• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Lo scandalo John Edwards e il ruolo dei blog

Lo scandalo John Edwards e il ruolo dei blog


Nelle due settimane di buio mediatico che mi sono imposto in vacanza mi sono perso lo scandalo John Edwards. Ieri trovo un link dai miei contatti su FriendFeed e scopro che John Edwards, il candidato alla Presidenza degli Stati Uniti sul viale del tramonto, avrebbe avuto una relazione extraconiugale con figlio a carico proprio negli stessi giorni in cui andava in tv con la moglie malata di cancro a fianco. Bell’ipocrisia!

Un perfetto caso di infedeltà su cuii i media americani si saranno gettati a capo fitto, ho subito pensato: niente di più sbagliato! Con grande sorpresa i grandi giornali sono stati quasi tutti zitti e qui viene il bello. Perché ci si è domandati sui blog di media e politica? Perché la notizia è stata lanciata da un tabloid di quelli scandalistici, il National Enquirer, o c’è dell’altro? E’ un complotto dei grandi media, tutti schierati a favore dei Democratici e interessati a non danneggiare il partito e Obama?

Le spiegazioni ufficiali e ufficiose dati dai giornali - New York Times e Los Angeles Times in particolare - per cui non si dà una notizia con una unica fonte, per di più scandalistica, oppure che Edwards non sia più un personaggio pubblico o che non si voglia lucrare alle spalle di una persona malata di cancro, a mio avviso non reggono.

Più probabile che sia una questione in parte di politica, in parte di "guerra editoriale": si ignora, anche se tutti ne parlano in rete, perché non si vuole ammettere di essere arrivati tardi e non si vuole dare credito ad una fonte considerata spazzatura (non sempre però, nella storia).

La vicenda ha poi dato fuoco alla polemica sul rapporto tra blog e grandi media, di come i primi siano liberi e i secondi censurati secondo alcuni, con qualche opinione interessante. Secondo una di queste teorie i blog sarebbe i leader nelle "undernews", le notizie di sottofondo e le voci non confermate che spesso un giornale non può permettersi di pubblicare perché non sufficientemente certo della veridicità. La conseguenza è quindi che i blog pubblicano tutti e i giornali riprendono dopo un po’, quando vogliono. Segno concreto di come i blog influenzino concretamente i grandi media, non sempre con effetti misurabili.



Il caso Edwards dimostra che il passaparola dei blog non necessariamente sfocia sui grandi media, se questi ultimi oppongono resistenza. Il passo successivo, da parte del lettore attivo, è di aumentare il tempo di lettura dei blog, a danno dei giornali, se questi non cambiano, volenti o nolenti, la propria linea editoriale. Non è detto che sia un bene, anzi! L’Italia forse sta già più avanti, considerando le notizie leggere e i pettegolezzi che riempono una buona percentuale delle pagine dei giornali online, certamente più che sulla carta.

In Italia la notizia non ha avuto grande enfasi. Di blog che ne hanno parlato ne ho trovati giusto un paio. Il Giornale ne ha scritto un lungo articolo, Repubblica un trafiletto e poco altro. Apcom ci ha fatto un lancio, giusto per dire che è spazzatura.

Sono spuntate ora anche le foto e direi che spazzatura proprio non è.

Il caso Carfagna-Berlusconi non può essere un paragone, visto che le voci sulle intercettazioni non hanno mai trovato uno straccio di conferma, nemmeno da fonte poco autorevole.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares