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Ma la res è ancora pubblica?

Introdurre un discorso con una domanda non è certo la forma migliore per farsi seguire in quanto questo sistema ha abituato i suoi componenti a leggere di risposte, per lo più confezionate e studiate con scopi ben specifici, e non a porsi delle domande.

Ma gli eventi che stanno inondandando televisioni e giornali mi hanno, di forza, posto nelle condizioni di pormi una domanda: in una società in cui il pensiero è plasmato dai media, quanto resta della volontà popolare?

Telegiornali, talkshow, rubriche, testate giornalistiche, da ieri stanno bombardando la platea popolare con servizi che disegnano scenari apocalittici del futuro di una Nazione che, quasi dall'oggi al domani, si sta svegliando da un sogno per piombare in un incubo.

Tutto ad un tratto il "Miracolo Italiano" si è dissolto come in un immenso polverone. La gente non capisce: sino a qualche mese fa il nostro oracolo televisivo ci rassicurava sulle capacità di ripresa della nostra bella nazione ed oggi, tutto ad un tratto, si parla di "irreversibilità della situazione finanziaria nazionale"?

In ogni canale televisivo si assistono ad oscene diatribe politiche dove componenti dell'una o dell'altra fazione si scaricano reciprocamente le responsabilità dell'attuale situazione, incuranti di giustificarsi e giustificare lo stato delle cose verso il popolo che li ha eletti ma impegnati unicamente ad avvalorare il loro movente istituzionale.

La cosa che fa ridere (o piangere scegliete voi il vostro stato d'animo che meglio si addice sino a che potete ancora farlo) è apprendere che tutta questa baraonda politica e sociale è stata generata dall'ennesimo tonfo delle borse o meglio, del sistema finanziario.

Tralasciando quelle che possono essere le ingerenze di una società per azioni quale è la BCE fatteci pervenire via missiva, avallate dall'ennesimo accorato appello del nostro Presidente a seguire tali "consigli", il vero fatto scatenante è stato che la borsa Italiana come d'altronde tutte le borse europee e dell'ntero globo hanno fatto segnare una ulteriore significativa seduta in rosso.

Da questo dato incontrovertibile tutti i media hanno puntato il dito sulla mancanza politica del nostro governo e sulla sua incapacità nell'adottare adeguate contromisure ma , anche se ciò è tragicamente e grottescamente vero viene da chiedersi cosa dovrebbe o potrebbe fare oggi la politica con le limitazioni impostele dal sistema comunitario e finanziario (che forse sono la stessa cosa).

Ma il vero fatto avvilente è che, e torniamo alla domanda che mi sono posto nell'introduzione, nessun media ha fatto menzione di due fatti che potrebbero essere concomitanti se non essenziali a dare una lettura "leggermente" diversa di quanto accaduto ieri nelle borse di mezzo mondo.

Il primo è relativo ai movimenti naturali delle borse che come ogni mese subiscono l'effetto delle cosiddette scadenze tecniche che ovviamente scontano eventuali movimenti speculativi. Bisognerebbe ricordare a tal proposito che chi investe in borsa effettua una "scommessa" tra due parti che si basa fondamentalmente sulla variazione del valore di uno o più titoli e quindi sia che detto valore salga o scenda c'è qualcuno che perde e qualcun altro che guadagna, quindi viene difficile capire perché si guarda solo a chi perde e non a chi guadagna.

Il secondo, molto più importante e di cui nessun media ha fatto significativa menzione, è che ieri la MF GLOBAL, una società di brokeraggio che "speculava" pesantemente sui titoli di stato europei ha presentato i propri libri contabili al tribunale di New York chiedendo l'applicazione del Chapter 11(cioè amministrazione controllata ovvero pre fallimento).

Ogni analista di mercato sa dell'effetto domino che potrebbe innescarsi sui mercati finanziari e già, infatti, dalle carte depositate emerge che JPMorgan e Deutsche Bank sono fra i maggiori creditori non garantiti.

Come si pensa abbiano potuto reagire i mercati ad una tale notizia? Forse è per tale motivo che i titoli più colpiti dai ribassi sono stati prorprio quelli bancari? Forse è per questo che tale tonfo si è verificato lo stesso giorno in cui è stato reso noto il crack della MF Global ?

Alla luce di quanto sopra è spontaneo chiedersi che valore abbia una informazione che mette alla gogna un governo, che comunque avrebbe tutte le ragioni per essere criticato ma omette tali fondamentali informazioni

Ma soprattutto che valore assumono le parole Democrazia e Repubblica in un tale contesto dove il popolo viene messo a conoscenza solo del lato della mediaglia che più aggrada al sistema?

Prendere delle decisioni in un tale clima di convulsa emergenza equivale a giustificare qualsiasi misura possa essere assunta e sterilizzare qualsiasi forma di dissenso, due condizioni molto gradite in questo momento al sistema finanziario e che di fatto rendono prive di significato e di potere le parole volontà popolare e viene da pensare che forse non è poi così folle ed incosciente il Premier greco che domanda al popolo il potere decisionale.

Ma ciò avrà valore solo se il popolo greco, come d'altronde ogni popolo, sarà informato su ciò che realmente accade.

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