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Ligresti, Balducci, Bertolaso. Il triangolo degli appalti d’oro

Ligresti, Balducci, Bertolaso. Il triangolo degli appalti d'oro

Tutto partirebbe dall’indagine su Castello, un’intercettazione sull’affaire Ligresti a Firenze, una frase sospetta sul G8. La notizia era stata anticipata dall’Espresso: si spiegava che l’indagine era condotta dai Ros dei carabinieri e che parte dal ruolo di un architetto, Marco Casamonti, chiamato all’ultimo momento per completare la progettazione dell’ex ospedale militare.

L’inchiesta sul G8, coordinata dalla procura di Firenze, avrebbe preso avvio proprio da una telefonata di Marco Casamonti fatta ad agosto del 2008. L’architetto, fondatore dello studio Archea, era controllato dai Ros che stavano indagando sull’affare Ligresti: il costruttore siciliano possiede un’area a Castello di 168 ettari e, per l’accusa, stava per ottenere dall’amministrazione comunale una serie di favori sulle licenze edilizie: l’inchiesta ha coinvolto anche due ex assessori della vecchia giunta comunale, Biagi e Cioni.

L’intercettazione, riportata a maggio dell’anno scorso dall’Espresso era questa. Parlava Casamonti: «Ci hanno chiamato per dare una mano per i progetti del G8 alla Maddalena - dice l’architetto nella telefonata registrata ad agosto del 2008 - perché stanno facendo i lavori e sono nella cacca più nera. Perché hanno dato incarico agli architetti di Berlusconi che non sono in grado...». Casamonti andrà alla Maddalena all’improvviso, subito dopo la consegna dei lavori. E infatti il suo studio, Archea, ha firmato il progetto dell’ex ospedale trasformato in albergo. Accanto al nome di Archea, c’è quello di Gf studio, una snc dell’architetto Facchini di Roma, il primo progettista incaricato dal commissario del G8 Bertolaso. Così i Ros hanno cominciato a indagare e da Castello e Ligresti son giunti ad Angelo Balducci e il G8 alla Maddalena.

Salvatore Ligresti, proprietario di Fondiaria-Sai è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Firenze con ipotesi di reato di corruzione nell’ambito di un’inchiesta aperta sullo sviluppo urbanistico dell’area di Castello, a nord di Firenze. In tutto gli indagati sono sette. Oltre ai due assessori e a Ligresti ci sarebbero anche collaboratori dell’imprenditore, i collaboratori che si recheranno alla Maddalena da Balducci.

Salvatore Ligresti coinvolto nei più ricchi affari urbanistici di Milano (Expo 2015, Fiera e Garibaldi-Repubblica), di Firenze, Castello e Manifattura Tabacchi di Torino.

Ligresti era nelle inchieste mai terminate di Falcone e Borsellino.

Protagonista di tante storie: finanziere siciliano dalle origini misteriose, l’uomo chiacchierato per i suoi presunti rapporti mafiosi, il palazzinaro travolto dagli scandali, l’imprenditore sull’orlo del fallimento salvato dalle banche, il pregiudicato di Tangentopoli affidato ai servizi sociali.

Presidente della Fondiaria Sai, nota assicurazione che imparentata con Generali entra e controlla la Unicredit.

Generali è una delle 39 assicurazioni che furono gravemente sanzionate e multate nel 2000 dall’antitrust per aver creato un “cartello” ai danni degli utenti. Solo un improvviso e salvifico decreto del governo Berlusconi salvò le compagnie stesse dal dover risarcire i milioni e milioni di assicurati (RCA e altro), che avrebbero potuto chiedere in rimborso circa il 20% per ogni anno di premio pagato. Ma veniamo agli ultimi fatti.

Il 14 dicembre 2004 la giunta fiorentina firmò la convenzione attuativa del piano urbanistico esecutivo di Castello, approvata poi definitivamente il 17 gennaio 2005. L’ipotesi della procura sarà, ed è, favoreggiamento al gruppo Ligresti mediante o pressioni politiche o dietro il pagamento di cospicue somme di denaro (tangente).

L´area interessata ha una superficie di 168 ettari a ridosso dell´aeroporto di Peretola. L´accordo prevedeva che Fondiaria cedesse a titolo gratuito al Comune 130 ettari, di cui 80 destinati a parco urbano, il resto alla Scuola Marescialli dei Carabinieri, a strade, giardini, scuole, piazze. Sui restanti 38 ettari Fondiaria poteva realizzare circa 1500 appartamenti, oltre ad alberghi e a insediamenti commerciali e alla nuova sede della Regione. Allegati alla convenzione uno studio di impatto ambientale in forma semplificata, una valutazione previsionale di clima acustico e uno studio di accessibilità, infrastrutture e traffico.

Dopo la stipula dell´accordo però, la parte pubblica nutre ben altre ambizioni. Oltre alla Regione si pensa alla nuova sede della Provincia e a un complesso scolastico. Nascono seri problemi perché la convenzione prevedeva la facoltà per il Gruppo Ligresti di realizzare con le proprie imprese le edificazioni di interesse pubblico, mentre per legge Regione e Provincia non possono non bandire un appalto. La trattativa si conclude con la decisione che la parte pubblica acquisterà i terreni «a prezzo di mercato».

