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Livide, la danza fa male

Ed ogni tanto sono felice di imbattermi in film (in horror per la precisione) che hanno qualcosa di nuovo da dire.

E Livide di Alexandre Bustillo e Julien Maury di cose da dire mi sembra che ne abbia almeno un paio.

July comincia il suo tirocinio da infermiera e viene affiancata ad una infermiera più anziana con la quale deve ogni giorno compiere il giro tra le case degli anziani pazienti.

Tra questi c’è la misteriosa Jessel, anzianissima, in coma da tempo e bloccata a letto nella sua antica ed immensa magione… una di quelle case da film horror, diciamo.

Le voci di corridoio vogliono che la donna, ex famosissima e durissima insegnante di danza classica, nasconda in casa un enorme tesoro, ma nessuno è in grado di dire dove e se esista veramente.
Casa vuota, nessun controllo… ovviamente July in compagnia del fidanzato ed un amico si introduce nottetempo per cercare il tesoro nascosto.

Troverà ben altro.

Non mi azzardo nemmeno lontanamente a raccontarvi qualcosa della vera trama del film perhcè Livide è costruito con una delicatezza tale che mi parrebbe di violentarlo.

L’inizio è delicato, pacato, da film del nord europa, con i suoi toni e i suoi ritmi.
E quando l’orrore fa capolino, lo fa con la stessa leggerezza, come se facesse naturalmente parte di quella scena, di quel mondo.

Non arriva uno schiaffo a sorpresa, un colpo al cuore.
O meglio, la sorpresa arriva eccome, ma è talmente pacata da rischiare di passare inosservata.

Ma niente paura perché di horror ce ne sarà a bizzeffe man mano che il film entra nel vivo, fino ad arrivare ad un finale splendido per crudezza orrorifica pura. Però siamo nel mondo della danza e così anche l’orrido si mostra con l’eleganza che gli è consona.

Sorprendente la pulizia delle inquadrature, la scelta dei molti primi piani e poi, nella seconda parte, le scenografie da espressionismo tedesco che catturano l’attenzione.

Non insistete perché della vera trama di Livide non vi dico niente.
Sappiate che centra la danza, la durezza di una madre, alcuni mostri classici e l’eterocromia di Chloé Coulloud, ottima protagonista (ma date un occhio anche alla giovane Chloé Marcq).

Questo articolo è stato pubblicato qui

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