protettiva caserma) ma anzi, specialmente nel caso di una vendita all’asta dell’immobile, lo faciliterebbe nei suoi intenti che, come ha testualmente dichiarato, sono di “buttare per strada” la ormai per lui inutile moglie.

Questa è la situazione.
Tutti sono stati avvisati, tutti sanno, nessuno fa nulla ed una persona, un essere umano che ha diritto come ogni altro e non vale di meno per il solo fatto di essere invalido e non avere la forza di parlare, un essere umano è allo stremo delle forze, anzi non ne ha più e sta ormai deperendo giornalmente di malattia, privazioni e letteralmente di stenti e di fame: la sua vita è in mano a macellai senza scrupoli che dovrebbero amministrare la Giustizia e che invece con totale disinteresse e mancanza di coscienza decidono chi deve vivere o morire, tanto un povero invalido si mette a tacere in pochi secondi,basta dirgli con un pò di prepotenza di starsene zitto e che non c’è nessuna urgenza, a chi importa della sua vita ?

Se qualcuno che abbia ancora coscienza legge questa lettera e può intervenire per salvare una vita lo faccia, lo faccia ora perché non si può attendere ulteriormente, non c’è più tempo.

A chiunque potrà aiutare e vorrà contattarmi con serietà, darò ogni ulteriore informazione, è tutto lì, sempre se qualcuno vuole vedere invece di fare, come ha fatto la Giustizia, solo il proprio comodo.

La mia mail è : [email protected]

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