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Lusi, quei soldi alla Fondazione di Rutelli e un futuro assai poco sostenibile

Pare che qualche manina (o manona) abbia fatto pervenire a l’Espresso i riscontri di una nutrita serie di non meno corposi bonifici che il tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, avrebbe fatto pervenire alla fondazione di Francesco Rutelli, denominata Centro per il futuro sostenibile (di certo non per i contribuenti italiani), creata all’indomani dell’uscita di Rutelli dal Pd, per fondare Alleanza per l’Italia. Un totale di 866.000 euro da novembre 2009 a luglio 2011. Cioè – ribadiamolo – in un periodo in cui Rutelli era uscito dal Pd, e quindi teoricamente non avrebbe dovuto ricevere nulla da una sigla partitica (la Margherita) che con lui nulla più c’entrava. Ovviamente al netto di contenziosi patrimoniali che sempre in questi casi si creano, visto che i fuoriusciti rivendicano una quota del malloppo tesoretto comune.

Rutelli avrà modo di spiegare questi soldi, che con alta probabilità ci farà sapere la sua fondazione ha ricevuto “a sua insaputa”, visto che lui non si occupa di contabilità ma vola nei cieli rarefatti dell’alta politica. E comunque “Lusi è un genio coi numeri”, ebbe a dire l’ex sindaco di Roma. I punti sono altri, e c’entrano solo in parte con l’episodio.

In primo luogo, in dieci anni di vita la Margherita ha incassato qualcosa come 214 milioni di euro di soldi dei contribuenti, tutti rigorosamente sganciati da qualsivoglia legame con le spese effettivamente sostenute e da una attività di pubblica certificazione dei conti. Come tutti gli altri partiti, s’intende. Poi, la Margherita (come tutti gli altri partiti, morti e/o non rientrati in parlamento dopo le elezioni del 2008) ha continuato a ricevere le quote annuali dei “rimborsi elettorali” relative alla legislatura 2006-2011 che, come noto, si è interrotta al 2008.

Questi sono i noti effetti di trascinamento votati da una classe politica che opera al confine con fattispecie di criminalità da colletti bianchi. Ora quella schifosa norma è stata eliminata, rigorosamente pro-futuro, ma il meccanismo dei rimborsi elettorali resta intonso, mentre vi fanno accapigliare sulle nozze gay. O forse perché la Merkel ha suggerito al nostro paese di non “distrarsi” con la lotta alla cleptocrazia ed alla corruzione, la cui radice prima è perfettamente visibile dove alligna.

Ultima spigolatura, specifica al regolamento di conti che “il genio dei numeri” Lusi ha avviato, è la piccola smagliatura nello statuto della Margherita, entro la quale passava un autotreno, certo non casualmente. Scrive l’Espresso:

«Tutti i versamenti sono inferiori (spesso di poco) alla soglia dei 150 mila euro. Guarda caso, lo statuto della Margherita nel comma 7 delle sue “Disposizioni finali” prevede che durante la fase di costituzione del Pd “gli atti di straordinaria amministrazione e quelli di ordinaria amministrazione di importo superiore a 150.000 euro sono adottati congiuntamente dal Tesoriere e dal Presidente del Comitato Federale di Tesoreria”. La norma è stata inserita nel maggio del 2007, e avrebbe dovuto rafforzare il ruolo di controllo su Lusi del Comitato. Peccato che quasi tutte le uscite del tesoriere siano state inferiori a quella somma, cosicché non vi è mai stato bisogno della firma del presidente del Comitato federale di tesoreria. Una carica ricoperta da Giampiero Bocci»

Naturalmente, senza uno straccio di tetto massimo al totale degli esborsi che, presi singolarmente, non superano la fatidica soglia. Si scrive statuto, si legge omertà e ricatti incrociati.

Ricordatevi, italiani, quando pagherete l’Imu o la patrimoniale sul vostro dossier titoli, o quando vedrete il vostro cedolino massacrato dai conguagli delle addizionali, tra una decina di giorni: anche questi episodi sono parte integrante dello spread. Ma quanto ci metterete, voi, ad incazzarvi?

«Siamo incazzati ed addolorati. La Margherita intende recuperare tutto il maltolto» – Francesco Rutelli, 31 gennaio 2012

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