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Ma che v’ha fatto Matteotti?

Il discorso di Mussolini nella prova scritta d’italiano della maturità era quello nel quale il duce ammetteva d’esser mandante dell’omicidio Matteotti. Ma nessun riferimento. Stessa cosa col video del Premio Matteotti: c’è di tutto, tranne Matteotti. Ma che v’ha fatto?

Ma che v'ha fatto Matteotti?

Se qualcuno provasse, oggi, a scrivere di una censura nei confronti di Matteotti, quasi mi verrebbe da ridere. “Censura? Nel 2010? Ahaha! A Matteotti?”. A Matteotti. L’antefatto è lo spot del premio Giacomo Matteotti, indetto dalla presidenza del Consiglio. Il video è una specie di cartolina di Natale: i bimbi patenti dell’Africa, il muro di Berlino che cade, l’alluvione di Firenze. Di Matteotti neanche l’ombra. Anzi, quella: un po’ al buio, sfuocata, si staglia – e male – la figura di Giacomo Matteotti. Nello spot del “premio Matteotti”.

Martedì, in un singulto di rinegoziazione storica, le prove dello scritto d’italiano della maturità proponevano, oltre ad un evidente ammiccamento destrorso nell’inserimento delle Foibe - tema scelto praticamente da nessuno - un’avvincente rassegna di dichiarazioni politiche. “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader".

Il primo leader a parlare è Benito Mussolini. Il discorso è quello del 3 gennaio ‘25: in pieno curvone totalitario, il duce s’assumeva la responsabilità di un efferato omicidio politico. Ai danni di chi? Certo,Giacomo Matteotti.

Si è inteso citare, dunque, il discorso di un leader al pari di Togliatti, Giovanni Paolo II e Moro – non un dittatore, ci mancherebbe – in uno dei momenti più drammatici. Presentato, con gli altri, come inneggiasse allo slancio vitalistico verso la politica. Per i giovani. Pessima scelta, ma dico: perché Mussolini, perché quel discorso, e perché – aggiungo, passo e chiudo – ometterne il contesto, limitandosi a citarlo come “dichiarazione“, “discorso” tratto da semplici atti parlamentari? Perché non spiegare che con quell’abominevole omelia si celebrava la nascita di un regime sanguinario? Perché non spiegare ai pargoli che con quel discorso Mussolini ammetteva d’aver fatto uccidere Matteotti? No, Giacomo Matteotti non c’è. Neppure stavolta.

Intanto la Gelmini (quella che vuole berlusconizzare la cultura, l’ha detto lei) spiega che lei sì, avrebbe scelto proprio questa traccia, “perché (notare che il perché nell’originale ha l’accento grave, nda) dimostra che la politica, in ogni epoca storica, non può prescindere dal ruolo e dalla forza ideale dei giovani”. Sulla vocazione al leader nessun dubbio. Ma il rapporto della forza ideale – quale, poi? – dei giovani con l’olio di ricino, magari, ce lo può un attimino spiegare.
U‘

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