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Lo scontro ideologico nelle piazze

Iniziamo con un po’ di notizie.


- Morti bianche e parole vuole: 8 morti sul lavoro in un giorno. In questo campo, nessuna crisi, nessuna recessione.


- In Europa non sono italiani: scontro Europa e governo italiano sul piano ambiente. La UE non crede ai dati italiani sull’ambiente. E, per il governo italiano, è più importante la salute dell’economia italiana (spiegava Brunetta che Per le imprese e per i Paesi... è una follia soprattutto per un Paese manifatturiero come l’Italia che ha un’intensità e una densità di imprese superiore alla media europea perché il nostro Paese trarrebbe svantaggi), che non la salute malata degli italiani.


- De Magistris: magistrati collusi in Calabria.
«I poteri occulti gestiscono le istituzioni»: non occulti. Ma alla luce del sole, come scriveva Carlo Vulpio. Compagnia delle opere, politici locali, magistratura che non vede, connivente ...


- Il sottosegretario in quota casalesi: l’onorevole Nicola Casentino, vice di Tremonti.

- Il giudice in quota Previti: dopo le dimissioni di Vaccarella (avvocato civilista di Previti), dopo Pecorella, la cui candidatura alla Corte Costituzionale è stata bocciata, tocca Giorgio Spangher. Già consulente di Previti e Berlusconi nel processo Imi- Mondadori.


- Infine le manifestazioni di piazza su scuola, sanità e precari e la domanda: com’è che il governo non si fa scalfire da queste manifestazioni? Dove sono opposizione e sindacati?

Rispondiamo alla prima domanda: quella portata avanti dal governo non è più politica. Intesa come insieme di scelte, di atti, di decisione condivisi col Parlamento e col paese, per affrontare un problema o una crisi. Per raggiungere un obiettivo. Per il bene comune.

Oggi la politica si è trasformata in ideologia: una ideologia cieca, senza confronto, di scontro, in cui uno decide, il capo, e i suoi sottoposti decidono senza batter ciglio.

In Italia, nelle piazze e, raramente, in Parlamento, sta avvenendo uno scontro tra ideologie. Una, quella che vede nelle regole e nelle leggi un limite alle proprie azioni.

Quando le leggi ti bloccano (ma no questo non si può fare, cavaliere!), basta ignorarle. Non osservarle. Oppure cambiarle.



Una politica che non tollera critiche, che non ammette opposizione (perchè chi critica il governo non ha a cuore gli interessi del paese, confondendo paese e interessi personali come fossero la stessa cosa ..), non è politica. E’ ideologia.
Un’ideologia rinforzata dal monopolio mediatico: l’Agcom ci informa come l’informazione sia sbilanciata a favore del governo. E questo spiega i sondaggi bulgari sul gradimento del governo ...

Dobbiamo leggere il Financial Times per trivare quello che tutti pensiamo:
«Le banche e i mercati - scrive Guy Dinmore da Roma - sono nei guai ma la crisi sta beneficiando Silvio Berlusconi il cui trattamento in alcune parti dei media sta raggiungendo livelli nordcoreani mentre il suo governo sembra godere di un’autorità che non si è vista per decenni». «Gli Italiani - mette in rilievo l’articolo - stanno celebrando il ruolo dello Stato salvatore»

Di che politica pariamo? Una politica basata su amicizie, favori, su interessi, sul ritorno economico, sull’immagine, sulla menzogna gridata senza pudore e amplificata da un sistema di informazione che si guarda bene dal verificare, dal controllare chi parla.

La politica dello stupro ambientale, dello stupro alla cultura, alla morale, all’etica, al Welfare.

Con un ministro come la Gelmini non si discute.

Come non si discute con Tremonti, con Sacconi, con Alfano, con Scajola.
I ragazzi protestano nelle strade? Lei “non capisce i motivi della protesta”.
Il problema sono questi studenti, non gli altri, quelli di Casale che, intervistati, contestano a Saviano: perchè loro con la Camorra si sentono più sicuri.
E la presenza dello stato, che vuole far rispettare le leggi a tutti, da a queste persone fastidio.

Come a certi politici, per cui una legge uguale per tutti, è insopportabile.
L’opposizione che dice no, è un peso. Come i lavoratori che si permettono di scioperare: se il lavoro non è più un diritto, perchè mantenere il diritto allo sciopero?

Oggi, è inutile parlare di sinistra e destra.

Forse un giorno ritorneremo a parlare di politica di destra e di sinistra. Oggi ci accontentiamo di buon senso, di onestà e coerenza.

Ora posso rispondere alla seconda domanda: i partiti (della opposizione) non erano in piazza perchè ancora non hanno capito cosa è successo. Sono ancora lì a guardare nostalgici le bandiere rosse in piazza, o a scannarsi per le poltrone, per le nomine, per chi conta.

Dialogo si, dialogo no ....

Commenti all'articolo

  • Di pietro a (---.---.---.165) 20 ottobre 2008 13:02

     A morire sono solo gli operai e i contadini. Quindi basta con l’ipocrisia del bollettino quotidiano (che deprime ma non risolve) e con le lacrime finte dei capi di stato o dei presidenti di senato. Non sono omicidi bianchi, nè si tratta di morti sul "lavoro". Sono sacrifici di schiavi. Allora si dovrebbe aprire così il tg: "anche oggi tre stupidi schiavi hanno perso la vita sul cantiere edile, ma vorremmo tranquillizzare tutti sul fatto che si continuerà a costruire, anche perchè nuovi e più freschi schiavi sono già stati acquistati per pochi euro all’ora, pronti a essere sperimentati. Domani vi faremo sapere se sono resistenti o se sarà meglio farli cadere nel vuoto. Intanto i sindacati stanno preparando la sceneggiata del minuto di silenzio per farvi credere che sono interessati davvero alla sorte dei loro schiavi. Il padrone del cantiere è seccato e ha così commentato: non voglio più sporcare di sangue i miei cantieri, ho ordinato schiavi resistenti e rimbalzabili, flessibili e afoni, che le loro acute grida mentre cadono, disturbano la quiete pubblica". Faccia sorridente della speaker.
    "E ora parliamo di calcio".

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