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Monte dei Paschi taglia 4600 posti di lavoro e chiude 400 filiali

Il CDA approva il piano di salvataggio: riduzione dei costi e ricerca di efficienza attraverso la razionalizzazione, prende il via l’operazione risanamento del gruppo MPS.

Per il Monte dei Paschi di Siena il nuovo programma di assetto industriale prevede il taglio di 4600 unità operative, la chiusura di 400 filiali e la cessione del 60,42% del gruppo Biverbanca a Cariasti (Rocca Salimbeni), con un introito di 203 MLD.

Il piano di risanamento, definito dalla stessa banca, “un percorso sostenibile” porterà nel triennio 2012 – 2015, un utile netto di 630 milioni di euro, il maggior ricavo è previsto dalla riduzione dei costi operativi per un ammontare di 565 MLD.

La razionalizzazione del gruppo che comporterà l’incorporazione e la cessione delle controllate, porterà nei prossimi tre anni oltre alla chiusura di 400 filiali, la conseguente perdita di 4600 posti di lavoro, con i relativi e inevitabili effetti. Di questi lavoratori, 3500 saranno licenziati, altri mille verranno esodati verso la pensione e 100 dirigenti sono in attesa di conoscere il loro destino.

Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati di categoria, che definiscono inconcepibile il programma attuato da MPS, dichiarandosi pronti a sferrare una dura protesta nei confronti del gruppo. Nel frattempo il CDA senese ha avviato le procedure per ottenere, entro l’anno, 3,4 miliardi di Tremontibond, in modo da riequilibrare strutturalmente la propria liquidità.

Prevista la convocazione di un’assemblea straordinaria per stabilire un nuovo aumento di capitale sociale, che sarà di 1 miliardo nei prossimi 5 anni, al fine di rimborsare l’intervento pubblico per un importo di 3,9 miliardi. In una nota ufficiale diffusa ieri, MPS tende a spiegare che il nuovo percorso di discontinuità è l’unica strada percorribile, vista la situazione attuale, ma che nei prossimi tre anni porterà all’interno del gruppo un significativo rafforzamento patrimoniale, seguito da un nuovo assetto qualitativo.

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