• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Luoghi dell’anima, il magico litorale salentino

Luoghi dell’anima, il magico litorale salentino

Il tratto di costa a scogliera fra Castro, Marina di Andrano e Tricase Porto, incipit orientale del luminoso e ameno Sud Salento, mi è da sempre particolarmente caro.

Un mirabile tracciato, che si dipana in tenue zigzagare con calette, seni, piccoli promontori, sporgenze, incavature, sbocchi di fiumare d’acqua dolce e fresca che convergono verso il mare, dall’immediato entroterra, lungo camminamenti a saliscendi, scavati nei millenni, nel sottosuolo di natura carsica.
 
Argentiera, Fiume della Neia, Acquaviva (autentica madreperla, per bellezza), Porticelli, Serriti, Piscuddru, Chianca Liscia, Grotta Verde, l’Isola, ecco gliappellativi strani, per non dire stravaganti, che segnano le tappe più significative del percorso.
 
Nel seno dell’Acquaviva, a cavallo dei fondali bassi verso la riva pietrosa, un tempo si parlava di “Rena dei ciucci”, ho mosso da bimbetto i passi rudimentali e abbozzati del nuoto, stranamente apprendendo a praticarlo dapprima sott’acqua, e solo successivamente mantenendomi a galla sulla distesa frizzantina.
 
Poi, interminabili gare di attraversamento da una sponda all’altra e, in corsa, verso il Pizzo, nonché di tuffi dalla Loggetta Grande e, al top, dal Fiume.
 
My three cats” è il nome che contraddistingue un modesto e vecchio legno, sormontato da tre vele di colore amaranto.
 
In questa mattinata di giugno, il vento è solo un abbozzo, quasi il respiro di un neonato e, perciò, la mia barchetta fende la distesa più lentamente di quanto possono fare stanche bracciate.
 
Frattanto, il sole illumina chiaro senza riverberi, la volta del cielo è tinta di azzurro intenso e accattivante.

 

Alle spalle delle rocce non distanti, le sequenze uniformi degli argentei ulivi sembrano richiamare la serena armonia dei versi Virgiliani, che proprio da queste parti vollero prefigurare l’approdo di Enea, mitico eroe d’Ilio.
 
Eccezionalmente, mi scopro assoluto solitario nell’intera falce di mare da Castro al Capo di Leuca: credetemi, il godimento è sublime, integrale, lascia un segno incancellabile nell’intimo profondo.

Commenti all'articolo

  • Di Celeste (---.---.---.56) 30 giugno 2009 23:18

    E’ vero, il Salento è una terra speciale, un fascino di cui non ho potuto resistere, ormai da più di dieci anni. Mi ha fatto innamorare la natura i paesaggi plasmati con il rispetto e l’amore per la terra dall’uomo....Ma, purtroppo, negli ultimi tempi, gli sfregi: colate cementizie sulle coste e non solo. Addolora, vedere offuscata la magia del Salento: l’ospitalità deve essere misurata, poichè chi affronta la fatica del viaggio è disposto anche a sacrificare comodità "cittadine" pur di trovare un ambiente integro: è quella la vera meta. E per questo l’ospitalità deve essere in armonia con l’ambiente e sinergicamente anche con i bellissimi paesi dell’interno. 
    E’ un capolavoro fragile: spero si protegga, per mantenere la sua formidabile ricchezza (e non intendo solo nel senso profano).

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares