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Luca Zaia e la conquista del Nord Est

Dopo la vittoria alle regionali che lo ha eletto governatore della Regione Veneto, Luca Zaia sta facendo i primi passi concreti per annettere tutto il nord est alla causa federalista della Lega.

Luca Zaia e la conquista del Nord Est

Nella lettera pubblicata su “Il Trentino”, Zaia propone di unire le forze del Trentino e dell’Alto Adige a quelle del Veneto per una gestione più concreta del rapporto con Roma sul piano fiscale, ritenendo che: “Il federalismo fiscale è la soluzione possibile che dobbiamo perseguire uniti. E’ finalmente a portata di mano, mai come in questo momento le Regioni del Nord sono state vicine al raggiungimento di questo traguardo”.

E aggiunge "una serie di fattori facilitano questo processo: innanzi tutto la forza del movimento che di questo punto ha fatto una questione irrinunciabile del suo programma politico, la Lega. Poi, l’ormai diffusa consapevolezza nell’opinione pubblica, non solo del Nord della necessità di portare a compimento le riforme. Ancora: la coscienza che il federalismo è l’unica forza centripeta in grado di tenere unito il Paese". Che il federalismo sia una forza in grado di tener unito il paese e che la lega abbia i numeri per portare a termine il processo facendo da forza motrice nei confronti delle altre forze politiche, è allo stesso tempo tempo vero e falso.

Vero perché, purtroppo, la coalizione di cui fa parte, – Pdl, Lega, e altre formazioni minori – avendo il Pdl come partito di maggioranza relativa, sia nella coalizione sia nel paese, ma che non potrebbe governare senza la Lega, la pone in una situazione di privilegio, in modo particolare, per quanto riguarda le riforme costituzionali che, pur essendo utili, avrebbero comunque bisogno di un consenso molto più ampio della sola maggioranza ma che la Lega “pretende” siano attuate anche senza tale consenso.

Falso perché non tiene conto delle realtà storiche delle province autonome a statuto speciale. Queste province – Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia – essendo state, per secoli, zona di confine o zone incorporate nell’impero austroungarico, TrentinoAltoAdige, o in quello francese, Val d’Aosta, e zone di incontro tra le culture del nord e quelle del sud e essendo zone prevalentemente montane, da una parte hanno sviluppato una cultura ed una economia improntata sulla valorizzazione del territorio che difficilmente può essere paragonata a quella della pianura, d’altra parte hanno sviluppato un senso l’autonomia strettamente connesso a quello di nazione. Ciò ha portato a sviluppare un rapporto privilegiato con il centro (Roma) e perciò, per loro, incorporarsi con regioni che stanno muovendo i primi passi, sarebbe un tornare indietro, una perdita in termini proprio di federalismo che qui, sotto molti aspetti, è vissuto spontaneamente.

La proposta di Zaia, se non tiene conto di quanto detto sopra, ha come presupposto, più che il federalismo, la conquista di territori che, per loro natura, pur essendo vicini, confinanti, sono storicamente lontanissimi.

Zaia dice: Il Nord-Est deve fare squadra per ottenere una più equa distribuzione del gettito fiscale, dobbiamo riuscire insieme al Nord-Ovest a presentare le nostre istanze a Roma. Tutto il Nord deve riuscire a dare un corpo reale e fattuale alla questione settentrionale, che è nell’agenda del Paese da sin troppo tempo.

In un constesto federalista, a cosa serve “fare squadra” quando è lo stesso federalismo, per definizione, a presupporre la divizione delle regioni?

Se ogni regione avrà dallo stato in base al suo rendimento, unirsi potrà essere vantaggioso per quelle attualmente in difficoltà ma per le altre sarà, sicuramente, uno svantaggio.

Inoltre, se le regioni autonome a statuto speciale, hanno già un rapporto privilegiato con Roma, a che giova loro allearsi con altre regioni che questo rapporto lo devono ancora creare?

E poi, a dire che esiste una “questione settentrionale” (esiste quella meridionale che i leghisti vorrebbero risolvere negandola) sono i leghisti e non gli italiani, quegli stessi leghisti che hanno fatto la loro fortuna negando l’Italia come entità statale. Ed è proprio in questo contesto che va letta la proposta di Zaia; non riuscendo a ottenere quella autonomia (o secessione?) del nord (Padania), cercano di aggirare il problema cercando di coinvolgere territori che non ne sentono il bisogno.

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