A quel punto l´iter sembra acquistare una doppia velocità. In agosto il Consorzio Castello del Gruppo Ligresti ottiene le concessioni edilizie per costruire i fabbricati per «funzioni private», mentre è ancora in discussione la ulteriore variante sugli insediamenti pubblici, per la quale mancava la valutazione di impatto ambientale. Quanto al parco urbano, la convenzione lo definiva «elemento essenziale per assicurare qualità urbana all´intero complesso» e stabiliva che le aree destinate ad accoglierlo fossero cedute a titolo gratuito al Comune «sotto la condizione risolutiva che non ne venga modificata la destinazione urbanistica a parco urbano». In base alla convenzione, il parco doveva essere realizzato da Fondiaria a scapito degli oneri di urbanizzazione. Ma nessuna concessione era stata ancora rilasciata per la sua realizzazione.

Da questa indagine, anzi da quella intercettazione che apriva l’inchiesta su Castello gli inquirenti arrivano ad Angelo Balducci, arrestato oggi per abuso di ufficio e corruzione.

Ma chi è questo uomo?

Ha il compito di esprimere pareri sulla progettazione delle grandi opere infrastrutturali, sul codice degli appalti pubblici, sui piani regolatori e di sicurezza idrogeologica. Il suo ufficio ha dato il via libera a opere come il Ponte sullo Stretto. Eppure chi possiede tali delicati poteri è inquisito per abuso edilizio. Si chiama Angelo Balducci, ingegnere, e prima di essere nominato presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli è stato un uomo chiave della Protezione civile. Soggetto attuatore, cioè l’uomo che gestisce le gare d’appalto, per il G8 della Maddalena, agli ordini di Guido Bertolaso. Commissario straordinario ai Mondiali di nuoto “Roma 2009”.

In ambedue i casi intorno a Balducci è emerso un quadro di interessi privati. Su cui si è concentrata la magistratura. Salaria sport village, nato durante il suo commissariamento per i mondiali di nuoto a Roma. Un complesso immerso nella quiete del parco fluviale del Tevere, in un’area di 75mila metri quadrati lungo la via Salaria. In una struttura nata nel 2005 da un progetto di ristrutturazione del circolo della Banca di Roma, che annovera tra i soci importanti personaggi dell’economia, della politica e dello spettacolo. Peccato, però, che le tre sale che ospiteranno la discoteca siano state costruite in nome dei Mondiali di nuoto di Roma 2009 e non per le feste private di un circolo di élite.

Ma il vero problema risiede nel fatto che gli ampliamenti del Salaria sport village, per un totale di 160 mila metri cubi, sono realizzati su terreni agricoli in zona a rischio esondazione. Motivo per cui, secondo la Procura di Roma, sono abusivi. Per far sì che questo circolo potesse ottenere i permessi necessari per diventare “di pubblico interesse”, con tutto ciò che ne consegue - esenzioni di parte degli oneri concessori e mutui agevolati erogati dall’Istituto di credito sportivo del Coni - un ruolo di spicco lo ha svolto l’ex commissario delegato di Roma09, Angelo Balducci. Che poi di quella struttura, il fondatore sia il figlio Filippo Balducci, sarà solo un caso. Tutto regolare.

Almeno così ha stabilito l’erede di Balducci padre, Claudio Rinaldi che, nominato commissario dopo la salita al Campidoglio di Gianni Alemanno, dopo soli cinque giorni di carica firma il provvedimento di intesa che sostituisce, di fatto, la concessione edilizia. Il tutto nonostante Italia nostra e Riccardo Corbucci, consigliere del Partito democratico nel IV municipio, abbiano documentato come la colata di cemento tra il Tevere e via Salaria fosse contraria a qualsiasi regolamento. Per questo, il 25 maggio scorso, il centro di via Salaria è stato sigillato su disposizione del gip Donatella Pavone su richiesta del pm Sergio Colaiocco mentre Balducci padre e il legale rappresentate del centro, Giovanni Sotis sono indagati per abuso edilizio.

E adesso per Balducci, legato a Ligresti e a ben altri nomi della politica e imprenditoria italiana, nuovi inquietanti reati. G8 della Maddalena, l’ingegnere Balducci svolgeva il compito di soggetto attuatore, l’uomo che firmava i contratti di appalto. Su lavori protetti dal segreto di Stato. Questo abusato segreto di Stato che getta ombre a garantire traffici mafiosi su rifiuti ed edilizia e tra breve anche sul nucleare. Tanto segreti che per mesi nessun sindacalista è riuscito a entrare nei cantieri, dove lavoravano oltre mille persone. Solo a lavori quasi terminati si è scoperta la diffusione del lavoro nero e del caporalato.

Nel primo semestre del 2009 l’ufficio provinciale del lavoro comunica i risultati delle sue ispezioni: 8 cantieri irregolari su 16 sottoposti ai controlli, 17 aziende sanzionate su 59, 98 operai irregolari in nero su 600. Non male, per i cantieri appaltati dal prossimo presidente del Consiglio dei lavori pubblici dove vengono usati i soldi del Cipe, vale a dire soldi e denaro pubblico. Ma non è tutto: si è scoperto che una delle società vincitrici degli appalti, la Anemone costruzioni, ha sede, guarda caso, allo stesso indirizzo di una società il cui amministratore è la moglie di Balducci. Ora, con quale socio il figlio di Balducci ha costituito il Salaria sport village? Con un certo Diego Anemone, azionista del gruppo di costruzioni della Maddalena.

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