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 Home page > Attualità > Cronaca > Lo stop dell’arcivescovo di Torino sul caso Englaro

Lo stop dell’arcivescovo di Torino sul caso Englaro

Dopo la disponibilità manifestata dalla presidente del Piemonte, Bresso, il cardinale Poletto, arcivescovo di Torino, ha diffuso una dichiarazione ufficiale in cui chiude ogni spazio di disponibilità e avverte che la legge di Dio deve prevalere su quella degli uomini: un’affermazione inaudita per quanto chiara e perentoria.

Ho letto l’intervento del Card. Poletto riguardo la presa di posizione della presidenza regionale sul caso Englaro. Non ne sono sorpreso, ma deluso: nell’arcivescovo di Torino pensavo di poter intravvedere una concezione più moderna e liberale della dottrina della Chiesa cattolica e invece noto che la dichiarazione riportata dall’ufficio stampa arcivescovile è aderente in maniera pedissequa e banale alla posizione ufficiale della CEI.

Se non ne sono sorpreso, ne sono vieppiù deluso perchè il contenuto delle affermazioni del card. Poletto è privo di misericordia nei confronti del caso in specie e meramente ufficiale, volto a dettare una linea generale. Non c’è umana considerazione del dramma e il fatto è valutato alla luce della supposta minaccia che un esito positivo della vicenda potrà rappresentare per tutta l’architettura dottrinale della Chiesa di Roma in tema di difesa della vita e diritto alla vita. La convinzione che tale sia l’ennesima ultima frontiera su cui tenere fortemente la linea di difesa ha reso ciechi tanti, troppi presuli e laici, taluni per onesta concezione etica e religiosa, tal’altri per bieco calcolo elettorale e politico.

La delusione per quanto dichiarato dal cardinale sta anche nel merito delle sue affermazioni: soltanto la dottrina della Chiesa cattolica e i più intransigenti fautori della stessa reputano di poter sostenere che in casi come quello dell’Englaro si possa parlare di somministrazione di alimentazione e idratazione come non costituenti "accanimento terapeutico", laddove appare evidente che, nelle condizioni di stato medico e di diritto in cui si trova, esse sono il mezzo artificiale per mantenere in essere le essenziali funzioni vitali della povera, mentre tutta la scienza medica concorda nel dichiarare come irrecuperabili i danni cerebrali e fisiologici e fisici della giovane donna.
Per inciso, è evidente ancora una volta di più l’incoerenza della Chiesa cattolica nel difendere il ricorso alle tecnologie più estreme per prolungare l’esistenza fisica di un moribondo e il rifiuto delle stesse estreme conoscenze tecnico-scientifiche in settori come la fecondazione assistita. Se la ragazza oggetto di questa diatriba non otterrà concreta applicazione della sua stessa volontà, sarà lesa una volta di più la libertà dell’individuo, ma il clamore e il sollevamento delle coscienze che tale caso sta provocando contribuirà a ridimensionare ulteriormente l’influenza delle gerarchie ecclesiastiche sulle società occidentali.

Del resto, la storia della dottrina della Chiesa di Roma è piena di errori e reticenze, solitamente attribuiti a coloro che essa stessa ha condannato a morte o al silenzio, salvo poi dover riconoscere d’essersi sbagliata (a secoli di distanza).

Il pensiero tomistico-aristotelico impregna tuttora, purtroppo, la dottrina della Chiesa cattolica, pur sconfessata ormai non solo dal progresso scientifico e filosofico ma dall’evidenza dei fatti.

Commenti all'articolo

  • Di paolo de gregorio (---.---.---.93) 22 gennaio 2009 16:48

    ma fino a quando sopporteremo gli ordini di questi feroci assertori che la vita non ci appartiene? io ateo non riconosco Dio e nessuno ha l’autorità di farmelo riconoscere. Vogliamo tornare alla Inquisizione?
    Perciò la mia vita è nella mia disponibilità e lo Stato deve riconoscere il mio diritto a disporre del testamento biologico eha l’obbligo di rispettare la mia volontà.
    Credo che sia anche un diritto costituzionale.
    Nella vicenda Englaro stanno manifestando tutta il loro sadismo il che dovrebbe far riflettere anche le persone che in buona fede li seguono.
    saluti
    paolo

  • Di (---.---.---.93) 22 gennaio 2009 17:07

    siamo uno stato laico! Tutto quello che dice non ha assolutamente volore giuridico. Può sollevare qualche coscienza già di per se piuttosto asservita, ma in realta noi Stato Italiano, loro Stato del Vaticano. Due cose distinte e separate. Come se un prresidente di una nazione straniera (ambasciatore, console, ecc ecc) venisse da noi per farci succubi del loro pensiero. Ha fatto bene la Bresso a rispondergli duramente.

  • Di antonio (---.---.---.244) 22 gennaio 2009 19:13

     Per come la vedo io, qualunque legge, per funzionare, deve essere "convincente". 
    Un obbligo, se non condiviso, almeno in parte, non funziona a lungo. 
    Quindi, in un certo senso, e in una certa misura, il rispetto della legge è già condivisione, nella sostanza. 

    Se tutta la popolazione, col tempo, si convincesse dell’assurdità della proprietà privata - per fare un esempio- non ci sarebbe legge che tenga. La legge che tutela la proprietà privata diventerebbe un involucro vuoto. 

    Non credo molto nella possibilità di cambiare la società solo attraverso il dialogo, e l’opera di convincimento. Ma, se casomai avvenisse, vorrei che le conseguenze fossero rispettate. 

    La Chiesa fa quello che ha sempre fatto. 
    Ed è simile a quello che ha sempre fatto il Partito Radicale.
    E cos’è lo sciopero, se non una forma estesa di obiezione di coscienza? il tentativo di impedire il funzionamento costante e "naturale" di ciò che la propria coscienza considera sbagliato (sotto l’aspetto economico, o organizzativo, o rappresentativo - es. le rivendicazioni per avere la rappresentazione nel parlamento, nel’azienda, nella scuola)?

    Non vedo una soluzione semplice al problema dell’obiezione di coscienza.
    Dal mio punto di vista, considerare "sacra" la vita, è sbagliato. A maggior ragione quando essa non è più tale, ma è diventato un feticcio - come è, per me, il caso Englaro. 
    La Chiesa vive di simboli e feticci. 
    Sta a noi contrastarla con il ragionamento articolato - e non ad una legge dello Stato che, senza il nostro supporto, diventa anch’essa feticcio. 
    E accade, come sta accadendo oggi, che una sentenza feticcio della Corte costituzionale - il diritto di morire, per la Englaro - non può essere eseguita. La fine dello stato di Diritto. 



  • Di daniele (---.---.---.153) 23 gennaio 2009 14:49

    La legge di Dio vale per il Vaticano e non per il popolo italiano. Lo stato della chiesa è ora che la smetta di intromettersi nelle leggi dello stato italiano e se non gli piace che se ne vadano via, nessuno li tiene.....
    Che dignità può avere un coma di 17 anni?

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